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    Predefinito Il razzismo esiste. Quello contro i bianchi.

    https://www.maurizioblondet.it/la-fi...iu-di-francia/

    Assolutamente da riportare, Eri.
    Il futuro prossimo che ci attende.
    E nessuno ci difenderà.

  2. #2
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    Predefinito Re: Il razzismo esiste. Quello contro i bianchi.

    Citazione Originariamente Scritto da ventunsettembre Visualizza Messaggio
    https://www.maurizioblondet.it/la-fi...iu-di-francia/

    Assolutamente da riportare, Eri.
    Il futuro prossimo che ci attende.
    E nessuno ci difenderà.
    La finale allo Stadio Non-più di Francia
    Maurizio Blondet 31 Maggio 2022
    di Roberto PECCHIOLI

    Sarete quel che noi siamo. E’ la scritta un po’ ansiogena all’ingresso di un piccolo cimitero che visitammo da ragazzi. E’ anche la frase che ci è tornata in mente apprendendo i fatti accaduti sabato 28 maggio in occasione della finale di Coppa dei Campioni tra Real Madrid e Liverpool. Nessun problema calcistico, nessun teppismo da parte delle tifoserie, ma la vergognosa resa dello Stato francese, l’orgogliosa, ma assai scalcinata République, dinanzi a orde di giovani figli dell’immigrazione africana. Un giornale francese ha titolato: la finale nello Stadio Non-di-Francia.

    Stade de France è il nome del grande impianto sportivo che ospita gli eventi più importanti, che non si trova a Parigi, ma a Saint-Denis, prima banlieue della capitale, una grande città dormitorio abitata soprattutto da non francesi, africani e in particolare maghrebini. Molti di loro hanno tenuto in scacco per ore i tifosi inglesi e spagnoli: furti, borseggi, scippi, minacce anche solo per farsi consegnare il biglietto di ingresso allo stadio, ricatti agli automobilisti di passaggio e agli utenti dei parcheggi limitrofi all’impianto sportivo. Anche aggressioni sessuali, poco pubblicizzate perché gli autori sono, per la vulgata corrente, vittime della società in quanto non bianchi.

    Il tutto è avvenuto nell’impotenza (e nell’inazione) della polizia francese. La zona dello stadio è una delle più pericolose del territorio formalmente francese, una delle sette-ottocento zone del paese sfuggite alla sovranità e alla presenza fisica dello Stato transalpino (no-go zone). Lassù vivono oggi quello che a noi toccherà presto. Un famoso ex calciatore francese, Thierry Henry, originario delle Antille, in un’intervista che ha fatto il giro del mondo lo ha detto chiaramente: “Occhio, il campo è a Saint Denis, non a Parigi. Sì, è molto vicino, ma credete a me, non vorreste vivere a Saint Denis. Saint Denis non è Parigi”. Neppure Europa, e neppure una città governata dalla legge. Per colmo di tristezza, Montjoie et Saint Denis! era il grido di battaglia dei reggimenti reali francesi e il santo di quel nome è il patrono di Parigi. A Saint Denis sono seppelliti i re di Francia.

    Alla vergogna si è aggiunto un altro serio problema, che minaccia di travolgere molti eventi pubblici. Sono stati messi in vendita online migliaia di biglietti falsi. Per molti, dunque, oltre alla paura, la beffa di non poter accedere allo Stade Non de France. Truffa, incapacità di controllo della polizia postale, rischio elevatissimo di sovraffollamento e incidenti. L’ultimo sfregio- smentito concordemente da tutti i presenti – sono state le dichiarazioni del ministro francese dell’Interno, Gèrald Darmanin, che ha rovesciato le colpe – tutte sue – sui tifosi inglesi.

    Questi non sono certo dame di carità, ma nella circostanza sono stati tre volte vittime: della violenza dei facinorosi con carta d’identità francese, dei truffatori informatici che li hanno forniti di biglietti falsi e delle menzogne del governo che non solo è incapace di controllare il suo territorio sfigurato da un’immigrazione selvaggia, ma neppure le adiacenze e l’interno del più importante impianto sportivo del paese. In più i normali tifosi – ma non i teppisti- sono stati attaccati dalla polizia con i gas lacrimogeni. Nulla di nuovo, specie in Francia – o in Macronia – dove la rivolta dei gilet gialli- cittadini normali che rivendicano trasporti pubblici, carburante a buon prezzo e Stato sociale- è stata repressa con violenza inusitata e pallottole di gomma ad altezza del viso.

    Le orde magrebine, al contrario, sono riuscite ad entrare allo stadio con la forza o con tagliandi rapinati, per poi vantarsi di aver “fottuto la Francia” inneggiando alle nazioni d’origine delle loro famiglie. Allo Stadio Non di Francia è stata vissuta una prova impressionante di sostituzione etnica, ma anche, a beneficio delle anime belle, di (dis)integrazione sociale. Un residente onesto di Saint Denis- un superstite- ha affermato che nella sua città lo Stato francese esiste solo per distribuire a i suoi nemici sussidi sociali e altre provvidenze. Il dopo partita è stato ancora più pauroso: molte persone isolate sono state aggredite, altre non hanno potuto recuperare le loro cose lasciate in deposito, oppure hanno dovuto pagare per riaverle: racket puro e semplice, grassazione di massa.

    Si rabbrividisce al pensiero che nel 2024 le Olimpiadi si terranno proprio lì. L’imminenza delle elezioni legislative francesi ha scatenato le polemiche politiche, ma nulla cambierà: i ghetti si moltiplicheranno e continueranno a generare disadattamento, odio, rigetto dell’Europa e, dall’altro lato, ulteriori cordoni sanitari, esclusione, rancore. Un quadro allarmante che minaccia di diventare endemico ovunque. Il filosofo Miguel Angel Quintana Paz mette in guardia dalle “idee di lusso”, le concezioni ideologiche che si credono virtuose senza dover vivere le conseguenze del clima sociale che generano. Darmanin, Macron e la Parigi progressista “bobo” (borghese bohemien), la sinistra al caviale, certo non mettono piede a Saint Denis, a Marsiglia Nord e negli altri innumerevoli quartieri bombe a orologeria. Nulla è più disastroso che dare il potere a coloro che non soffriranno gli effetti dei loro errori. Questo spiega anche l’enorme auge della (cosiddetta) estrema destra francese nelle zone più povere e in quelle con più alta immigrazione.

    Anni fa in America si diceva che un conservatore è un progressista aggredito per la strada o in casa sua. Ci pagheranno le pensioni, asseriscono i difensori dell’immigrazione incontrollata. Non è vero e comunque le nazioni hanno diritto di continuare a vivere secondo i costumi, le regole, le idee della civiltà di appartenenza.

    Un tifoso del Real Madrid – un immigrato dell’Europa Orientale in Spagna – che ha vissuto con la sua famiglia lunghi minuti di panico, ha così descritto sulle reti sociali la sua esperienza: “stanno rimandando la partita perché bande di ladri derubano gli spettatori. Hanno rubato metà dei nostri biglietti. Una moltitudine ha scavalcato i tornelli d’accesso. Noi siamo con due bambini. “Alle giustificazioni dell’organizzazione che opponeva scuse risibili, ha risposto: “sono menzogne. Nessuno è arrivato in ritardo. C’è una folla che deruba gli spettatori. Rubano biglietti, portafogli, telefoni. Questa zona di Parigi è un vero pericolo. Sono un immigrato in Spagna e ho sempre sostenuto l’immigrazione, ma quello che abbiamo vissuto è stato un orrore. Centinaia di parigini africani che attaccavano i tifosi ridendo di noi e del nostro panico. Era razzismo contro gli europei”. In un video diffuso da un giornalista, un giovane magrebino si vanta di essere entrato allo stadio senza documenti né biglietto. “Presto lo metteremo in c… alla Francia”. Il loro presente, il nostro futuro. Liberté, egalité, fraternité.


    Alessandro 7 @AlessandroCere7
    Nessun inglese e nessun spagnolo sono stati arrestati sabato allo Stade de France ma una maggioranza di algerini(18), tunisini(2) e marocchini (2)."9 francesi di cui 7 il cui nome è nordafricano o africano",dice una fonte della polizia.
    #Francia
    #UCLfinal
    #LiverpoolVsRealMadrid
    129 PM · 30 mag 2022

    https://twitter.com/AlessandroCere7/...-di-francia%2F

    https://www.maurizioblondet.it/la-fi...iu-di-francia/
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  3. #3
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    Predefinito Re: Il razzismo esiste. Quello contro i bianchi.

    La minore molestata sul treno dal Garda: «Insultate perché bianche, ho pianto di paura». Le urla al rave: «Qui è Africa»
    di Cesare Giuzzi, Alfio Sciacca

    Il racconto dell’assedio alle cittadine sul lungolago. L’assalto al centro e la carica della polizia. Le vittime: «Così siamo riuscite a liberarci e a scendere dal treno»

    Al grido «questa è Africa» hanno stretto d’assedio il lungolago del Garda, tra Peschiera e Castelnuovo. «Siamo venuti a riconquistare Peschiera. Questo è territorio nostro, l’Africa deve venire qui». Lo hanno urlato in faccia anche al sindaco di Castelnuovo Giovanni Del Cero poco prima che partisse il lancio di bottiglie e la sassaiola contro i reparti della Celere. «Ho cercato di capire — dice Del Cero — ma loro urlavano frasi assurde, sbandierando bandiere di vari Paesi africani».

    Città occupate
    Un racconto confermato dai video sui social per quella che è stata un’occupazione organizzata delle due cittadine già affollate di turisti. In azione giovani tra i 16 e 20 anni, ma anche ragazzini di 12-14 anni. Moltissimi nordafricani e anche immigrati di seconda generazione per uno street rave non autorizzato ma cominciato quasi in sordina. Fino all’una c’erano circa 600 partecipanti al raduno che scorazzavano per la città, ma senza dare particolare fastidio. La situazione è andata fuori controllo all’arrivo del treno da Milano quando una marea umana di almeno 1.500 persone si è riversata sul Garda. Quasi tutti provenienti dalle province di Milano, Brescia e Bergamo. È bastato il furto di una borsa perché scoppiasse la prima rissa a colpi di bastone e coltellate. Quindi la folla ha invaso le stradine del lungolago e la spiaggia. «Hanno distrutto ogni cosa — raccontano gli operatori commerciali — hanno spaccato vetrine, preso d’assalto il trenino turistico e bloccato passanti a piedi o in motorino». Il tutto sotto effetto dell’alcol e del martellante sottofondo di musica trap alternata a motivi etnici. A quel punto è dovuta intervenire la polizia in assetto antisommossa, scatenando la sassaiola e il lancio di bottiglie. «Io non so se fossero immigrati di prima o seconda generazione — si accende la sindaca di Peschiera Orietta Gaiulli — sono solo una razza di delinquenti che hanno lasciato una profonda ferita nella mia comunità. Abbiamo vissuto una giornata di guerra».

    Il precedente
    Le prime avvisaglie sul Garda c’erano già state l’anno scorso, più o meno nello stesso periodo. In quel caso però i partecipanti erano appena un centinaio. Un ragazzo si lanciò in acqua ed annegò. Ma mentre il giovane agonizzava altri ne approfittarono per rubare borse e zaini ai turisti. Questa volta tutto è partito con un passaparola su TikTok. E chi ha organizzato il raduno gli ha voluto dare una strampalata matrice di rivendicazione etnica. Fino alle minacce sul treno di ritorno per Milano. Intorno alle 17 la marea umana si è riversata sui binari della stazione di Peschiera in contemporanea con il rientro delle comitive da Gardaland. Tra queste anche quella delle cinque ragazze che hanno denunciato le molestie. Anche a loro hanno gridato: «Su questo treno non salgono i bianchi».

    Il racconto delle vittime
    E in effetti molti hanno preferito restare in stazione. «C’erano tanti nordafricani. Avevano anche le bandiere del Marocco. Correvano da una parte all’altra della stazione. Hanno anche tentato di salire su un Frecciarossa bloccandolo per dieci minuti», così, dopo aver parlato con il Giorno, una delle vittime racconta quegli istanti. Una volta a bordo le cinque ragazze si sono trovate in trappola: «Era stracolmo, faceva caldissimo. Volevamo scendere, ma ce l’hanno impedito azionando l’allarme. Abbiamo attraversato varie carrozze e nel tragitto hanno iniziato a toccarci ovunque. Sono scoppiata a piangere e ho avuto un attacco di panico. Mentre andavamo avanti ci toccavano, sentivo l’aria mancarmi. La gente fumava, le ragazze specialmente ci davano delle “bianche”, delle privilegiate e non ci facevano passare».

    Gli immigrati
    Alla prima fermata, a Desenzano, le vittime terrorizzate hanno implorato aiuto. «Per fortuna — raccontano — un altro ragazzo, anche lui nordafricano, ha spinto via gli amici e ci ha fatto scendere». A riprenderle sono stati i genitori che il giorno dopo le hanno accompagnate alla Polfer di Milano per formalizzare la denuncia. La giornata di follia sul Garda sta suscitando, tra gli altri, anche l’indignazione di giovani immigrati che vivono in Italia. «Avete fatto vedere il lato negativo di noi» scrive Ossamaelougui. Aggiunge Abdel: «State rovinando la reputazione di tutti gli immigrati».

    https://www.corriere.it/cronache/22_...2690e50c.shtml
    Ultima modifica di Eridano; 06-06-22 alle 11:10

 

 

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