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Discussione: Si è rotto, buttalo!

  1. #1
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    Predefinito Si è rotto, buttalo!

    https://www.huffingtonpost.it/blog/2...78322-P1-S4-T1



    Quando lo scorso 17 novembre Apple ha lanciato il programma di Self Service Repair (riparazioni self-service) mi son quasi commossa. Una nuova politica quella di Cupertino che, per la prima volta, ha dato l’accesso alle parti di ricambio (schermi, batterie) e soprattutto i manuali ufficiali per gli iPhone. Negli USA, questa scelta dell’azienda, in passato molto riluttante a far toccare da altri i prodotti, è stato vista come un importante passo avanti nel panorama del "diritto alla riparazione". L'inversione a U è stata brusca. Appena un mese prima, Apple combatteva contro i propri azionisti favorevoli al diritto di riparazione: sosteneva che solo gli esperti dell’azienda fossero in grado di mettere a posto i suoi prodotti in modo ineccepibile. “Questa è una mossa molto importante da parte di Apple, e la cosa più importante di tutti è che una impresa che finora ha fatto pressioni contro il diritto alla riparazione ha un’inversione di marcia abbastanza notevole. Di colpo non è più pericoloso riparare i propri prodotti” ha dichiarato Ugo Vallauri, portavoce della campagna europea Right to Repair. Vallauri però rimane cauto e pone una domanda: quanto costerà riparare da sé i propri prodotti?

    Domanda non proprio peregrina. Il fatto che riparare un dispositivo o un macchinario abbia dei costi o delle tempistiche proibitive e venga spesso reso volontariamente difficile dai produttori, incoraggia le persone a comprare nuovi prodotti invece di provare a mettere a posto quelli che già possiede, come racconta il sondaggio, fatto da YouGov UK. Anche il sondaggio dell’Eurobarometro ‘Atteggiamenti nei confronti dell'impatto della digitalizzazione sulla vita quotidiana’ conferma questo problema. L'indagine mostra che quasi otto intervistati su dieci vorrebbero obbligare i produttori a rendere i dispositivi digitali più facili da riparare. Tuttavia, questa percentuale diminuisce a quattro su dieci, se ciò implica un aumento del prezzo.

    Non dimentichiamo poi la pratica dell’obsolescenza programmata, quella per la quale le aziende disegnano volontariamente prodotti che hanno un ciclo vitale limitato e diventano inservibili o impossibili da aggiornare dopo un certo periodo. Dal punto di vista legislativo, il mio campo di lavoro da lobbista, il diritto alla riparazione è diventato centrale sia per la prospettiva dell’economia circolare che per quello della lotta alle pratiche anticoncorrenziali messe in atto da alcune aziende. Negli Usa per esempio, 27 Stati hanno - o stanno lavorando su - una legislazione su questo diritto, e il presidente Biden, nell'estate del 2021, ha firmato un ordine esecutivo nel quale incoraggia la Federal Trade Commission a usare la sua autorità per affrontare "le ingiuste restrizioni anticoncorrenziali sulla riparazione di terzi o l'autoriparazione di oggetti, come le restrizioni imposte da potenti produttori che impediscono agli agricoltori, ad esempio, di riparare le proprie attrezzature". Concetto che ha ribadito anche in un tweet del 22 gennaio scorso. a differenza tra l’approccio americano e quello europeo è proprio questa: negli USA la prospettiva è anti-monopolistica, in Europa il movimento ha, storicamente, forti radici ambientaliste e anticonsumistiche. Proprio grazie all’attività di lobbying di campagne come quella di Right to Repair si è arrivati all’approvazione, lo scorso anno del Regolamento n. 341/2021 dell’Unione Europea che affronta il problema dell’obsolescenza programmata e quindi obbliga i produttori di grandi apparecchi elettronici come lavatrici, lavastoviglie, frigoriferi e televisori a rispettare determinati criteri di progettazione e realizzazione per fare in modo che risultino semplici da riparare anche al di fuori dei circuiti ufficiali.

    Inoltre, sono obbligati a rendere disponibili i pezzi di ricambio, spesso introvabili, e le istruzioni per la riparazione, aspetto fondamentale quando parliamo di elettrodomestici di grandi dimensioni che rientrano tra i rifiuti RAEE. Purtroppo però il Regolamento non include, ad oggi, i dispositivi più piccoli, come, per esempio, gli smartphone o i tablet. Proprio per questo, il Parlamento Europeo ha, lo scorso 7 aprile, approvato una Risoluzione che invita la Commissione Europea a inserire una serie di misure, all’interno della nuova proposta legislativa prevista per il terzo trimestre del 2022, ricordando che elettronica è la fonte di rifiuti in più rapida crescita nell'UE: nel 2019 sono stati ne smaltiti oltre 53 milioni di tonnellate delle quali solo il 40% è stato riciclato. Tra le richieste troviamo quella di incentivi per i consumatori in modo da rendere più allettante la riparazione rispetto alla sostituzione, per esempio l’estensione della garanzia e la fornitura di un dispositivo sostitutivo per la durata della riparazione. Tutto spiegato benissimo in questo video. Dopo averlo guardato, devo ammettere che, almeno in alcuni aspetti della comunicazione ai cittadini sulle proprie attività, l’Europarlamento ce la sta mettendo tutta.

  2. #2
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    Predefinito Re: Si è rotto, buttalo!

    La furbata delle aziende di non voler far riparare i propri elettrodomestici pian piano diventerà un problema per le generazioni future che si ritroveranno in un mondo sempre più inquinato ed affogato da materiali da gettare.
    Ovviamente UE e l'organizzazione mondiale per il commercio si girano dall'altra parte.
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  3. #3
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    Predefinito Re: Si è rotto, buttalo!

    Citazione Originariamente Scritto da 22gradi Visualizza Messaggio
    La furbata delle aziende di non voler far riparare i propri elettrodomestici pian piano diventerà un problema per le generazioni future che si ritroveranno in un mondo sempre più inquinato ed affogato da materiali da gettare.
    Ovviamente UE e l'organizzazione mondiale per il commercio si girano dall'altra parte.
    la Gretina ha fatto i milioni con la sua borraccetta, ma se solo avesse citato lo smarfon , gugol e i progressisti l'avrebbero scancellata in 10 secondi .
    MIGA MakeItalyGreatAgain (Fai l'Italia Grande Ancora)
    che Palamara, Ciuffetti, la Gretina e la Presidentessa di Arcuri siano di lezione: QUESTA VOLTA NIENTE PRIGIONIERI

 

 

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