viene meno anche la svolta autonomista lanciata dal presidente francese, Emmanuel Macron, e appoggiata da altri importanti cancellerie europee, Germania e Italia in primis. Uno stop che sembra coinvolgere anche il lungo dibattito sulla difesa comune europea: “La Nato è la più forte alleanza militare del mondo e lo sarà sempre. E l’Ue non sarà mai un’alleanza militare. Ma noi europei dobbiamo essere in grado di occuparci della nostra difesa”. Parole chiare benedette anche dai leader del Patto Atlantico a trazione Usa, con il segretario generale Jens Stoltenberg che, anche lui presente a Davos, ha puntualizzato: “Salutiamo con favore l’aumento della spesa per la difesa dei Paesi dell’Unione europea e la strategia Ue sulla sicurezza comune, che va nella giusta direzione, ovvero superare la frammentazione dell’industria bellica europea. Ma dobbiamo essere sicuri che gli sforzi dell’Ue non vadano in competizione con la Nato o creino doppioni. Credo nella cooperazione tra Ue e Nato, dal 2014 l’abbiamo portata a livelli senza precedenti. Usa ed Europa devono essere uniti, la nostra sicurezza è interconnessa”.

Il piano per una Difesa comune, quindi, passa dall’essere una nuova alleanza militare tutta europea a un meno ambizioso accordo per un coordinamento su strutture, mezzi e acquisti comuni che eviterà certamente sprechi e spese militari eterogenee, senza però mai portare a una vera e propria autonomia del Vecchio Continente in materia di difesa.

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