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    Predefinito Monete digitali di stato: Usa e Ue vanno piano, i paesi emergenti corrono

    https://www.huffingtonpost.it/dossie...50142-P5-S2-T1



    Non è un momento facile per i banchieri centrali. Da un lato debbono occuparsi giorno per giorno di una tempesta perfetta (inflazione, rallentamento dell’economia, alto debito pubblico) dall’altra debbono gestire una svolta epocale quale l’introduzione della moneta di banca centrale digitale sotto la minaccia, per ora solo all’orizzonte, di monete digitali private, eventualmente promosse da qualche BigTech, o di monete digitali di qualche altro Stato.
    Per chiarire di cosa stiamo parlando, la moneta di banca centrale digitale sarebbe l’equivalente delle banconote ma in forma digitale (esisterebbe soltanto nella rete). Avrebbe la solidità delle banconote in quanto il suo valore è garantito dalla Banca Centrale - e non sta quindi nei bilanci di una banca - e potrebbe essere utilizzata per fare i pagamenti online al posto dei bonifici bancari, delle carte di credito o di debito. uriosamente, ma non troppo, i paesi che rappresentano il cuore del sistema finanziario (Stati Uniti, Europa su tutti) procedono con i piedi di piombo valutando attentamente benefici e controindicazioni per il funzionamento e la stabilità del sistema finanziario e dell’economia reale. In Europa, complice anche la difficoltà di mettere d’accordo paesi che hanno diverse priorità, si stima che ci vorranno quattro anni per avere l’euro digitale nelle nostre tasche. La ragione di tutta questa cautela risiede nel fatto che la sua introduzione potrebbe cambiare radicalmente gli equilibri del sistema finanziario, in particolare potremmo avere una disintermediazione delle banche che avrebbero meno depositi nei loro bilanci con un conseguente aumento del costo del credito. Invece i paesi emergenti corrono. La Bank for International Settlements ha condotto una indagine su ventisei paesi emergenti circa le loro attività in merito, solo due paesi non prevedono di emettere moneta digitale in un prossimo futuro, diversi paesi - soprattutto in medio oriente e in Asia - sono invece in fase avanzata con lo sviluppo di progetti pilota. Un caso eclatante è rappresentato dalla Banca Centrale delle Bahamas che ha reso disponibile la sua moneta digitale (Sand dollar) al pubblico nell’ottobre 2020. I motivi per progettare di emettere moneta digitale nei paesi emergenti sono più d’uno. In primo luogo l’utilizzo del contante sta diminuendo e al contempo i pagamenti digitali, che passano tramite sistemi privati (come le carte di credito o le app) stanno aumentando, questo potrebbe portare ad una perdita di centralità della Banca centrale nel gestire gli aggregati monetari e, quindi, nel controllare l’economia. Il secondo motivo è che una moneta digitale favorirebbe l’inclusione di larga parte della popolazione nel mondo finanziario. Si stima che circa 1/3 della popolazione adulta nel mondo non possieda un conto bancario, la percentuale supera il 50% in Africa e il 40% in America Latina ma molte di queste persone possiedono un telefono cellulare e sono quindi in grado di effettuare pagamenti digitali. Una moneta digitale unita ad una campagna per diminuire il digital divide potrebbe avvicinare parte della popolazione al mondo della finanza. Strettamente legata a questa considerazione abbiamo una terza ragione che riguarda i costi dei servizi di pagamento che sono molto elevati in questi paesi, una moneta di banca centrale potrebbe aumentare la competizione e l’efficienza nel settore del sistema dei pagamenti riducendone i costi.
    Tra i principali punti di attenzione da parte delle banche centrali troviamo: problemi operativi, disintermediazione, basso livello di adozione. Il primo è quello che desta più preoccupazione sia riguardo a interruzioni del funzionamento dell’infrastruttura (rischio operativo), come si è verificato a gennaio nel caso del progetto pilota dell’Eastern Caribean Central Bank, sia per rischi di attacchi cyber. Il tema della disintermediazione delle banche, che potrebbe riflettersi in una riduzione del credito all’economia, è al centro dell’attenzione soprattutto per i suoi effetti nei periodi di crisi. Per fronteggiare il problema si ipotizza di porre un limite alla quantità di moneta digitale posseduta. Quanto all’adozione, il tema è quello di disegnare la moneta digitale in modo tale che venga adottata da una vasta platea di cittadini e imprese.
    L’esperienza sul campo dei paesi emergenti permette di comprendere anche la piega che sta prendendo il disegno delle moneta digitale contribuendo a sgombrare un campo che rischia di essere troppo affollato da ipotesi e obiettivi da raggiungere. In primo luogo, quasi tutti gli esperimenti vanno nella direzione di un sistema a due livelli con la banca centrale che fornisce l’infrastruttura ed emette la moneta mentre le banche si occupano dell’interfaccia con l’utente. E’ escluso quindi che la banca centrale faccia da banca direttamente per i cittadini.
    Sul fronte dell’anonimato della moneta digitale ancora non c’è una chiara direzione. I pagamenti in contante sono anonimi a differenza di quelli effettuati tramite i circuiti bancari. Se le transazioni con moneta digitale debbono rispecchiare questa caratteristica è ancora una questione aperta anche se la Cina – ma anche le Bahamas - sembra segnare la via optando per mantenere l’anonimato per transazioni di valore limitato e piena tracciabilità per operazioni di ammontare significativo. Sul fronte dell’architetture (centralizzata o decentralizzata tramite una blockchain) così come sulla presenza di limiti alla detenzione della moneta digitale non c’è ancora una chiara scelta di campo anche se è probabile che qualche forma di limitazione alla detenzione di moneta digitale venga introdotta per limitare l’eventuale disintermediazione bancaria.
    La priorità sembra essere quella di garantire l’interoperabilità della moneta digitale con altri sistemi di pagamento privati (la possibilità di convertire moneta digitale con moneta depositata presso conti correnti o utilizzata tramite altri sistemi), un aspetto tecnico che può segnare il successo dell’esperimento e che presenta più di una difficoltà. Un altro aspetto che emerge dall’esperienza sul campo è che le banche centrale sembrano voler non complicarsi troppo la vita non prevedendo una remunerazione della moneta digitale. Così facendo la moneta digitale sarebbe prossima al contante e non sarebbe destinata a fare concorrenza ai depositi. Al fine di favorire l’inclusione finanziaria, le esperienze delle banche centrali nei paesi emergenti mostrano che alcune caratteristiche del disegno della moneta digitale potrebbero essere cruciali: disponibilità della moneta off-line, compatibilità con telefoni cellulari non di ultima generazione, basso costo rispetto a strumenti di pagamento alternativi, possibilità di effettuare l’on-boarding dell’utilizzatore online.
    La sperimentazione in materia di moneta digitale va avanti, il terreno inizia a dissodarsi e a sgombrarsi delle diverse ipotesi sul terreno, la speranza è che l’Europa (o meglio i paesi dell’area dell’Euro) faccia tesoro di questa esperienza e non arrivi troppo tardi.

  2. #2
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    Predefinito Re: Monete digitali di stato: Usa e Ue vanno piano, i paesi emergenti corrono

    Per me significa a livello globale la morte definitiva del materasso.

 

 

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