Magari sarebbe bene avere una guida spirituale che controlli. I laici lasciati da soli...
Le cose come la cabbala vanno evitate, alla lunga è come guardare un idolo che ti incanta. Te lo dico non per pregiudizio ma perchè le ho approfondite e so che ci sono cose vere dietro quelle simbologie, ma qualsiasi direttore spirituale ti direbbe di non tenere il tuo sguardo su quelle cose. Va bene per un po' conoscerle, ma poi bisogna distaccarsene se no ti trascinano in una specie di idolatria al rovescio. E' come se uno finisse per credere in Dio solo perchè è certo dell'esistenza del diavolo. Ma alla fine si finisce per... credere proprio nel diavolo, che come sai sa farsi angelo di luce. Sei attratto dal tradizionalismo? Bene lui ti prende per quella via... è astutissimo. La nostra riflessione deve essere piena delle cose di Dio. Non della cabbala, che fa tanto inorgoglire. A costo di sembrare un cretino. Che era la definizione, dei cristiani, che ne davano in terra di Francia. Il termine viene da "chrétienne". Così venivano chiamati i primi cristiani, apparivano tanto buoni e ottimisti da essere considerati dei cretini. Non ti vergognare se il tuo spirito si inclina in quel senso.
https://www.tempi.it/papa-gay-paolo-omosessuale-bufala/
"Tratto dal blog di Giuliano Guzzo – Neppure il tempo di annunciarne la beatificazione, che le associazioni gay, ieri, già esultavano: viva Paolo VI, viva il Papa gay. Spiace davvero deludere tanto entusiasmo, ma la notizia della beatificazione di Papa Montini (1897-1978) – proveniente dalla Congregazione per le Cause dei Santi, che ha ufficialmente riconosciuto il miracolo attribuito all’intercessione di Paolo VI, verificatosi con l’inspiegabile guarigione di un bambino – può essere l’occasione di fare definitiva chiarezza su una bugia che, contraddicendo l’antico adagio, ha avuto le gambe lunghe. A prescindere da come si consideri l’atto omosessuale, se si ritiene che i fatti debbano prevalere sulle chiacchiere, non si può infatti permettere che un falso storico di simili, enormi dimensioni seguiti ad essere ritenuto autentico.
Partiamo dunque da essi, i fatti. Che ebbero inizio nell’anno 1976 quando il diplomatico e scrittore Roger Peyrefitte (1907-2000) sulle pagine dalla rivista francese “Lui” per primo parlò dell’omosessualità di Montini facendo pure nome e cognome di colui che ne sarebbe stato l’amante ai tempi dell’episcopato ambrosiano e forse anche dopo, vale a dire l’attore Paolo Carlini (1922-1979). Una liaison così intensa, si è persino detto, da spingere il Pontefice a chiamarsi Paolo in omaggio all’amato. Questa storia – che negli anni è stata arricchita di particolari da altri libri quali Peccati scarlatti (Edizioni libreria Croce) di Biagio Arixi o Controvita di un papa di Franco Bellegrandi (Eiles) – da un lato non ha alcun fondamento e, dall’altro, ha una spiegazione semplice.
La spiegazione sta nel forte disappunto provato da Peyrefitte rispetto al magistero di papa Paolo VI, che in un documento confermò le posizioni della Chiesa in materia di omosessualità. In realtà – come conferma anche una fonte insospettabile come Gianni Rossi Barilli, giornalista e storico della cultura gay – non solo nella presa di posizione di papa Montini non v’era crudeltà ma addirittura con essa il Santo Padre «introduceva inedite sfumature di morbidezza nel raccomandare “comprensione” verso le persone omosessuali» (Il movimento gay in Italia, Feltrinelli 1999, p. 172). Potremmo insomma dire che, ben prima di quelle di papa Francesco, furono di Paolo VI le prime “aperture”, per dirla con espressione giornalistica assai equivoca ed oggi di moda.
Tuttavia Roger Peyrefitte – che era dichiaratamente gay – non volle sentir ragioni e considerò quelle di Montini parole intollerabili e disse quel che disse. Per farsi però un’idea sulla credibilità che potevano avere le dichiarazioni dello scrittore sul papa, basti ricordare che lui, Peyrefitte, era uomo dall’esistenza fuori dagli schemi (si autoproclamò «il più conosciuto difensore dei diritti gay» e a causa dei propri eccessi fu espulso dalla pur tollerante diplomazia francese) e che, soprattutto, quelle su Paolo VI non erano le sue prime “rivelazioni” sui presunti scandali vaticani. In precedenza, infatti, con un romanzo intitolato “Le chiavi di San Pietro“, uscito in Francia nel 1956 e pubblicato in Italia da Longanesi, avvalendosi di fumose confidenze altrui, Peyrefitte alluse ad una storia fra papa Pio XII (1876-1958) ed il conte Enrico Pietro Galeazzi (1896-1986).
Quella degli amori gay dei papi, insomma, un’autentica fissazione dello scrittore francese, assetato di scandali e sempre desideroso di calamitare su di sé gloria ed attenzioni. Ciò non toglie che papa Paolo VI abbia purtroppo sofferto, e parecchio, per quelle insinuazioni – durante la Quaresima dello stesso anno delle dichiarazioni di Peyrefitte, il 4 aprile 1976, dalla finestra di piazza San Pietro denunciò ai fedeli e al mondo «le cose orribili e calunniose dette sul suo conto» – insinuazioni che, come abbiamo detto, continuano ancora oggi a circolare. Questo anche se – come ha ammesso, fra gli altri, anche un giornalista esperto di quegli anni e non tacciabile di sudditanza clericale come Lino Jannuzzi – «non c’ era alcuna prova a conferma di quelle voci» (Corriere della Sera, 27/1/2006, p. 20).
Voci che oltretutto non furono le sole sul conto di Montini. Prima della sua nomina a pontefice, per dire, alcuni mormoravano di una relazione con una suora conosciuta in Africa. Relazione che, peraltro, se vera sconfesserebbe l’ipotesi dell’omosessualità e della storia con Carlini, che non riferì mai di una storia con Paolo VI salvo a quanti assicurano di aver raccolto dall’attore rivelazioni che, deceduto nel 1979, l’interessato non ha potuto confermare né smentire. Parole, parole e soltanto parole, dunque. Ecco perché conviene non stupirsi, quando si sente di presunti scandali nella Chiesa: quasi sempre sono bufale. Del resto, ben prima del successo mondiale di Dan Brown, fu padre Giuseppe De Luca (1898-1962) a dirlo: «Da quando esiste una curia romana, esiste una denigrazione della curia romana. Si può dire ch’è quasi un genere letterario»"
Sull'omosessualità qui c'è un articolo a favore della tesi che se lo leggi con attenzione non dice nulla. Se tutto quello su ci si basa è le accuse di un antesignano del movimento LGBT e le confidenze di qualche agente dello spionaggio... stiamo freschi.
https://laici.forumcommunity.net/?t=33516964
Sui vespasiani... non si trova nulla di nulla in rete, sarei curioso di leggere le tue fonti.
Paolo VI è stata fatto santo in seguito a due miracoli. Ora, è chiaro che chi ritiene dubbia o illegittima l'autorità di questo Papa non lo vuole considerare ma quei miracoli ci sono stati:
"Paolo VI verrà canonizzato il prossimo 14 ottobre. Come per ogni Santo, ci sono almeno due miracoli riconosciuti dalla Chiesa cattolica di cui poter parlare. Uno di quelli riguardanti papa Montini è stato raccontato in un libro di Andrea Zambrano, che si intitola "Una culla per Amanda".
La bambina in questione oggi è al suo terzo anno di vita. Stando a quanto descritto anche da alcuni medici, la piccola non sarebbe dovuta venire al mondo. Amanda Tagliaferro era destinata all'aborto terapeutico, ma qualcosa (qualcuno, per il Vaticano) è intervenuto in suo favore. La rottura delle acque alla tredicesima settimana di gravidanza, con la conseguente perdita del liquido aminiotico, aveva fatto sì che tutto lasciasse pensare al peggio.
Ma l'intercessione di Paolo VI, per ammissione di molti, tra cui la madre della bambina, è risultata decisiva. I dialoghi che hanno convinto la famiglia a rivolgersi al pontefice italiano, pregandone una statua, sono stati riportati, questa mattina, da La Verità: "Dobbiamo pregare Paolo VI". "Chi?". "Paolo VI. È stato un Papa e adesso è beato". "E allora? Io che c’ entro?". "Non lo so, ma mi è stato detto di pregarlo perché ha fatto un miracolo su un caso simile al tuo". A parlare sono Sabrina, un'amica della mamma di Amanda e, appunto, Vanna Tagliaferro, che riuscirà, in maniera del tutto inaspettata, a portare a termine la gravidanza.
L'altro miracolo di cui si accenna nello scambio tra le due è proprio il secondo che consentirà a Montini di essere canonizzato tra meno di una settimana assieme a Oscar Arnulfo Romero, arcivescovo di San Salvador. Anche in quel caso si è trattato del caso di un nascituro. Papa Francesco lo ha decretato per iscritto: il fatto che Amanda sia nata è ascritto nei fatti soprannaturali. Quelli a cui l'uomo non è in grado di dare spiegazione, se non per il tramite della fede. E sempre lo stesso argentino aveva beatificato l'ecclesiastico lombardo, poco prima del viaggio della speranza intrapreso da coloro che sarebbero divenuti i genitori della piccola miracolata. Un percorso che da Verona ha condotto sino alla Lombardia.
La famiglia di Amanda, magari non troppo convinta della bontà di appellarsi all'allora beato, si recò in un santuario di Brescia. "Arrivati ai piedi della statua - ha raccontato nel libro citato Andreza Zambrano - , i due sposi non sanno che fare. Per un po’ la osservano intimoriti e vedono questo uomo gracile di bronzo mentre allarga le braccia in segno di accoglienza".
Poi la preghiera affinché l'autore di Humanae Vitae, l'enciclica più rappresentativa delle istanza pro life, intercedesse.
https://www.ilgiornale.it/news/crona...o-1585963.html
"VERONA Una «nascita miracolosa», avvenuta il giorno di Natale, quando per tutti i medici l’aborto era certo. L’evento che ha messo il sigillo finale sulla canonizzazione di Paolo VI, la cui cerimonia si è svolta ieri in piazza San Pietro, è datato dicembre 2014, a Villa Bartolomea, nell’angolo sud-est della provincia di Verona, a due passi dal Polesine. Non proprio una delle terre di Giovanni Battista Montini, nato in Val Trompia, poi nunzio apostolico in Polonia e quindi arcivescovo di Milano. Come, del resto non lo è la California. Ma c’è un filo che lega la Bassa alla West Coast ed è sorretto dall’enciclica più nota (e più contestata, anche all’interno della Chiesa Cattolica) firmata dal pontefice da oggi santo: l’Humanae Vitae. È quel documento, vergato esattamente cinquant’anni fa, nel 1968, che detterà «la linea», almeno per i credenti, su contraccezione e aborto per i decenni a venire. E il nome Montini, ribattezzato anche il «Papa della vita» è stato invocato da una donna americana al quinto mese di gravidanza: il feto aveva malformazioni tali che i medici le avevano consigliato un aborto terapeutico. La stessa procedura che quell’enciclica condanna. Il bambino nacque sanissimo oltre vent’anni fa. E Paolo VI venne beatificato.
Il miracolo
Anche il miracolo «veronese» ha un nome e un cognome: quello di Amanda Tagliaferro. Anche lei era stata data per spacciata mentre era nella pancia delle mamma. Per quest’ultima, Vanna Pironato, quest’eventualità si mescolava con un senso di colpa tanto irrazionale, quanto, per lei insostenibile. Dopo aver scoperto di essere incinta, Vanna decise di acquistare, tramite un sito di inserzioni, una culla usata. Una culla che era stata inutilizzata, perché il bambino a cui era destinata era morto poco dopo il parto, per una grave malformazione. Vanna, che aveva già un figlio, si sottopose a un esame, la villocentesi, che, tramite il prelievo di una parte dell placenta, permette di diagnosticare alcune anomalie genetiche. Un test ritenuto sicuro che, in una percentuale bassissima di casi, porta alla rottura delle membrane, e alla perdita del bambino. Ma è stato proprio quello che è successo a Vanna. Ora, alla vigilia della canonizzazione, la mamma di Villa Bartolomea racconta che, nel 2014, lei - nata sotto il pontificato di Giovanni Paolo II - non sapeva nemmeno chi fosse papa Montini. «L’ho dovuto cercare su internet», dice sorridendo. Ma come è arrivata a digitare «Paolo VI» su Google? La storia coinvolge un ginecologo del Mater Salutis di Legnago. In questa storia piena di coincidenze (forse non tali per chi crede) è il medico che un giorno prende in cura, d’urgenza, Vanna, mentre manifesta varie perdite. I due non si conoscono, anche se lei fa l’infermiera in quello stesso ospedale. Quel giorno, alla donna viene diagnosticata la rottura delle membrane. Vanda ne parla con una collega, la quale si rivolge proprio allo stesso medico, Paolo Martinelli. Il destino (o qualcos’altro) ha voluto che proprio in quei giorni il ginecologo avesse letto della beatificazione del papa omonimo. Lui, cattolico, impegnato in prima linea in associazioni prolife, consiglia una visita al santuario delle Grazie, a Brescia, caro a Montini.
La vita quotidiana
Il resto è cronaca, Amanda nasce sana, per la felicità della mamma e di papà Alberto. La vicenda passerebbe sotto silenzio, se il parroco del paese non la leggesse sulla stampa locale e contattasse la diocesi. La macchina ecclesiale si mette così in moto e constata la soprannaturalità dell’evento. Ora, Alberto e Vanna che prima «andavano in Chiesa ogni tanto» sono i primi a essere convinti che ci sia la mano del pontefice dietro la nascita. «Io ho sempre pensato che mia figlia fosse un miracolo, il fatto che ora me lo dica la Chiesa me ne dà conferma. Aveva solo tredici settimane quando ruppe le membrane, ventisei quando nacque: pesava solo 865 grammi». E ancora: «Dio ha voluto premiare anche una famiglia come noi – racconta ora Vanna –. E pensare che tutto quello che ho fatto è stato inginocchiarmi e pregare. Temevo di essere responsabile per quanto era capitato ad Amanda, non riuscivo a perdonarmi di essermi sottoposta a quell’esame. Con il senno di poi, non lo rifarei, ma non me la sento di dar consigli. Penso che ogni genitore debba agire secondo quanto ritiene giusto».
La commissione
E il dottor Martinelli? Davanti alla commissione teologica, il ginecologo ha affermato: «Sembra che la Provvidenza voglia che Paolo VI venga ricordato anche e soprattutto come il Papa dell’Humanae Vitae, il Papa della difesa della vita fin dal suo inizio. Per questa enciclica fu contestato, odiato da vivo e da morto». Martinelli ha incontrato di nuovo Vanna solo dopo la nascita di Amanda. Guardando la bambina ha detto: «È come se fosse ruzzolata da una scarpata per centinaia di metri. Eppure, non ha riportato un graffio».
15 ottobre 2018 (modifica il 15 ottobre 2018 | 10:28)"
https://corrieredelveneto.corriere.i...82c5bc77.shtml
Come vedi due miracoli, eventi inspiegabili per la scienza, connessi intimamente con quello che il lascito più grande del Papa, l'Enciclica della vita contro il sacrificio umano globale mascherato. Se al diavolo interessa la morte contro la vita, il Papa non l'ha certo favorito.