LA DIFESA DEL DIRITTO NATURALE OGGI
“Sul riconoscimento del Diritto Naturale si fonda il riconoscimento della vita umana come bene primario e anche l’umana convivenza, anzi si fonda la stessa comunità politica, affermava Giovanni Paolo II nella Evangelium Vitae.
A lui fa seguito Benedetto XVI che già nella enciclica “Deus Caritas est “ del 25 dicembre del 2005 dichiarava che “ La Dottrina Sociale della Chiesa argomenta a partire dalla Ragione e dal Diritto Naturale, cioè “a partire da ciò che è conforme a ogni essere umano “(nr28a). Questi due papi non fanno altro che sostenere quello che è stato un insegnamento costante della Chiesa Cattolica e del Magistero e ne trovano ampio riscontro nelle stesse Sacre Scritture e in duemila anni di dottrina etica della Chiesa Cattolica (Rm2,14-15). Però dopo tutte le idiozie conseguenti all’ illuminismo e all’ influsso della Riforma Protestante, nonché alla scienza giuridica di un Augusto Comte (1798-1857) detta positivismo, secondo la quale per la conoscenza scientifica si deve considerare solo ciò che esiste fisicamente e si può percepire coi sensi “ (…e quindi il ragionamento matematico non esiste, ma solo i numeri e i birilli che contiamo ! ). Epperò il problema nell’ ultimo scorcio di secolo non sorse con le negazioni del diritto operata dall’ illuminismo, dal deismo, dal razionalismo e dal marxismo quanto a un ” congresso scientifico dei teologi morali di lingua tedesca “ (Bensberg 1965), questi teologi dichiaravano apertamente di volere sottoporre a verifica la dottrina del Diritto Naturale dichiarandone l’ inconsistenza e le loro tesi pubblicate col titolo “Naturrecht im Disput “dove sono elencate tutte le loro confutazioni . In sintesi affermano che la dottrina del Diritto Naturale è insostenibile e tutto questo per trovare una via di uscita all’etica sessuale . Due anni dopo infatti ci fu l’ enciclica Humanae Vita
e di Paolo VI . L’ effetto disastroso di questa concezione insegnata all’ interno della Chiesa Cattolica e nelle Facoltà romane fu dirompente. Il più feroce assertore di questa nefasta concezione che negava 2000 anni di insegnamento del Magistero Romano fu il gesuita Josef Fucs S.J. che nel 1954 fu nominato professore di teologia morale presso la Pontificia Università Gregoriana e nel 1955 pubblicò un libro “Lex naturae Zur Thelogia des Naturrechts” dove si dichiarava un fermo oppositore del Diritto Naturale ! Egli sosteneva addirittura, in una maniera inconcepibile e ceca a una mente sana , che l’ intera dottrina classica del Diritto Naturale a partire da Aristotile “non è altro che una errata conclusione naturalistica “ E’ Stato dimostrato ultimamente (Okko Behrends) riscoprendo un filosofo greco Antipatro di Tarso che visse ad Atene (II sec. a.C.) e da cui prese a piene mani San Paolo, come questo filosofo non solo era conosciuto ad Atene dove visse, ma il suo pensiero lo si trova in tutta la giurisprudenza romana successiva e Cicerone lo cita come un maestro. Il Digesta del 533 d.C. pubblicato dall’ Imperatore d ‘ Oriente Giustiniano, non è altro che una raccolta di leggi a forma di codice in cui il Diritto Naturale degli antichi era la primaria fonte. La riscoperta di questo testo nel medio evo fece grande l’ Università di Bologna : “ogni uomo ha diritti innati evidenti alla sola ragione “ e non può essere invenzione di qualche teoria filosofica che va per la maggiore o di una semplice convinzione religiosa rivelata e soltanto riservata alla sola Chiesa Cattolica .