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Quanto contano i body aderenti, i corsetti ricamati, gli abiti in tulle, gli UGG, le ballerine, le collant chiare e gli scalda-cuore ora in tendenza per la percezione del corpo delle donne. NB: nella variazione di repertorio ci sono anche le sfilate

Cinque, sei, sette, otto: chi ha frequentato un corso di danza lo sa, quando parte la musica saper contare è tutto. Ancor prima di portare il tempo, un altro aspetto fondamentale è quello legato all'abbigliamento: dai collant, spesso in nylon bianco coprente, al tiratissimo chignon, curare ogni singolo particolare è l'abc del balletto classico. Chiamato «balletcore», quell'ensemble di gonnellini, mini UGG e scalda-muscoli lunghi è diventato l'ultima ossessione dei TikToker in ogni parte del mondo: per prenotare un posto a teatro citofonare «balletcore outfits» o «balletcore aesthetic» sul vostro piccolo schermo. Non dimenticate, però, che come nella maggior parte delle performance estetiche che compongono il repertorio dei creator, oltre lo spettacolo c'è sempre un significato. Il primo incontro della moda con la danza risale agli anni '10 del Novecento, a Paul Poiret e alla diffusione dei Balletti Russi a Parigi. Poiret rimase incantato dall'immaginario esotico di Diaghilev a tal punto da cominciare a curare i costumi e le scenografie e inevitabilmente anche le creazioni in atelier vennero fortemente influenzate. Poi è stata la volta di Madama Vionnet, che vestiva la danzatrice di drappeggi elegantissimi e Coco Chanel, che nel 1932 si è lasciata ispirare da un'esibizione del Cotillion Ballet per disegnare degli abiti in tulle. Le orme dei primi couturier sono state seguite da designer del calibro di Christian Lacroix e Vivienne Westwood, che hanno continuato a collaborare con le compagnie teatrali mentre i codici estetici del balletto classico tornavano ciclicamente nelle loro collezioni a tal punto che alcune maison ne hanno fatto il proprio core principale. Canotte, corsetti, collant chiari, scalda-cuore, abiti tulle, abiti babydoll, ballerine, UGG e Mary Jane non sono solo su TT. Come ha spiegato Biz Sherbet (@thedigifairy), il balletcore nasce da una naturale evoluzione della tendenza athleisure, che al termine di due anni di SKIMS e fitness home-made riscopre un'attitudine avvincente e iper-femminile e si avvicina incredibilmente alle tute aderenti in tendenza spring summer 22 come quelle di KNWLS o Mugler, ma in chiave «leisure» e con sempre nuove Mary Jane. Le sfilate del 2022 da guardare sono quelle di Act N°1, Miu Miu e Molly Goddard. Menzione speciale anche alla capsule collection di Zara in collaborazione con il NY City Ballet. All'appello rispondono anche le icone del momento: c'è il ritratto di Sydney Sweeney che veste i panni di Cassie Howard in micro-cardigan cielo e bubble braid e poi c'è il vestito bustier con calze a rete indossate come copri-spalle da Olivia Rodrigo nel video di "Brutal"? NB: entrambe sono il simbolo del ritorno degli anni '00, ma anche modelli di emancipazione, self-confidence e carattere. Infine, aggiungere all'elenco anche Ariana Grande, Hunter Schafer, Kendall Jenner, FKA Twigs ed Emily in Paris, che secondo numerose ipotesi porta in scena nei costumi di Lily Collins una performance che unisce lo street style parisienne al ballet. Che «il balletto è donna» lo disse agli inizi del Novecento George Balanchine, il celebre coreografo russo de Lo Schiaccianoci, Jewels e Don Chisciotte considerato il fondatore del metodo statunitense. Oltre un secolo dopo, non si può dire che quel pensiero non sia rimasto radicato nella percezione del balletto classico. Se pensiamo a tutti gli spettacoli a cui hanno assistito i nostri occhi, quanti sono stati i ragazzi che sono saliti sul palco? Uno spunto, questo, che a primo impatto sa di maschilismo, ma che contestualizzato nel momento storico che stiamo vivendo vede il ritorno del balletcore come l'opzione di celebrare il corpo delle donne e, a guardare i casting delle ultime sfilate o i reel dei creator di ultima generazione, vede anche un invito a sfatare tutti gli stereotipi e i cliché che troppo a lungo hanno relegato la danza classica unicamente all'universo femminile.
Il discorso sul corpo introduce poi la questione body positive e la pone su un piano non molto diverso da quello della discussione sul ritorno della vita bassa e della pancia scoperta, riferimenti-chiave della tendenza anni Duemila. Non è un mistero che, come la moda degli anni intorno al 2010, il mondo del balletto classico abbia sempre basato il proprio immaginario su canoni estetici al limite del raggiungibile e che quegli stessi parametri, di pesi e di proporzioni, spesso abbiano influito gravemente sulla salute fisica e mentale degli aspiranti ballerini come dei professionisti. Pensando al passato del balletcore come trend Tumblr era inevitabile che le perplessità fossero confermate: è il 2014 quando, dall'ossessione per il film Black Swan con Natalie Portman, nasce l'estetica Sad Girl, diventata nota per la romanticizzazione dei problemi legati alla salute mentale quali la bulimia e la depressione. A questo si aggiunge un altro revival degli anni '00, quello dello stile Twee, che propone unicamente icone "petite". Ma le cose sono cambiate.
Come con il set-chiave delle tendenze primavera estate che si vede ovunque, il balletcore potrebbe diventare l'occasione per promuovere una nuova immagine del corpo delle donne. Considerando che proprio la stagione fall winter 22 di Miu Miu contava una lunga serie di ballerine abbinate a giacche biker, la speciale tendenza potrebbe essere quello che ci serve per superare ogni limite di genere. Dalle passerelle alle camerette, le speranze sono riposte nell'attitudine open-minded che distingue la moda della Generazione Z.