Veltroni e i libri
il Giornale mercoledì 20 maggio
Federico Novella
Sarà il giallo dell’estate: ma Agatha Christie non c’entra. A luglio 2008 Veltroni dice: «Sto leggendo un libro incantevole, s’intitola Io non ricordo, di Stefan Merrill Block». Ad agosto 2008 Veltroni dice: «Sto leggendo un libro meraviglioso, s’intitola Io non ricordo, di Stefan Merrill Block». Domenica scorsa su La Stampa Veltroni dice. «Sto leggendo un libro sintomatico, si chiama Io non ricordo, di Stefan Merrill Block». Detto questo, pur con le dovute cautele che il mestiere raccomanda, possiamo dedurre con una certa sicurezza che il libro preferito di Walter Veltroni s’intitola Io non ricordo di Stefan Merrill Block.
Invano abbiamo cercato metodi razionali per allontanare dalla nostra coscienza un’immagine simile: quella di Veltroni che sfoglia per un anno lo stesso libro. Ma quanto ci mette? Ma l’ha mai letto o non l’ha letto? Va bene che il mattonazzo conta 350 pagine e parla di una famiglia tormentata dall’Alzheimer, insomma non è proprio come leggersi la Littizzetto, ma a tutto c’è un limite. Anche ipotizzando un ritmo di lettura di livello prescolare, diciamo seconda elementare, mettiamo una pagina al giorno, Veltroni avrebbe dovuto gustare il volume nella sua interezza già da un paio di settimane. Che fa: lo finisce e lo ricomincia da capo? D’accordo le ultime stime dicono che il 44% degli italiani non riesce a leggere neanche un libro all’anno: ma nel senso che nno ci prova nememno, non è che invecchiano con lo stesso tomo tra le mani. E siccome da oggi qualche inguaribile ficcanaso gliene chiederà conto, forniamo gratuitamente all’ex segretario un ventaglio di giustificazioni plausibili che al momento opportuno potranno trarlo dall’impaccio.
1) «Sì, sto cercando di leggerlo. Ma ogni cinque minuti vengo interrotto dalla telefonata di un elettore Pdl che mi ringrazia per il lavoro svolto con queste parole: se non fosse per lei, il premier adesso sarebbe Veltroni».
2) «Sì, il libro l’avevo quasi finito, poi però l’ho prestato a Franceschini. Me lo deve ancora rendere».
3) «Sì, il libro lo stavo leggendo, mi piaceva così tanto che mi sono immedesimato nel protagonista e nel titolo. Il risultato è che quando arrivo alla fine mi dimentico l’inizio, e quando torno all’inizio mi dimentico la fine. Insomma, Io non ricordo. Ma voi chi siete? E cosa volete da me? E chi è questo Veltroni?».
4) «No, quel libro non l’ho mai letto. È solo una copertura. In realtà in questo dodici mesi mi sono goduto nell’ordine: Non siamo nati per soffrire di Raffaele Morelli, tutta la saga di I love shopping, Cucina tipica romana: 100 ricette gajarde della Sora Lella, la raccolta di Figurine Panini annata ’71-72, i primi tre fascicoli della biografia di Berlusconi scritta da Vittorio Feltri, e la guida Michelin sugli itinerari dell’Africa».
5) «Il libro? Certo che l’ho letto. Ma anche no».
ALTRI MONDI