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  1. #131
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    Predefinito Re: La Corte suprema Usa voterà per abolire il diritto all’aborto

    Citazione Originariamente Scritto da Marximiliano Visualizza Messaggio
    Insomma vota o non vota 'sta Corte suprema
    Forse in autunno, ma sarebbe una scelta politica sbagliata. Ci sono le elezioni, meglio mandare il messaggio senza formalizzarlo.

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    concorso cimad 2022

  2. #132
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    Predefinito Re: La Corte suprema Usa voterà per abolire il diritto all’aborto

    Citazione Originariamente Scritto da cimad5 Visualizza Messaggio
    È un fenomeno diffuso, ma quello che succede negli USA ha un impatto molto maggiore a quello di qualsiasi altro Stato del pianeta.


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    Non a livello globale. Le differenze tra Trump e biden sono clamorose in politica interna praticamente nulle in politica estera. Poi puoi aprire o meno a Kim o aprire o meno all'Iran ma e' diversità tattica non strategica.

    Ergo l'impatto della mancanza di "centro" in usa geopoliticamente e' irrilevante. Lo e: molto meno in paesi meno rilevanti. La mancanza di moderazione in Serbia geopoliticemente parlando ha molto più impatto della mancanza di centro in usa. Perché la loro immoderazione determina un guerra. Biden o Trump le guerre le fanno ugualmente

  3. #133
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    Predefinito Re: La Corte suprema Usa voterà per abolire il diritto all’aborto

    Citazione Originariamente Scritto da ----- Visualizza Messaggio
    Non a livello globale. Le differenze tra Trump e biden sono clamorose in politica interna praticamente nulle in politica estera. Poi puoi aprire o meno a Kim o aprire o meno all'Iran ma e' diversità tattica non strategica.

    Ergo l'impatto della mancanza di "centro" in usa geopoliticamente e' irrilevante. Lo e: molto meno in paesi meno rilevanti. La mancanza di moderazione in Serbia geopoliticemente parlando ha molto più impatto della mancanza di centro in usa. Perché la loro immoderazione determina un guerra. Biden o Trump le guerre le fanno ugualmente
    Un Impero deve guerreggiare, ma si può scegliere quali guerre fare. Ed radicalismo interno in uno Stato di terzo o quart'ordine non ha incidenza su altri Stati, mentre ciò che succede negli USA, al netto delle guerre, impatta sempre sugli altri, anche solo come influenza culturale.

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    concorso cimad 2022

  4. #134
    Super Troll
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    Predefinito Re: La Corte suprema Usa voterà per abolire il diritto all’aborto

    Citazione Originariamente Scritto da cimad5 Visualizza Messaggio
    Un Impero deve guerreggiare, ma si può scegliere quali guerre fare. Ed radicalismo interno in uno Stato di terzo o quart'ordine non ha incidenza su altri Stati, mentre ciò che succede negli USA, al netto delle guerre, impatta sempre sugli altri, anche solo come influenza culturale.

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    Guarda l'ucraina

  5. #135
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    Predefinito Re: La Corte suprema Usa voterà per abolire il diritto all’aborto

    Citazione Originariamente Scritto da ----- Visualizza Messaggio
    Guarda l'ucraina
    Appunto, l'attuale guerra russo-statunitense

  6. #136
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    Predefinito Re: La Corte suprema Usa voterà per abolire il diritto all’aborto

    https://www.elle.com/it/magazine/wom...o-stati-uniti/

    L’America torna a infiammarsi sul diritto all’aborto (ma anche da noi non guasterebbe). Tra un mese infatti la Corte suprema degli Stati Uniti potrebbe annullare la storica sentenza Roe vs Wade, mai diventata legge, con cui nel 1973 legalizzò l’aborto a livello federale, riconoscendo il diritto della 22enne Norma McCorvey (Roe era il suo pseudonimo a fini di privacy) d’interrompere la gravidanza, diventando simbolo di tutte le donne. Lo ha rivelato lo scoop della testata online Politico con la pubblicazione, il 2 maggio, della bozza del giudice Samuel Alito sul parere (un ripudio “totale e fermo”) dei giudici in maggioranza conservatori, 6 su 9. Se la fuga di notizie sarà confermata, spetterà ai singoli Stati decidere se e quando vietare l’interruzione di gravidanza. Secondo il Guttmacher Institute, sono 26 quelli pronti a vietare quasi del tutto il ricorso all’aborto, battuti sul tempo dal Texas che già dallo scorso settembre ha le regole più restrittive. Come raccontano queste due testimonianze che gettano luce su come potrebbe essere il prossimo futuro...
    «La paura più grande di quando mia sorella maggiore ha abortito qualche anno fa – così mi ha raccontato – era che i medici potessero dimenticarsi un rotolo di garza nella pancia. La mia? Sfilare con le manette ai polsi al momento di finire in prigione. Ho scoperto di essere incinta lo scorso settembre, dopo esser tornata insieme al mio fidanzato “storico”. C’eravamo lasciati a causa della distanza, io qui a studiare Medicina, lui Economia a Chicago. In quel periodo ho frequentato un altro con cui abbiamo sempre usato i condom tranne una sera ubriachi, a una festa. A fine estate, davanti all’evidenza del test di gravidanza positivo, mi decido a chiamare Planned Parenthood, un’organizzazione non profit che fornisce servizi sanitari alle donne, tra i quali l’interruzione di gravidanza, dove mi spiegano la “situazione”. Dallo scorso settembre nel secondo Stato più grande degli Stati Uniti, il Texas appunto, l’aborto è legale solo entro le sei settimane, ossia da quando viene rilevata l’attività cardiaca dell’embrione (anche se per gli esperti gli embrioni non hanno un cuore in quella fase di sviluppo). Praticamente hai tempo un mese e mezzo per scoprire di essere incinta e avviare tutta la procedura; io sono di oltre cinque settimane, e “se volesse abortire dovrebbe farlo immediatamente”, dice la dottoressa, “altrimenti andremmo entrambe fuori legge”. Superato quel limite, infatti, il Senate Bill 8 (SB8) autorizza ogni privato cittadino a citare in giudizio chiunque “aiuti o favorisca” un aborto illegale, dai medici alle associazioni pro-choice che coprono le spese, passando per i parenti che ti danno un passaggio in clinica. Chi vince la causa ha diritto a 10.000 dollari da parte di chi viene citato in giudizio. Sdraiata con le gambe divaricate e la gonna fino in gola, mi manca il respiro: devo decidere in poche ore. Ho sempre pensato che sarei diventata mamma, ma ora è troppo presto, voglio finire gli studi e trovare un lavoro. Poi il dubbio di non sapere chi è il papà di questo bambino non mi fa chiudere occhio. Potrei fare il test del Dna, ma i tempi si allungherebbero escludendo a priori la possibilità di abortire vicino casa. Non posso confidarmi con nessuno. Intanto i giorni passano e ho la testa che gira così velocemente che il corpo è come paralizzato. Questa assurda legge del Texas non impedirà alle donne di decidere, le spingerà solo a sentirsi in trappola e a rischiare la vita. Come me, che per la fretta ho deciso di abortire, con la convinzione che se non avessi avuto questo conto alla rovescia sulla testa forse avrei scelto diversamente. Vivrò con questo rimorso. Sempre meglio che bere candeggina o rischiare di finire due notti dietro le sbarre, com'è successo da poco a Lizelle Herrera, una 27enne texana. Un arresto incostituzionale (chi abortisce non è penalmente perseguibile neanche in Texas), ma chissà fino a che punto arriveranno per criminalizzare le donne».
    «Alla fine del terzo mese di gravidanza del secondo figlio, durante un’ecografia, vedo il ginecologo fare una faccia strana. Con lo sguardo perso nel vuoto dice: “Prenda l’auto a vada al pronto soccorso pediatrico del più vicino ospedale. Li ho avvertiti, la stanno aspettando”. In auto chiamo Bob (con cui siamo sposati da 5 anni e abbiamo una bambina di sei mesi a lungo cercata), dandogli appuntamento all’ospedale. Dopo ulteriori controlli la dottoressa di turno prende coraggio e ci spiega che il bambino ha una malformazione per cui gli arti non si stanno sviluppando. Una prognosi che fa a pugni con la vita. Mi sento frastornata, guardo Bob come a chiedergli se ha capito meglio di me. E prima ancora di affondare sotto la gravità del verdetto la dottoressa prosegue: “Le brutte notizie non sono finite. In situazioni simili si procede con l’interruzione di gravidanza, ma noi non possiamo fargliela qui a causa della legge”. Gli aborti oltre le sei settimane sono permessi solo se la paziente è in pericolo di vita. Neanche lo stupro e l’incesto fanno eccezione. Figuriamoci noi. “Non potete farlo e basta?” chiedo piangendo. La legge è passata da pochi mesi, nessuno si prende la responsabilità di violarla: i medici rischierebbero l’ergastolo e multe fino a 100.000 dollari. Quelli con cui parlo sono così spaventati che scrivono i numeri di telefono delle cliniche oltreconfine sui loro telefonini per poi mostrarmeli. Per interrompere la gravidanza il prima possibile, decidiamo infatti di andare dove ci sono meno ostacoli: chiamo una ventina di cliniche tra Louisiana, Alabama, Kansas, New Mexico e Oklahoma (quest’ultimo Stato nel frattempo, lo scorso 6 aprile, ha approvato una legge che vieta quasi del tutto l’aborto, ndr). In alcuni Stati c’è il limite di 15 settimane, altri sono overbooked a causa delle richieste delle pazienti texane e altri ancora richiedono un periodo di attesa obbligatorio tra la prima visita e l’intervento vero e proprio. Per cui bisogna programmare due viaggi a distanza di tempo e organizzare doppie ferie, alberghi, spostamenti. Noi, tra prendere l’aereo e guidare otto ore nel deserto texano senza linea telefonica sul cellulare e con una figlia piccola che ancora allatto, scegliamo di volare in New Mexico. Lo racconto solo per aiutare le donne che ho conosciuto in quella sala d’aspetto, dalla mamma single e disoccupata alla ragazza violentata nel campus. Perché se è vero che gli antiabortisti si battono in difesa della vita, la prima garantita dovrebbe essere la vita della madre. Insieme alla sua insindacabile libertà di scelta».

  7. #137
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    Predefinito Re: La Corte suprema Usa voterà per abolire il diritto all’aborto

    https://news.robadadonne.it/aborto-usa-roe-v-wade/

    La corte suprema si appresta ad udire l’udienza nel caso Dobbs v. Jackson’s Women Health Organization dal cui esito dipende l’integrità dell’accesso all’aborto come diritto costituzionale.
    Dal 1973 il diritto di accedere alla pratica abortiva è garantito dalla sentenza Roe v. Wade, che ha permesso di dimostrare come le leggi che vietavano l’aborto fossero una violazione al diritto alla privacy. Secondo quanto prescritto dalla sentenza il limite abortivo viene stabilito in base al limite temporale oltre cui il feto potrebbe sopravvivere al di fuori dell’utero, che quindi può consentire pratiche abortive fino al settimo mese di gestazione.
    Il diritto all’aborto, però, è uno degli snodi di consenso politico più sentiti negli Stati Uniti, al punto di essere uno degli argomenti sempre presenti nelle campagne elettorali. La sentenza, quindi, potrebbe essere emessa con l’intento di ingraziare il largo consenso anti abortista che reclama la destituzione di Roe v. Wade. Negli ultimi 30 anni il diritto all’aborto è stato eroso progressivamente nella prassi ed il timore è che la legge, ultimo baluardo di tutela, cada e si adegui. In ben 22 stati esistono leggi che in assenza di Roe v. Wade potrebbero abolire o rendere virtualmente inaccessibile il diritto all’aborto.
    Trent’anni di dibattito che si è concentrato sulla sopravvivenza fetale, scorporando sempre più dalla percezione collettiva il soggetto sostanziale tutela da questa sentenza che non è il feto, ma la persona che necessita di abortire. L’inversione dei soggetti è una delle tattiche principali dell’argomentazione anti scelta nel mondo, perché semplicemente parlando di feti prima che di persone potenzialmente bisognose di abortire in sicurezza si crea una gerarchia, una sovrapposizione di piani che subordina la vita esistente, e la sua autodeterminazione, alla tutela di quella che è, di fatto, una vita potenziale. La vita vivente, capace di intendere e volere, di elaborare strategie programmatiche per il futuro viene annullata, assorbita da immagini e parole che altro scopo non hanno se non quello di annullare le persone con utero fintanto che non siano ascrivibili all’unico ruolo ritenuto socialmente consono: quello di madre. L’imposizione della maternità è il grave rischio diretto derivante dalla revoca della sentenza del ’73, la creazione di una struttura legislativa diffusa in più Stati, capace di restringere ulteriormente i diritti delle donne sul proprio corpo. Il New York Times ha stilato una mappa che mostra quali e quanti stati renderebbero impossibile per i propri cittadini abortire. La mappa è una rappresentazione delle ricerche compiute in concerto dal Middlebury College, University of California, San Francisco e Guttmacher Insititute, e restituisce in forma grafica l’allarmante dato per cui dall’indebolimento o dalla revoca di Roe vs Wade, il numero di interruzioni di gravidanza legali diminuirà del 14%. Agli occhi della propaganda anti-abortista, quel 14% probabilmente si dispiega come un 14% in più di nascite e famiglie serene, ma nella realtà prospetta un aumento di aborti clandestini, danni alla salute mentale e fisica delle persone costrette a portare avanti le gravidanze, problemi finanziari e sociali. La restrizione dell’accesso a un aborto legale e sicuro, condotto in strutture ospedaliere con personale medico specializzato, si traduce in una violazione del diritto alla vita. Secondo l’OMS, ogni anno il 13% delle morti materne è dovuta ad aborti non sicuri. Un 13% che rispecchia solamente i casi riportati, non quelli nascosti complice lo stigma sociale attribuito alla pratica abortiva. Il fatto stesso che la casistica rientri nelle morti materne è indicativo della connotazione erronea dell’aborto che, di nuovo, lo pone come una questione relativa al feto e non a chi decide di abortire. Le prospettive per gli Stati Uniti sono cupe, e alcuni stati si preparano a diventare zone sicure in cui accogliere le persone. È il caso della California che, come riporta il Los Angeles Times: Le cliniche della California e i loro alleati al governo, mercoledì hanno rivelato un piano per rendere lo stato un “santuario” per coloro che cercano cure riproduttive, compreso possibilmente il pagamento di viaggio, alloggio e procedure per persone di altri Stati.
    Sistemi di compensazione, questi, che dovranno però scontrarsi con il limite geografico determinato dall’ampiezza degli Stati Uniti, unito alla collocazione demografica delle fasce di popolazione più povere, espulse dai centri urbani e quindi, dalla mobilità più accessibile. Le conseguenze, però, non saranno solo un affare americano. Gli Stati Uniti, infatti, sono ancora presi a modello come sistema e le alleanze, o le prospettive di alleanza, potrebbero mettere in discussione il diritto all’aborto in molti Stati. Questo perché uno dei maggiori gruppi di potere negli USA è costituito dalla chiesa evangelista che, supportando i due candidati presidente, ma anche i singoli governi detiene un vero e proprio potere di agenda. Potere che potrebbe traslarsi senza troppe difficoltà nelle relazioni internazionali, portando il diritto all’aborto alla ghigliottina. Il diritto all’aborto è già stato eroso da diverse legislature, come nell’emblematico caso della Polonia. Di poche settimane fa la notizia della morte di Izabela Sajbor, lasciata morire perché i medici, nel rispetto della nuova legge antiabortista, hanno preferito attendere la morte naturale del feto piuttosto che praticare un aborto salvavita. Gli Stati Uniti, già nel 2019, sotto l’amministrazione Trump, avevano dichiarato che non esiste un diritto internazionale all’aborto. Questa affermazione si traduce nel tentativo di impedire l’erogazione della pratica anche da parte di quegli enti preposti a fornire aiuto umanitario. Gli Stati Uniti, d’altronde, detengono uno straordinario quanto impari potere all’interno di alcune istituzioni internazionali, spesso le stesse che debbono fornire servizi e aiuti in zone di guerra. Ciò, unitamente alla pressione politica esercitabile da Washington, si somma alla crescente ondata repressiva che, dal 2008, sta alimentando politiche destre e discriminatorie in cui le violazioni dei diritti umani sono una costante. Negli Stati Uniti, come nel mondo, la battaglia sull’aborto legale è una battaglia per il riconoscimento dell’indipendenza delle donne. Negando il diritto all’aborto, proponendo alternative come l’adozione post gestazione in maniera coatta, si nega la possibilità per una donna, e per tutte le persone aventi l’utero, di scegliere se e quando portare a termine una gravidanza. La gravidanza è un evento dalle importanti connotazioni, riempie 9 mesi di un arco vitale e prospetta cambiamenti fisici e psicologici notevoli. Se avviene come scelta è una determinazione del sé. Se deve essere esperita in funzione di una negazione di diritti diventa una violenza fisica e psicologica pervasiva, capace di lasciare strascichi e dolori spesso nemmeno considerati dai sistemi sanitari.
    Inoltre, negare l’accesso a un aborto legale e sicuro è un rischio per tutte le persone non binarie e trans le cui esperienze con la medicina risultano essere particolarmente traumatiche anche in assenza di imposizioni di tale natura. Ciò che verrà deciso dalla Corte Suprema avrà ripercussioni in tutto il mondo. Se Roe v. Wade dovesse cadere, il giubilo della politica misogina troverà finalmente sfogo e appoggio. Lungo le vie autostradali non sarà insolito leggere cartelli che suggeriscono che il feto potrebbe essere un futuro Gandhi od Obama, come avviene ora lungo le strade dello stato del Mississipi. Nei riquadri dei finestrini entreranno immagini di cuccioli di foca che sostengono rosei feti e invitano le donne a salvare i piccoli umani, a diventare madri in quanto massima gioia. Non è un caso che su quei cartelli la prospettiva di successo fosse un Gandhi o un Obama, in un mondo anti abortista una donna è solo un recipiente, un passaggio spaziale, capace di creare uomini, destinati al potere e alla memoria, o altre donne che un giorno dovranno essere forzatamente madri.
    concorso cimad 2022

  8. #138
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    Predefinito Re: La Corte suprema Usa voterà per abolire il diritto all’aborto

    I nostri corpi non dovrebbero essere mai nelle mani dei politici.

    https://www.independent.co.uk/life-s...-b2072563.html

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  9. #139
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    Predefinito Re: La Corte suprema Usa voterà per abolire il diritto all’aborto

    Usa, svolta storica sull’aborto: la Corte Suprema cancella la Roe vs Wade

    https://it.insideover.com/donne/usa-...e-vs-wade.html

  10. #140
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    Predefinito Re: La Corte suprema Usa voterà per abolire il diritto all’aborto

    Inizierà il turismo abortivo. Complimentoni alla Corte Suprema.

    Teniamoci stretti, che c'è vento forte.

    Io sono per la chirurgia etica: bisogna rifarsi il senno.

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