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A dispetto del nome del partito che guida, Partito del progresso serbo, quello di Aleksandar Vucic è un raggruppamento conservatore. La sua riconferma nelle elezioni di domenica 3 aprile, quando in Serbia si è votato contemporaneamente per le parlamentari anticipate, le presidenziali e le amministrative in 14 Comuni (compresa Belgrado), era la cronaca di un trionfo annunciato. Vucic si è assicurato un secondo mandato già al primo turno peraltro ritoccando verso l’alto (oltre il 68%) il risultato della scorsa tornata. Un altro dato interessante è quello che riguarda l’affluenza, che avvalora ancor di più l’aura di consenso intorno a Vucic e al suo operato. Alle urne si è recato il 60% degli aventi diritto, quasi il 10% in più rispetto alle recenti legislative del giugno 2020. Lo slogan di Vucic “Pace. Stabilità. Vucic” rispecchia la voglia da parte della popolazione serba di prendere posizione e di voler partecipare attivamente anche alla luce non solo della guerra in Ucraina (e degli alti e bassi della pandemia) ma pure delle nuove tensioni che rischiano di contagiare la Penisola Balcanica.
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