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Contenere la Russia, senza tuttavia perdere di vista la Cina e l’intera area dell’Indo-Pacifico. Se nel cuore dell’Europa è quasi tutto pronto – Turchia e frizioni diplomatiche interne permettendo – per l’avvio del doppio processo di adesione alla Nato di Svezia e Finlandia, anche nel resto del mondo i partner del blocco occidentale, ovvero Stati Uniti ed Europa, sono pronti a fare le loro mosse.
Nel continente asiatico ci sono almeno due situazioni esplosive che potrebbero deflagrare da un momento all’altro: la questione taiwanese e la vicenda che coinvolge la Corea del Nord. Sempre nel cuore dell’Asia c’è, poi, il principale rivale di Washington: Pechino. Tutti i riflettori sono adesso puntati sulla guerra in Ucraina, e di riflesso sulla Russia, ma il governo statunitense sa che il proprio rivale parla cinese.
Nel Mar Cinese Meridionale il Dragone è pronto a riprendersi formalmente il controllo di Taiwan, teoricamente e virtualmente protetta dall’ombrello Usa. Più a est, in attesa di capire quale sarà l’impatto del Covid-19 sulla Nord Corea, Kim Jong Un continua a testare missili e rappresenta una seria minaccia agli occhi degli alleati americani. Certo, da queste parti la presenza degli Stati Uniti è consolidata da decine di basi sparse nella regione dell’Indo-Pacifico, ma i veri argini all’espansione cinese, e più in piccolo alle mosse di Kim, si chiamano Taiwan, Giappone e Corea del Sud.