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Il viaggio alla scoperta dell’identità con cui sentirsi a proprio agio, è come un giro vertiginoso sull’otto volante che dura tutta la vita, ma al ritmo lento dei cambiamenti che investono la quotidianità. Un meraviglio ossimoro per il flusso di mutazioni che travolgono il corpo e la mente, non solo durante la pubertà. Nella rivoluzionaria fase di transizione che Laurence Philomène vive abbracciando la sua natura femminile e maschile, nel nome e nel corpo sottoposto a terapia ormonale sostitutiva (TOS), documentati con le piccole trasformazioni quotidiane della sua identità non binaria. Un ricco corpus di lavoro e transizione, che sfida percezioni e aspettative millenarie, mettendo a nudo tutto quello che si tende a nascondere e sacrificare alle consuetudini e i cliché, con una verve brillante che fonde i concetti di vita, arte, e bellezza alla stregua dei preraffaelliti. Volgendo sguardo e pose disinvolte, si pone come La grande odalisca di Ingres, pesantemente criticata e in seguito molto apprezzata per le sproporzioni delle sue fattezze. Adagiata sulla ricchezza simbolica d'interni, tessuti e colori brillanti, dall’indaco al sole, mentre usa la fotografia per rappresentare l’immagine mancante di se. Emancipa nuove visioni d'identità non binaria che abbraccia ed evolve le forme del maschile e femminile, vivendole entrambe e a prescindere. Visioni non esclusive, condivise online come ogni ragazz* della sua generazione, passata da Flickr e Tumblr a Instagram. Da aprile 2022, anche nelle 288 pagine di Puberty. Exploring Hormone Replacement Therapy in a Non Binary Trans Person, pubblicato da Yoffy Press. Un libro per tutti, quanto l'invito a prendersi cura di se stessi, diventato necessario per molti anche prima della pandemia.
Il progetto autobiografico in progress e il fotolibro che lo condensa, si avventura nella quotidianità più intima e privata di Laurence Philomène (Montreal, 1993), documentata insieme ai cambiamenti generati su corpo e umore dalla terapia ormonale. Due lunghi anni in cui la fotografa freelance franco-canadese infonde la vitalità di colori saturi e luce brillante, anche alla banalità del quotidiano. L'energia vitale di ogni pasto, spazio e piega del suo corpo, immerso nella vasca da bagno come nel paesaggio naturale. Laurence Philomène esplora la dimensione di spazi privati che risvegliano familiarità anche negli eccessi della ritualità, mentre i cambiamenti non si manifestano solo fuori alla finestra insieme alle stagioni. Irrompono nel suo quotidiano come una festa, manifestandosi in modo sincero, anche quando la messa in posa riproduce istanti appena passati di compleanni, spuntini o tramonti. Sempre autobiografico, come l’approccio fotografico esercitato molto prima di concentrarsi sull’autoritratto. Prima di esplorare la transizione di genere come la fase della pubertà, evidenziando come nuove forme fisiche cambino ben più dei ruoli sociali. Giocando con il gatto Vashti e i contrasti, tra le mascherine ad asciugare e il filo del caricabatterie in cui inciampare, Laurence Philomène offre una visione potente di quello che potrebbe mettere fine anche al millenario conflitto tra i sessi. Questa sorta di diario di bordo, d’interni caldi e personali, come gli esterni che si liberano di non-luoghi e cliché su maschile e femminile, offre una prospettiva privilegiata sull'arte di riappropriarsi del corpo e di ogni tratto distintivo dell'identità. Esercita la pratica di liberarsi di limiti e pregiudizi, diventando la star del proprio spettacolo. Un esercizio che farebbe un gran bene anche a chi non dispone di una lunga chioma fiammeggiante come la sua. Capelli tinti sin dall’età di undici anni, per esercitare una forma di controllo sulla malattia autoimmune cronica, con la quale convive sin dall’infanzia, insieme ai farmaci. Laurence Philomène condivide una lettera d'amore per ogni identità a cui va stretta la rigida classificazione binaria di genere e le limitazioni che impone a carattere, aspetto, comportamento e giochi di ruolo. Incapace di abbracciare la complessità dell’identità di chiunque, anche di chi non convive con gli effetti d'importanti squilibri ormonali come la sottoscritta. Non solo per chi nasce con organi non-binari (intersessuale) o chi desidera cambiarli (transgenere). Soprattutto per chi non si riconosce in modelli e cliché attribuiti all'identità non binaria.