https://www.ilpost.it/2022/07/06/fra...azionalizzare/
Il governo francese ha annunciato l’intenzione di rinazionalizzare Électricité de France, che è più nota come EDF ed è la principale azienda energetica francese. L’annuncio è stato fatto mercoledì pomeriggio dalla prima ministra francese Élisabeth Borne durante un discorso in parlamento, ma già in passato il presidente Emmanuel Macron ne aveva parlato. La nazionalizzazione di EDF ha l’obiettivo di aiutare l’azienda, che perlopiù si occupa di energia nucleare, a superare una grande crisi che dura da anni ma che si è accentuata negli ultimi mesi per le conseguenze della guerra in Ucraina.
EDF esiste dal 1946 ed era stata un’azienda pubblica fino al 2004. Dal 2005 è invece quotata in borsa ed è controllata dallo stato per oltre l’80 per cento. Un parte compresa tra l’1 e il 2 per cento è controllata dai dipendenti e la restante parte è sul mercato. Al momento non è stato comunicato con quali tempi e con quali modalità lo stato francese procederà alla piena nazionalizzazione di EDF. Borne, comunque, è stata chiara e diretta sulle intenzioni del governo: «vi confermo oggi», ha detto parlando delle priorità del suo governo «che lo stato intende controllare il 100 per cento del capitale di EDF».
Da ormai diversi anni EDF sta avendo problemi gestionali, soprattutto per quanto riguarda le 19 centrali nucleari francesi, che forniscono circa il 70 per cento del fabbisogno di energia elettrica del paese. Al momento circa la metà dei suoi 56 reattori nucleari (molte centrali ne hanno più d’uno) non sono operativi. Alcuni sono inoltre ormai piuttosto vecchi, con tutti i problemi che questo comporta. Il risultato è che la produzione di energia nucleare francese è ai minimi da decenni: era 430 terawattora nel 2005 ma soltanto 335 terawattora nel 2020, e dovrebbe calare ulteriormente nel 2022 (un terawattora sono un miliardo di kilowattora).
EDF ha poi problemi economici: l’azienda stima che quest’anno i suoi profitti caleranno di 18,5 miliardi di euro e il suo indebitamento crescerà di circa il 40 per cento rispetto all’anno precedente, per arrivare fino ad oltre 60 miliardi di euro. Come ha scritto il Sole 24 Ore, di recente «EDF è stata anche danneggiata dalle norme governative che la costringono a vendere energia ai concorrenti a prezzi scontati». L’intenzione da parte del governo francese di arrivare a una piena nazionalizzazione di EDF, che in Italia controlla Edison, è stata accolta positivamente dagli investitori e nella Borsa di Parigi il valore dei titoli dell’azienda è salito di quasi il 10 per cento. La nazionalizzazione di EDF, fatta in vista di successivi e ingenti investimenti sul nucleare, è considerata una scelta che potrà trovare piuttosto facilmente un buon consenso nel parlamento francese, dove il governo guidato da Borne ha solo la maggioranza relativa.
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In parallelo al viaggio del ministro degli Esteri della Federazione Russa Sergej Lavrov, anche il presidente francese Emmanuel Macron si trova in questi giorni in Africa. L’itinerario di tre giorni è iniziato in Camerun e prosegue oggi in Benin, mentre l’ultima tappa sarà in Guinea-Bissau. Macron è accompagnato dal ministro degli Esteri Catherine Colonna e dal ministro della Difesa Sebastien Lecornu.
Perché conta: Il tour di Macron risponde a diverse esigenze. Anzitutto, ridefinire la posizione strategica della Francia in Africa. Il ritiro dal Mali (gli ultimi soldati francesi dell’operazione Barkhane lanciata nel 2014 dovranno lasciare il paese entro settembre) ha visto Parigi cedere terreno all’avanzata di Mosca, che sostiene indirettamente la giunta militare al potere a Bamako tramite il Gruppo Wagner. L’episodio ha assestato un duro colpo all’influenza francese nel continente e ha aperto a una serie di interrogativi rispetto alle modalità con cui l’Esagono potrà permanere nella Françafrique. «Il nostro obiettivo non è quello di essere meno presenti nel Sahel o in Africa, al contrario», ha affermato l’Eliseo. «Ma dovremo imparare a vederci in modo diverso e ad essere visti in modo diverso». Così il presidente francese in questi giorni sta approfondendo i rapporti con Camerun, Benin (francofoni) e Guinea-Bissau per ricalibrare la propria presenza verso il Golfo di Guinea, da una parte ricorrendo al vettore della lotta al terrorismo, dall’altra mostrando disponibilità a riaprire il capitolo dei «crimini della Francia coloniale» nell’area.
La spedizione di Macron ha poi una chiara matrice antirussa, non solo per le vicende maliane. L’Africa è infatti in questi giorni terreno di contesa propagandistica e diplomatica tra Russia e Occidente. Il viaggio di Lavrov nel continente serve anzitutto a far passare il messaggio che la Russia non è responsabile della crisi alimentare provocata dalla guerra in Ucraina nei paesi africani. È inoltre volto a far sì che questi ultimi non cedano alla pressione occidentale, che li vorrebbe schierati sul conflitto in corso. Macron è dunque nella regione anche come portavoce delle potenze europee, accusate a sua detta di essere «la causa della crisi alimentare mondiale, anche in Africa»: «È totalmente falso. Il cibo, come l’energia, sono diventati armi di guerra russe. La situazione in cui ci troviamo è responsabilità della Russia».
Al momento, per ammissione dello stesso Macron, le «falsità» propagandate dai russi riscontrerebbero «un certo successo nell’opinione pubblica africana». Già nella risoluzione Onu del 2 marzo 2022, 17 paesi africani si erano astenuti dal condannare l’invasione russa. Silenzio assenso che ora sembra poter essere rinforzato dai recenti accordi sul grano.
La determinazione a giocare un ruolo di primo piano nel continente africano fa parte dell’identità nazionale francese. Adesso Parigi può sfruttare la rilevanza assunta dal continente nella guerra in Ucraina per elevare la partita africana a interesse dell’Occidente tutto.
Per approfondire: L’Africa francese è sempre più stretta
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Il semipresidenzialismo francese funziona bene quando il presidente ha anche la maggioranza parlamentare; quando non ha la maggioranza, o peggio ancora quando un altro partito ha la maggioranza (coabitazione) la situazione si complica, anche se ovviamente rimane molto preferibile alla costituzionaccia italiana.
Per questo preferisco un sistema parlamentare con sfiducia costruttiva, in cui ci può anche essere l'elezione diretta del presidente, ma senza poteri esecutivi (Portogallo, Austria, Slovenia, etc)
https://www.ilpost.it/2022/09/08/mac...pagePosition=4
Il presidente francese ha aperto il Consiglio nazionale per la Rifondazione, per coinvolgere nelle grandi decisioni politici, cittadini e associazioni
Socio Fondatore di AS - Alternativa Sociale