Briatore dà ragione a Borghese: “I giovani non vogliono lavorare” e svela quanto paga

[cimad5]

https://www.fanpage.it/spettacolo/in...-i-dipendenti/

Hanno fatto discutere le dichiarazioni rilasciate da Alessandro Borghese al Corriere della Sera. Lo chef ha spiegato: "I ragazzi? Preferiscono tenersi stretto il fine settimana per divertirsi con gli amici. E quando decidono di provarci, lo fanno con l'arroganza di chi si sente arrivato e la pretesa di ricevere compensi importanti. Da subito. Sarò impopolare, ma non ho alcun problema nel dire che lavorare per imparare non significa essere per forza pagati". In queste ore, sempre sulle pagine del Corriere, è intervenuto Flavio Briatore che ha dato ragione a Borghese: "Quello che dice lo chef Alessandro Borghese è la verità: molti ragazzi cercano lavoro sperando quasi di non trovarlo. Io lo vedo chiaramente: preferiscono il reddito di cittadinanza a un percorso di carriera. Anche quando il percorso glielo si offre, ben retribuito: pur garantendo stipendi adeguati e contratti a lungo termine, rifiutano".
L'imprenditore ha dichiarato che quando si tratta dei suoi locali, non avrebbe alcun problema a trovare il personale di cui ha bisogno a Dubai e in Arabia Saudita. Al contrario, incontrerebbe delle difficoltà in Italia. Ritiene che il problema sia il reddito di cittadinanza che sarebbe diventata "la vera ambizione" dei giovani. Briatore, inoltre, ha rimarcato (proprio come ha fatto Alessandro Borghese) come spesso si senta chiedere durante i colloqui, la possibilità di avere il weekend libero: "Io questi qui non li prendo nemmeno in considerazione, non li voglio più vedere". E ha aggiunto che chi aspira a lavorare nel settore della ristorazione, dovrebbe avere ben chiaro di non potere ambire al fine settimana libero: "Il punto è che i ragazzi non hanno proprio la testa: si sono seduti, ambiscono a non lavorare, a prendere il reddito di cittadinanza. Ai miei tempi l’ambizione era diventare impiegato: adesso è prendere il sussidio". Nonostante non voglia fare di tutta l'erba un fascio, Flavio Briatore sostiene che molti giovani non siano più disposti a sacrificarsi. Ritiene che in molti siano pronti a chattare fino alle 3 di notte, ma non a lavorare: "Il mondo del lavoro è un mondo di sacrifici. Se nella vita vuoi combinare qualcosa devi fare dei sacrifici". Infine, ha precisato che ai sacrifici che richiede corrisponderebbe uno stipendio adeguato: "Io sono uno che paga bene e che paga tutti. Da me il contratto base parte da 1.800-2000 euro netti al mese. Anche lo stagista è pagato. Chiunque entri nel mio gruppo viene formato, fa dei corsi, viene retribuito. E se sei bravo cresci, c’è chi prende 4-5-10 mila euro e oltre. Ma il problema è che i ragazzi hanno perso il valore del lavoro: io da giovane raccoglievo le mele per due soldi, e lo facevo con passione. Adesso l’obiettivo è opposto, non lavorare. Lo ripeto: colpa del reddito di cittadinanza, una vera catastrofe". La soluzione, secondo lui, sarebbe lasciare il reddito di cittadinanza solo alle famiglie bisognose e bloccarlo per i giovani almeno da aprile a ottobre.

[cimad5]

Premetto che sono contraria al reddito di cittadinanza, ma la causa di fondo non è quella, secondo me. Perché dopotutto le giovani ed i giovani che evitano i lavori troppo impegnativi dal punto di vista temporale spesso non ricevono sussidi. La ragione è culturale, cioé finalmente abbiamo capito che lavorare è sprecare la nostra vita. Se è possibile farlo il minimo indispensabile è meglio. D'altra parte gli Stati che non si rinosconono nell'arrtratezza culturale italiana stanno sprimentando riduzioni significativa di orario (giornata alvorativa su quattro giorni, ad esempio).

[Narel Jarvi]

Ma il problema è che i ragazzi hanno perso il valore del lavoro: io da giovane raccoglievo le mele per due soldi, e lo facevo con passione.

Questi sono discorsi che vanno semplicemente nella direzione della difesa dei propri interessi, però sarebbe interessante capire il contesto in cui raccoglieva le mele con passione, altrimenti non significa niente.

Anch'io potrei descrivere un preciso contesto in cui raccoglierei le mele con passione...

[cimad5]

Questi sono discorsi che vanno semplicemente nella direzione della difesa dei propri interessi, però sarebbe interessante capire il contesto in cui raccoglieva le mele con passione, altrimenti non significa niente.

Anch'io potrei descrivere un preciso contesto in cui raccoglierei le mele con passione...

Eheh verissimo

[Bunker8]

Cara Cimad,
a parte qualche fortunato a cui la natura ha dotato di una grandissima praticità, A 19 anni è da almeno un paio di generazioni che pensare di lavorare è un incubo, è normale, solitamente è la vita che in qualche modo ad un certo punto ti obbliga.
Vivere essendo costretti a lavorare ma cercando di lavorare il meno possibile è una mentalità che ha sempre portato le persone semplicemente alla frustrazione e alla mediocrità.
Non penso che qualcuno che lavora 8 ore il giorno per 5 giorni disperato perché lavora troppo possa essere felice se lavora per un giorno a settimana in meno.
Queste sono tutte convenzioni sociali o comunque segni di un mondo che si evolve possibilmente in meglio per tutti, fatta salva la possibilità di mantenere gli standard di vita attuali.
Se però non hai un obiettivo nella tua vita lavorativa, non cerchi di migliorarti e/o di padroneggiare un arte o un mestiere, resterai sempre uno schiavo della società che svende disperatamente il proprio tempo.
Personalmente, penso che con i dovuti tagli netti al cuneo fiscale (perciò tagliando fortemente la parte che lo Stato mangia dal rapporto di lavoro) ci sia spazio anche in Italia nonostante la bassa produttività per sperimentare cose del genere, almeno in tanti lavori/settori.
Rimane il grandissimo problema di una società che trasmette ai giovani questa allergia al lavoro e allo spirito di sacrificio, non capendo che dal sacrificio e dal lavoro (in tutti i campi della vita) passa la crescita e la realizzazione personale.
Sei una ragazza intelligente, perciò ti chiedo, ti sei mai chiesta come mai a voi zoomer (e anche in parte a noi millennials) l’elite e la grande finanza tramite media, guitti vari ecc. ha trasmesso questi valori controproducenti?

[Narel Jarvi]

Sei una ragazza intelligente, perciò ti chiedo, ti sei mai chiesta come mai a voi zoomer (e anche in parte a noi millennials) l’elite e la grande finanza tramite media, guitti vari ecc. ha trasmesso questi valori controproducenti?

Credo che l'obiettivo principale sia quello di renderci individui soli, incapaci di organizzarci in gruppo per cambiare la società, il fatto che dopo la cura non ci vada più di lavorare è un effetto collaterale non voluto, a cui stanno provvedendo in vari modi.

[claudiop7878]

behh che ci mandino i loro figlioli viziati per quelle cifre

[m96m]

Ritengo che in parte abbia ragione, tuttavia mi riconosco anche nel pensiero di @Narel Jarvi.
A proposito, non mi sembra che i giovani ambiscano al reddito di cittadinanza.

[cimad5]

Cara Cimad,
a parte qualche fortunato a cui la natura ha dotato di una grandissima praticità, A 19 anni è da almeno un paio di generazioni che pensare di lavorare è un incubo, è normale, solitamente è la vita che in qualche modo ad un certo punto ti obbliga.
Vivere essendo costretti a lavorare ma cercando di lavorare il meno possibile è una mentalità che ha sempre portato le persone semplicemente alla frustrazione e alla mediocrità.
Non penso che qualcuno che lavora 8 ore il giorno per 5 giorni disperato perché lavora troppo possa essere felice se lavora per un giorno a settimana in meno.
Queste sono tutte convenzioni sociali o comunque segni di un mondo che si evolve possibilmente in meglio per tutti, fatta salva la possibilità di mantenere gli standard di vita attuali.
Se però non hai un obiettivo nella tua vita lavorativa, non cerchi di migliorarti e/o di padroneggiare un arte o un mestiere, resterai sempre uno schiavo della società che svende disperatamente il proprio tempo.
Personalmente, penso che con i dovuti tagli netti al cuneo fiscale (perciò tagliando fortemente la parte che lo Stato mangia dal rapporto di lavoro) ci sia spazio anche in Italia nonostante la bassa produttività per sperimentare cose del genere, almeno in tanti lavori/settori.
Rimane il grandissimo problema di una società che trasmette ai giovani questa allergia al lavoro e allo spirito di sacrificio, non capendo che dal sacrificio e dal lavoro (in tutti i campi della vita) passa la crescita e la realizzazione personale.
Sei una ragazza intelligente, perciò ti chiedo, ti sei mai chiesta come mai a voi zoomer (e anche in parte a noi millennials) l’elite e la grande finanza tramite media, guitti vari ecc. ha trasmesso questi valori controproducenti?

Grazie per la tua riflessione
Riguardo all'indispensabilità di una riduzione della pressione fiscale sono d'accordissimo (ma non verrà fatta...).
Sono anche d'accordo sulla considerazione che sia importante, per se stesse, imparare una qualche arte o mestiere. Però dovrebbe essere parte della tua vita, non l'ossessione di procurarti denaro tralasciando tutto il resto. Credo sia giusto contribuire allo sviluppo della società, con un lavoro, ma un po' con l'organizzazione dell'Utopia (se hai letto il libro). Siccome non è così, per autodifesa, si tende a diventare disilluse.
Credo che il sacrificarsi per migiorare personalmente, e rendere la società maggiormente cooperativa, possa passare limitatamente tramite il lavoro, che dopotutto è stato "pubblicizzato" per millenni quando era il modo migliore pr sfruttare il lavoro altrui. Oggi, come fai rilevare, la "propaganda" va in senso opposto, almeno parzialmente, perché serve molto meno lavoro. L'esculsione delle persone comuni è la stessa, ne cambia solo la forma.

[cimad5]

Ritengo che in parte abbia ragione, tuttavia mi riconosco anche nel pensiero di @Narel Jarvi.
A proposito, non mi sembra che i giovani ambiscano al reddito di cittadinanza.

Né che possano ottenerlo (salvo eccezioni). Però quello è il solito refrain di Briatore.

https://it.wikipedia.org/wiki/Flavio_Briatore#Gli_inizi