Quegli allenatori di calcio dal sapore (e dall’origine) calabrese che fanno faville in Europa
Domenico Tedesco e Felice Mazzù, due allenatori di calcio che in queste settimane – anche se ormai accade da qualche anno – stanno facendo parlare di sé in Europa
1 Giugno 2022 13:01

Un tedesco (di nome e di fatto) e un belga, in realtà. Ma l’origine è calabrese, soprattutto per il primo, che in Calabria c’è nato ma che da piccolissimo è scappato via con la famiglia. Stiamo parlando di Domenico Tedesco e Felice Mazzù, due allenatori di calcio che in queste settimane – anche se ormai accade da qualche anno – stanno facendo parlare di sé in Europa. In Italia, per il calcio, non ci sono mai stati, se non da avversari, ma non è escluso che un giorno ci possano arrivare, per quanto stanno dimostrando.

Domenico Tedesco nasce a Rossano, Cosenza, ma a due anni si trasferisce con la famiglia in Germania, che non lascia più. Si laurea in ingegneria gestionale, ottiene un master in gestione dell’innovazione e comincia al lavorare, ma il pallino è la panchina. Gioca a calcio per qualche stagione, infatti, nell’ASV Aichwald, ma poco dopo coglie al volo il “treno allenatore” e, giovanissimo, comincia l’avventura in panchina. Giovanili di ASV Aichwald, Stoccarda e Hoffenheim e poi la prima coi “grandi”, all’Erzgebirge Aue. Si fa conoscere al mondo europeo con lo Schalke 04, prima di passare allo Spartak Mosca e di ritornare poi in Germania, al Lipsia, con cui arriva a un passo dalla finale di Europa League ma con cui vince la, primo trofeo della sua carriera. E ha solo 36 anni, praticamente una carriera davanti.

Felice Mazzù ha qualche anno in più, non è nato in Calabria, ma sogna una panchina nel Belpaese. Suo padre, Salvatore, era di Scido (entroterra reggino di neanche mille abitanti, tra Delianuova e Santa Cristina d’Aspromonte), ma negli anni ’50 decide di emigrare in Belgio per dare un futuro a se stesso e a ai suoi cari. Inizio difficile per lui, minatore, ma col tempo la famiglia si stabilizza e si allarga. Nel ’66, a Charleroi, nasce Felice, che sin da subito si affaccia nel mondo del pallone, più precisamente in panchina. Giovanili, poi vice, e piano piano primo allenatore, fino al ritorno allo Charleroi (sei anni, dal 2013 al 2019); c’è la parentesi Genk, con cui vince la Supercoppa del Belgio, e la promozione con l’Union Saint-Gilloise, in cui approda dalla Reggina Paolucci. Nella giornata di ieri, poi, è stato annunciato come nuovo allenatore dell’Anderlecht, altro storico club belga.

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