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Léopoldville, 30 giugno 1960. In quel giorno torrido, Re Baldovino scese — abbastanza malvolentieri — dal piccolo Belgio nel cuore dell’Africa per concedere l’indipendenza all’immensa colonia creata dal suo avo Leopoldo II. Una folla enorme lo accolse, acclamandolo. Vive le Roi, vive Lumumba. Un trionfo, apparentemente. Ma lungo il percorso, un manifestante si affiancò alla vettura e strappò la spada dal fianco del giovane sovrano. Un gesto fulmineo, provocatorio e terribilmente simbolico che colse di sorpresa il monarca e il suo seguito. Poco dopo, Baldovino dovette subire, al momento della cessione dei poteri, un’arringa confusa quanto violenta di Patrice Lumumba sulle colpe dell’amministrazione coloniale. Terrorizzati dall’eccitazione della folla, i dignitari belgi imposero al loro sovrano un’apparenza di tranquillità e rassegnazione. Poche ore dopo la duplice umiliazione, mentre il Re — furibondo e mortificato — s’involava per la sicura Bruxelles, le milizie lumumbiste iniziavano i saccheggi devastando i quartieri della città europea. Il Congo era indipendente. Un’epoca complessa e contradditoria si chiudeva e una terribile tragedia aveva inizio.
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