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  1. #1
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    Predefinito A New York ci sono sempre meno locali per lesbiche

    https://www.elle.com/it/magazine/wom...esbo-new-york/

    New York è la città della libera espressione di sé, come Londra, come Berlino. Sono metropoli, queste, alle quali guardiamo come riferimenti quando pensiamo all'assenza di costrizioni sociali, in favore di un multi culturalismo che non deriva solo dalla provenienze geografica ma anche da tutto ciò che una persona racchiude. La sessualità, l'orientamento sessuale, il genere d'appartenenza pensiamo che là, nelle più metropoli fra tutte le metropoli del mondo, siano caratteristiche facili da condividere ed esternare, e che trovano altrettanto fluidamente luoghi d'appartenenza di cui ognuno di noi ha bisogno. L'appartenenza, per altro, oggi non è più quell'auto ghettizzazione che negli anni Novanta faceva sì che il club dove si suonava soltanto la tecno fosse inviso e schivato dagli amanti del punk, così come il locale gay era assai poco frequentato da persone etero. Oggi l'appartenenza ha un senso più sfumato, e che per la comunità queer risponde al bisogno di fare un salto, di tanto in tanto, in un luogo amico, famigliare, nel quale certi temi e certi problemi sai che saranno capiti al volo. Ecco, non è facile nemmeno per i newyorkesi, e non lo è facendo addirittura un passo indietro, come ci ha insegnato la storia raccolta qualche anno fa dal New York Times, delle ballerine di danza classica che avevano ancora enormi difficoltà nel fare coming out. Il mondo del balletto, già ai livelli amatoriali, è il luogo della disciplina, delle norme univoche, in cui tutte le componenti del corpo di ballo, un unico esile, etereo, corpo devono aderire perfettamente ad alcune leggi non scritte, ma sicuramente dette. Un ambiente che mette un'importante pressione nel conformarsi. Tuttavia, come ha scoperto appunto il New York Times, alcune ballerine libere che hanno deciso di non stare più a queste regole, celebrare la differenza, cambiare una volta per tutte le rigide norme del balletto. Una spinta in questo senso è avvenuta durante i mesi di lockdown (croce e delizia dei creativi) dove diversi ballerini queer hanno trovato l'occasione di riunirsi su Zoom intrecciando nuovi rapporti e dando vita a progetti, come il #QueerTheBallet, che punta a creare collaborazioni inedite nel balletto, in particolare tra donne e ballerini non binari, e per sfatare il mito che per un passo a due ci vogliono un uomo e una donna e che sia l'uomo a sollevare.

    Oggi a rimettere al centro le difficoltà delle donne lesbiche, che nella Grande Mela stanno assistendo ad una moria dei bar a loro dedicati, è il Lesbian Bar Project, che racconta come siano solo tre i locali lesbici rimasti in città, e meno di due dozzine in totale negli Stati Uniti. Il bilancio della pandemia sul settore dei servizi non ha aiutato: Molte istituzioni LGBTQ hanno chiuso nella primavera del 2020 e diversi non hanno mai più riaperto. Ma poiché la vita notturna è tornata, nuovi club pop-up stanno cercando di riempire questo vuoto e re-immaginare la vera, nuova funzione degli spazi lesbici. Tra questi c'è il Dave's Lesbian Bar, un pop-up che organizza eventi una volta al mese nel Queens. Per il suo appuntamento di febbraio - un Ballo a tema San Valentino il 12 febbraio - più di 1.400 persone si sono stipate nella Bohemian Beer Hall di Astoria. In linea con il tema del ballo di fine anno, c'erano smoking e abiti lunghi; Abiti ispirati alla principessa Diana e al cottagecore; e un sacco di spandex e paillettes. Diversi ospiti sono arrivati dalla periferia apposta l'evento, segno che la comunità lesbica ha ancora molto bisogno di ritrovarsi. "Mi fa sentire così bene vedere così tante persone queer uscire insieme - ha detto al NYT l'organizzatrice Jordan Chase, di Brooklyn. - Sembra così liberatorio e necessario!". I pop-up si affidano all'aiuto di volontari: architetti, fonici, bartender. "C'è una persona omosessuale per fare qualsiasi cosa serva", ha detto Kristin Dausch, la fondatrice del Dave's Lesbian Bar. Le donazioni raccolte ad ogni evento servono per aprire uno spazio permanente, che Dausch spera di avere entro la fine dell'anno
    In un momento in cui i bar per lesbiche sono diminuiti in tutto il paese e gli altri stanno lottando per sopravvivere, il Dave's Lesbian Bar è una una specie di unicorno: il raro esempio di un bar lesbico lanciato nel mondo post-Covid. Dausch ha raccontato al NYT che sono stati ispirati nel lanciare il loro bar proprio dal fatto che esistono così pochi spazi lesbici. "Non ci sono bar per lesbiche nel Queens, ma non ci sono più spazi lesbici in generale, e allora ho pensato che valeva la pena provare a fare qualcosa in prima persona". Negli anni '80, gli Stati Uniti ospitavano più di 200 bar per lesbiche. "Era l'unico posto in cui potevamo andare" ha detto in un'intervista Deena Updegraff, 61 anni, che ne frequentava molti da ventenne del sud della California. "Potevamo semplicemente essere quello che eravamo, l'uno con l'altro, e non essere picchiati". La ragione di questo crollo di club lesbici è in parte dovuto al fatto che persone LGBTQ hanno iniziato a vivere in modo più aperto il loro orientamento sessuale, e con l'aumento dell'accettazione sociale, delle protezioni legali e della rappresentanza tradizionale, i bar per lesbiche hanno iniziato a sembrare meno essenziali e la partecipazione è diminuita con l'aumento dei costi operativi. Ma anche coloro che hanno raggiunto la maggiore età al tempo dell'uguaglianza (che qui vuol dire matrimonio gay paritario e possibilità di adottare) desiderano ancora un senso di comunità. "Abbiamo bisogno di un bar come questo", ha detto Erica Butts, un'artista di 26 anni che partecipa agli eventi di Dave. "Questo è un posto vivo, vivace, accogliente, è un sogno". Dave's non è l'unico locale che si appoggia a un modello pop-up di mattoni e malta. A Los Angeles, la Clubhouse di Hot Donna ospita eventi mensili, con l'obiettivo di aprire una sede quest'anno. "Immagino Hot Donna's come un posto dove puoi uscire, giocare, ballare, bere" - ha detto Lauren Richer, la fondatrice 33enne “È più un rifugio sicuro che un semplice bar. È così importante avere uno spazio comunitario in cui riunirsi”. Angie Castellanos è partner di Hot Donna, dopo un trascorso nel settore dell'ospitality negli anni 2000, quando luoghi di Los Angeles come il Palms e la Normandy Room erano l'epicentro della vita lesbica. Quando il Palms ha chiuso nel 2013, lasciando una delle città più popolose e diverse d'America senza un bar per lesbiche, ha sentito una dolorosa assenza. “Le persone queer hanno bisogno di spazi sicuri. Abbiamo bisogno di un punto d'incontro. Vogliamo un posto dove andare ed essere noi stesse.". Concorda Salvador Kort Lee, 32 anni: "Uno spazio incentrato sul mondo lesbico è davvero speciale. Sono una persona trans non binaria ma anche la cultura lesbica è altrettanto ampia, diversificata, bellissima. Non ci sono molti spazi sociali per le lesbiche, ed è importante mantenere quella storia viva, in evoluzione e fiorente”. Riunire le persone, insomma, e farle sentire accolte, che si tratti di farlo attraverso la musica o per darsi aiuto reciproco rimarrà sempre prezioso, non importa quanti passi avanti in favore del progressismo si riusciranno a fare.

  2. #2
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    Predefinito Re: A New York ci sono sempre meno locali per lesbiche

    Menomale.
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  3. #3
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    Predefinito Re: A New York ci sono sempre meno locali per lesbiche

    Probabilmente parecchi di questi locali erano trendy ed attiravano anche persone eterosessuali. Quando dopo il lockdown i gusti sono cambiati hanno perso troppi clienti e molti han dovuto chiudere.

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  4. #4
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    Predefinito Re: A New York ci sono sempre meno locali per lesbiche

    New York è invivibile.

    Ci sono anche pochi locali per calvi.

  5. #5
    Costellazione Zeta
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    Predefinito Re: A New York ci sono sempre meno locali per lesbiche

    Citazione Originariamente Scritto da Tiresia Visualizza Messaggio
    New York è invivibile.

    Ci sono anche pochi locali per calvi.
    A NY la gente è abituata a poter fare di tutto di più.......ovviamente pagando a caro prezzo tutto ma è giusto così.
    Quindi se aprono 10 pub dove svorrazabo le galline e 5 li chiudono dopo6 mesi, subito su internet si alza l'indignazione perché il pollaro newyorkese non può non bere un cappuccino annacquato da mezzo litro a 20 dollari mentre accarezza il pollo!
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  6. #6
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    Predefinito Re: A New York ci sono sempre meno locali per lesbiche

    Citazione Originariamente Scritto da 22gradi Visualizza Messaggio
    A NY la gente è abituata a poter fare di tutto di più.......ovviamente pagando a caro prezzo tutto ma è giusto così.
    Quindi se aprono 10 pub dove svorrazabo le galline e 5 li chiudono dopo6 mesi, subito su internet si alza l'indignazione perché il pollaro newyorkese non può non bere un cappuccino annacquato da mezzo litro a 20 dollari mentre accarezza il pollo!
    Questa è bellissima A New York ci sono sempre meno locali per lesbiche

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  7. #7
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    Predefinito Re: A New York ci sono sempre meno locali per lesbiche

    Vorrei possedere un paio di appartamenti a Nuova York, nonostante sia una città popolata da gente assurda, col loro solo affitto ci camperai una strada intera in Italia!
    "La Gloria non la cerco per me stesso ma per la mia Nazione" (22gradi)

 

 

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