https://www.huffingtonpost.it/blog/2...53111-P3-S4-T1

«Saranno le donne le protagoniste scelte per un viaggio attraverso il mito, la religione, le credenze, ma anche attraverso la realtà quotidiana, in un panorama di luoghi identificati e riconosciuti o, ancora oggi, sconosciuti»

Personaggi mitologici come Circe, Calipso, Medea, Arianna, ma anche sovrane e profughe come Didone, poi nutrici, schiave, prostitute. Il Mediterraneo non era solo un mare solcato da uomini, nell’età antica. Ce lo racconta con dovizia di fonti la professoressa Paola Angeli Bernardini in “Donne e dee nel Mediterraneo antico”, un saggio edito da il Mulino.

Dalle coppie celebri come quella di Elena e Paride che tanti mali arrecheranno ai Troiani, alle comunità femminili come le Danaiadi, alle sacerdotesse, alle ammiraglie. Il Mare nostrum pullula di donne dalla biografica variegata che non vengono mai abbastanza menzionate. E se tutti ricordano che Afrodite nacque dalle spume, forse in pochi hanno sentito menzionare Britomarti, la ninfa figlia di Zeus e Carme, inseguita da Minosse per nove mesi lungo le valli e le montagne cretesi. Pur di non finire tra le grinfie del suo aguzzino, la poveretta si gettò in mare da un alto dirupo, ma fu salvata da pescatori.

«Saranno le donne le protagoniste scelte per un viaggio attraverso il mito, la religione, le credenze, ma anche attraverso la realtà quotidiana, in un panorama di luoghi identificati e riconosciuti o, ancora oggi, sconosciuti»

Personaggi mitologici come Circe, Calipso, Medea, Arianna, ma anche sovrane e profughe come Didone, poi nutrici, schiave, prostitute. Il Mediterraneo non era solo un mare solcato da uomini, nell’età antica. Ce lo racconta con dovizia di fonti la professoressa Paola Angeli Bernardini in “Donne e dee nel Mediterraneo antico”, un saggio edito da il Mulino.

Dalle coppie celebri come quella di Elena e Paride che tanti mali arrecheranno ai Troiani, alle comunità femminili come le Danaiadi, alle sacerdotesse, alle ammiraglie. Il Mare nostrum pullula di donne dalla biografica variegata che non vengono mai abbastanza menzionate. E se tutti ricordano che Afrodite nacque dalle spume, forse in pochi hanno sentito menzionare Britomarti, la ninfa figlia di Zeus e Carme, inseguita da Minosse per nove mesi lungo le valli e le montagne cretesi. Pur di non finire tra le grinfie del suo aguzzino, la poveretta si gettò in mare da un alto dirupo, ma fu salvata da pescatori.

Talvolta le acque erano luogo insidioso in cui si consumavano degli stupri, perpetrati spesso da divinità nei confronti di donne indifese. L’autrice, a tal proposito, cita Calasso, quando sostiene che «lo stupro da parte di un dio è il segno della sopraffazione divina». Se Ifimedea venne violentata da Poseidone e ne restò incinta, Europa fu un capriccio di Zeus che la rapì, ingannandola sotto mentite spoglie, neppure Io riuscì a sfuggire all’impeto del re degli dei.

Non mancano le donne che esercitavano una forma di potere, poche per la verità, ma indimenticabili. Dee, eroine, sacerdotesse, amanti, regine, armatrici e non solo, che si lanciavano in viaggi avventurosi. Che non avevano paura, ma splendevano della loro forza.

E gli uomini? Non mancano, ovviamente, ma stavolta non è su di loro che si concentra il focus: «Se gli antichi potevano considerare il Mare internum un luogo definito e delimitato nel quale si svolgeva un’intensa attività maschile fatta di navigazione, di pesca, di scambi, di commerci, di iniziative belliche, di atti di valore, di ruberie, anche le donne non sono assenti dalla storia. Ma sono donne speciali, women of substance, che affrontavano i pericoli del viaggio e le fatiche della navigazione in situazioni a dir poco eccezionali».