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cimad5
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A seguito all’attacco missilistico russo allo snodo ferroviario di Volovec’ – il primo in Transcarpazia (Ucraina) – la Slovacchia ha messo in stato di allerta tutti i sistemi difensivi. Il ministro della Difesa di Bratislava Jaroslav Naď ha invitato i cittadini a non recarsi in Ucraina in treno, specificando che «Putin farà tutto il possibile per “denazificare” stazioni e aeroporti vicino al confine slovacco».
Perché conta: L’attacco russo nell’oblast’ più occidentale dell’Ucraina avviene a pochi giorni dall’annuncio di un nuovo pacchetto di aiuti militari slovacchi a Kiev per un valore di 2 milioni di euro. Dopo aver ceduto il sistema di difesa aerea S-300, Bratislava valuta ora la cessione all’Ucraina dei caccia da combattimento d’origine sovietica Mig-29. Nel frattempo, la Slovacchia incassa l’ausilio diretto della Polonia nella protezione dei propri cieli, dopo aver già visto il dispiegamento del sistema missilistico statunitense Patriot sul proprio territorio.
Il bombardamento russo dello snodo logistico a 100 chilometri dal confine slovacco-ucraino ha lo scopo pratico di interrompere il flusso di munizioni e mezzi pesanti occidentali mediante il vicino tunnel di Volovec’ sotto i monti Carpazi. Segno questo che la Russia teme un afflusso di armamenti non solo dalla Polonia attraverso l’oblast’ di Leopoli, ma anche dalla Slovacchia tramite la Rutenia subcarpatica. Se l’Ungheria resta fermamente contraria all’invio di armi all’Ucraina, accusata di discriminazioni verso la comunità magiara che abita la Transcarpazia, il governo di Bratislava adotta un atteggiamento più accomodante verso Kiev al fine di presentarsi come alleato modello della Nato. La concessione decennale approvata a gennaio 2022 delle basi aeree slovacche agli Stati Uniti – nonostante il dissenso popolare – ne è solo la riprova.
Il calcolo politico di Bratislava potrebbe rivelarsi inesatto. Nonostante la ritrosia ad applicare l’embargo Ue agli idrocarburi russi, la “bellicosa” Slovacchia potrebbe rimanere senza gas e petrolio per volere della Russia. Il flusso di equipaggiamento militare potrebbe inoltre avvicinare, non allontanare, la devastazione bellica ai confini slovacchi. Incentivando nuovi attacchi russi alle infrastrutture logistiche della Transcarpazia (risparmiata nei primi due mesi di guerra) bisogna mettere in conto anche i fisiologici danni collaterali (anche umani).
Il ministro della Difesa della Federazione Russa Sergej Šojgu ha già avvisato che eventuali veicoli della Nato carichi di munizioni in Ucraina sono «considerati da noi come legittimo obiettivo da distruggere». Evidentemente ritenendo che la disintegrazione di asset dell’Alleanza Atlantica al di fuori dei suoi confini non comporterebbe l’immediata attivazione dell’articolo 5 del Patto.