La cultura non rappresenta più uno status

[-Socrate-]

La cultura non serve a nulla.

Uno vale uno.

Noi siamo quello che conosciamo, la summa delle nostre esperienze e delle nostre conoscenze.
Senza conoscenza non siamo una cippa.
Ovviamente, a leggere certi commenti ci si rende conto di come siamo caduti in basso, seguendo TV spazzatura e mettendo in standby il cervello, seguendo anche certe correnti politiche.

[massena]

il mondo attuale è talmente complesso che è impossibile che esista la figura dell'uomo di cultura ottocentesco, che con 50 libri poteva avere sotto mano tutto lo scibile umano.
avevo scritto "100 libri", ma mi sa che ne bastino 50...
non facciamoci ingannare da chi si ostina a considerare che con 100 libri nel cervello ci sia chissà quale superiorità intellettuale, perchè non è vero.

non che voglia denigrare un umberto eco (che poteva tranquillamente parlare di trattati medioevali o dell'ultimo disco di Madonna), ma ormai anche un meccanico esperto non sa dove mettere le mani su una automobile nuova, deve attaccare un computer a uno spinotto della centralina che gli dice cosa non va. avete notato come le officine dei meccanici siano ormai PULITE? una volta c'erano bidoni di olio, attrezzi (che avevi anche a casa tua) sui banconi, un ufficietto di lato con i fogli e i cataloghi schizzati di lubrificante. adesso sembra di entrare dal dentista. chi cavolo ci può capire qualcosa? Cacciari?
un cacciari del 1910 invece sapeva come era fatto un motore a scoppio, almeno in teoria, e magari era in grado di metterci le mani e regolare una valvola, poi andava nella tenuta di campagna e discuteva con il contadino sui bachi da seta e sulla rendita del grano con le nuove sementi che arrivavano dal sudafrica britannico.

adesso, che siamo tutti mediamente scolarizzati e viviamo in un mondo dove un briatore o un ronaldo vanno a cena con i presidenti del consiglio dei ministri, un cavolo di professore che sa tante cose e magari è in grado (solo lui!) di capire che la crisi in ucraina tra 10 anni porterà a chissà quale conseguenza in argentina, vale meno di quanto poteva valere 100 anni fa. e probabilmente è un male, ma è il prezzo da pagare per la democrazia liberale e la socialdemocrazia. amen.

[Il viaggiatore notturno]

Vero, però fino a...non troppi lustri fa anche se la persona media era refrattaria alla cultura cmq aveva una certa reverenza per le persone realmente colte. Come mai oggi non succede più? A me viene da pensare che sia uno degli indici che ci possano far supporre che le élite non sono più riconosciute come tali (non che i colti facessaro o facciano parte dell'élite, ma l'associazione cultura-guida è sempre esistita).

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Il cambiamento è cominciato con la comparsa dei primi attori politici che cercavano un modo semplice e rapido di dare la scalata al potere, sdoganando così l'incultura se non perfino l'anticultura.

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[-Socrate-]

il mondo attuale è talmente complesso che è impossibile che esista la figura dell'uomo di cultura ottocentesco, che con 50 libri poteva avere sotto mano tutto lo scibile umano.
avevo scritto "100 libri", ma mi sa che ne bastino 50...
non facciamoci ingannare da chi si ostina a considerare che con 100 libri nel cervello ci sia chissà quale superiorità intellettuale, perchè non è vero.

non che voglia denigrare un umberto eco (che poteva tranquillamente parlare di trattati medioevali o dell'ultimo disco di Madonna), ma ormai anche un meccanico esperto non sa dove mettere le mani su una automobile nuova, deve attaccare un computer a uno spinotto della centralina che gli dice cosa non va. avete notato come le officine dei meccanici siano ormai PULITE? una volta c'erano bidoni di olio, attrezzi (che avevi anche a casa tua) sui banconi, un ufficietto di lato con i fogli e i cataloghi schizzati di lubrificante. adesso sembra di entrare dal dentista. chi cavolo ci può capire qualcosa? Cacciari?
un cacciari del 1910 invece sapeva come era fatto un motore a scoppio, almeno in teoria, e magari era in grado di metterci le mani e regolare una valvola, poi andava nella tenuta di campagna e discuteva con il contadino sui bachi da seta e sulla rendita del grano con le nuove sementi che arrivavano dal sudafrica britannico.

adesso, che siamo tutti mediamente scolarizzati e viviamo in un mondo dove un briatore o un ronaldo vanno a cena con i presidenti del consiglio dei ministri, un cavolo di professore che sa tante cose e magari è in grado (solo lui!) di capire che la crisi in ucraina tra 10 anni porterà a chissà quale conseguenza in argentina, vale meno di quanto poteva valere 100 anni fa. e probabilmente è un male, ma è il prezzo da pagare per la democrazia liberale e la socialdemocrazia. amen.

La Cultura serve a distinguere il vero dal falso, a separare il grano dal logio, a riconoscere l'onesto dal malvagio.
La sua assenza genera greggi (sì, greggi, come per le pecore) di aggiogati che seguono con la bava alla bocca la TV e i mezzi di comunicazione di regime.
E gli effetti si vedono.

Da quello che spera di attaccare la Russia con le armi nucleari per primo così da poter essere vincitore, a quello che si inginocchia in parlamento per la morte di un delinquente, da quello che gioisce vedendoci invadere quotidianamente da una marea di 'diversamente colorati' senza nè arte nè parte, a quello che inneggia a un mondo senza identità sessuale.
Una manica di incapaci di pensare con la propria cervice, che segue incantata il dito dell'oratore, urlando slogan che non comprende e inveendo contro chi gli viene palesato come il nemico.

No, un mondo siffatto è un disastro.
No, grazie.
La Cultura è l'ultimo baluardo contro questo abominio.

[Narel Jarvi]

il mondo attuale è talmente complesso che è impossibile che esista la figura dell'uomo di cultura ottocentesco, che con 50 libri poteva avere sotto mano tutto lo scibile umano.
avevo scritto "100 libri", ma mi sa che ne bastino 50...
non facciamoci ingannare da chi si ostina a considerare che con 100 libri nel cervello ci sia chissà quale superiorità intellettuale, perchè non è vero.

C'è un proverbio che dice che se uno ha un martello, tutto gli sembra un chiodo.

Può sembrare limitante, ma forse nel marasma culturale d'oggi utile.

Per esempio i libri di introduzione alla filosofia del Filosofo bresciano oppure 'L'uomo e la morte' di Edgar Morin sembrano avere la capacità di abbracciare lo scibile attraverso una chiave di lettura unica.

Adesso non mi vengono altri esempi, ma soprattutto mi piacerebbe trovarne di nuovi simili su altri argomenti.

[m96m]

i limiti del mio linguaggio sono i limiti del mio mondo
L. W.

Ludwig Wittgenstein, se non sbaglio.

[Pestis nigra]

Siete persino troppo stupidi per capire che la causa di ciò è la democrazia e la puzza mefitica del governo della plebe inferiore.

[Troller]

Siete persino troppo stupidi per capire che la causa di ciò è la democrazia e la puzza mefitica del governo della plebe inferiore.

Ma tu Pestis, sei superiore per elezione o per cultura?

[Troller]

Un tempo il sapere era a portata di pochi, soprattutto per motivi economici e di opportunità (il contadino sapeva fare quello che doveva e ciò gli bastava).

Oggi invece, tutti pensano di sapere, perchè basta un click e vengono fornite informazioni in real time. Questo è il vero problema...

[Tiresia]

Noi siamo quello che conosciamo, la summa delle nostre esperienze e delle nostre conoscenze.
Senza conoscenza non siamo una cippa.
Ovviamente, a leggere certi commenti ci si rende conto di come siamo caduti in basso, seguendo TV spazzatura e mettendo in standby il cervello, seguendo anche certe correnti politiche.

La grullizzazione culturale