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    Predefinito Famiglia Amoris Laetitia vs famiglia naturalis

    La deriva della Santa Sede verso la “famiglia LGBT” con il concetto di “famiglia Amoris Laetitia” in opposizione alla famiglia naturale



    Nella Conferenza stampa di martedì 31 maggio 2022, nella Sala delle Conferenze della Sala Stampa della Santa Sede (intitolata a San Giovanni Paolo II, il Papa della famiglia), sul prossimo Incontro mondiale delle famiglie… a domanda non si risponde. L’abbiamo scritto ancora avantieri [QUI]: Sono certi silenzi a risultare assordanti. Sulla questione condividiamo due interventi: il primo di Giuseppe Rusconi su Rossoporpora.org (Incontro Mondiale delle Famiglie: domande e non-risposte) e il secondo di Riccardo Cascioli su La Nuova Bussola Quotidiana (Dal Vaticano l’apertura alle “famiglie Lgbt”: «Siamo qui di fronte all’annuncio di una rivoluzione antropologica nella Chiesa. Non si può immaginare niente di più in contraddizione con il Magistero dei pontificati precedenti. Ricordiamo, ad esempio, le grandi catechesi sulla famiglia svolte da San Giovanni Paolo II. (…) “famiglia Amoris Laetitia” rappresenta il punto di rottura con l’insegnamento tradizionale della Chiesa, che – è giusto ricordarlo, contro una certa narrazione attuale – non è di esclusione di persone dalla Chiesa, ma di chiarezza sulla meta del cammino di accompagnamento»).

    Veramente molto chiare le idee della Santa Sede per affrontare l’inverno demografico, partendo dalla rottamazione dell’insegnamento millenario della Chiesa Cattolica Romana sulla famiglia. A San Pietro, San Giovanni Paolo II si rivolge nella sua tomba.

    Incontro Mondiale delle Famiglie: domande e non-risposte
    di Giuseppe Rusconi
    Rossoporpora.org, 2 giugno 2022

    Dalla Conferenza stampa di martedì 31 maggio in Vaticano per la presentazione del X Incontro mondiale delle famiglie (Roma, 22-26 giugno 2022). Tra i relatori Gabriella Gambino, sottosegretaria del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, che ha inizialmente illustrato l’Incontro. Trascriviamo le due domande da noi a lei poste e le due non-risposte ricevute.

    Giuseppe Rusconi: La mia domanda può apparire un po’ fuori moda ed è rivolta alla dottoressa Gambino. Si può dire che questo Incontro sarà un po’ all’insegna anche del celebre motto Love is love? Mi spiego. Vorrei sapere se durante l’Incontro verrà utilizzata, verrà accettata la locuzione che io metto tra virgolette “famiglie arcobaleno”? Quelle “arcobaleno” secondo voi sono famiglie o sono aggregazioni di altro tipo? Cioè si vedranno bandiere Lgbt al Convegno? Grazie.

    Gabriella Gambino: L’Incontro come sappiamo è dedicato alla “famiglia Amoris Laetitia”, Dunque quello che ci propone il santo padre Francesco è quello di promuovere attraverso l’Incontro mondiale, attraverso quest’anno Amoris laetitia che abbiamo portato avanti insieme alle conferenze episcopali e alle diocesi di tutto il mondo, un approccio pastorale davvero di accompagnamento nei confronti di tutti.
    Questo credo che sia importante sottolinearlo perché la pastorale, la conversione pastorale di cui parla papa Francesco è proprio quella di una pastorale che sa accompagnare tutti. Questo è molto importante: con un atteggiamento di misericordia, dove la misericordia non è una regola che dobbiamo applicare, ma è un atteggiamento di accoglienza, un atteggiamento di accompagnamento verso l’amore del Padre. E allora penso che sia davvero importante che al di là delle singole tematiche che ci saranno nel congresso pastorale – perché tante tematiche sono rimaste fuori… se ne potrebbero citare tantissime – in generale l’idea è quella di promuovere dei processi di accoglienza pastorale, di discernimento.
    L’arte del discernimento deve diventare un’arte presente in tutte le famiglie. Le famiglie hanno bisogno di imparare a sentirsi accompagnate dalla Chiesa. Credo che questo sia importante. Non esistono ricette per tutte le situazioni. Credo che il compito della Chiesa sia quello di accompagnare affinché ciascuno di noi impari a mettere al centro della propria vita Cristo, in qualunque situazione si trovi. Questo dev’essere l’obiettivo della Chiesa. Accompagnare all’amore di Cristo.
    Papa Francesco parla sempre della parabola del Buon Samaritano ma anche delle vergini sagge. Le vergini sagge chi sono? Sono coloro che hanno saputo mettere la grazia di Cristo al centro della propria vita… mettersi in ascolto di Cristo. E per questo qui dobbiamo accompagnare le famiglie.

    (dopo due altre domande di colleghi di Aleteia e di Abc, ancora una nostra domanda)

    Giuseppe Rusconi: Dottoressa Gambino, ho apprezzato la Sua risposta che però non è stata una risposta alle mie domande precise. Ho chiesto se l’espressione “famiglie arcobaleno” viene accettata, tollerata, utilizzata oppure no. E poi volevo aggiungere: tra gli invitati c’è anche Padre James Martin gesuita? (NdR: noto attivista statunitense propugnatore di una Chiesa arcobaleno)

    (A questo punto Matteo Bruni, Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, interviene per segnalare che per quanto riguarda gli invitati e i relatori si rimanda al sito e alla pubblicazione dei nomi, che sarebbe seguita a breve. NdR: al momento sul sito il nome di Padre James Martin non appare tra i relatori. E tra gli invitati?).

    Gabriella Gambino: Ripeto: il tema della famiglia viene affrontato alla luce di Amoris laetitia nel congresso pastorale.

    Da quanto trascritto ognuno tragga le proprie considerazioni.

    Dal Vaticano l’apertura alle “famiglie Lgbt”
    di Riccardo Cascioli
    La Nuova Bussola Quotidiana, 2 giugno 2022

    Alla Conferenza stampa di presentazione dell’Incontro Mondiale delle Famiglie (Roma 22-26 giugno), è stato usato il concetto di “famiglia Amoris Laetitia” in opposizione a famiglia naturale, per aprire all’accoglienza di qualsiasi forma di unione, omosessuale in testa. È uno strappo deciso rispetto a quello che è sempre stato l’insegnamento della Chiesa.

    Che differenza c’è tra la famiglia e la “famiglia Amoris Laetitia”? Finora si era ingenuamente pensato che l’Anno Famiglia Amoris Laetitia, voluto da Papa Francesco, fosse soltanto un modo di affrontare le problematiche della famiglia alla luce dell’Esortazione post-sinodale che insiste sulla necessità della precedenza pastorale. Ma la Conferenza stampa del 31 maggio, organizzata dalla Santa Sede per presentare il X Incontro Mondiale delle Famiglie che si svolgerà a Roma dal 22 al 26 giugno prossimo e che chiuderà anche l’Anno Famiglia Amoris Laetitia, ha invece fatto capire che siamo di fronte a un tentativo di riscrivere il concetto stesso di famiglia.

    La questione è apparsa evidente nella risposta che la Professoressa Gabriella Gambino, Sottosegretario del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, ha dato al giornalista Giuseppe Rusconi (Rossoporpora.org), che chiedeva se questo incontro sarà all’insegna del “Love is Love”, se verrà «accettata la locuzione “famiglie arcobaleno”», se si vedranno bandiere Lgbt e se «quelle “arcobaleno” sono famiglie, secondo voi, o sono aggregazioni di altro tipo» (qui puoi vedere il video, minuto 560). La domanda non era campata in aria, visto quello che sta succedendo nella Chiesa (vedi le rivendicazioni del Sinodo tedesco , le ambiguità del Sinodo sulla Sinodalità, e la fresca nomina a cardinale del Vescovo di San Diego, California, Robert W. McElroy, aperto sostenitore della causa Lgbt nella Chiesa) [QUI] e quanto accaduto nel precedente Incontro mondiale delle Famiglie a Dublino (2018), quando tra i relatori apparve anche il gesuita americano Padre James Martin a spiegare come la Chiesa deve fare per accogliere le persone Lgbt.

    Ebbene la Professoressa Gambino non ha voluto rispondere direttamente alle domande, ma le sue parole sono comunque molto significative. Esordisce così: «L’incontro, come sappiamo, è dedicato alla famiglia Amoris Laetitia», il che già suggerisce che sia qualcosa di diverso dalla famiglia come la conoscevamo: fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna e aperta alla generazione della vita. E infatti subito dopo parla di «promuovere (…) un approccio pastorale davvero di accompagnamento nei confronti di tutti». E poi sottolinea ancora l’importanza di «una pastorale che sa accompagnare tutti», ovviamente con «un atteggiamento di misericordia» che è «atteggiamento di accoglienza e di accompagnamento verso l’amore del Padre». E «aldilà delle tematiche che verranno affrontate l’idea è di promuovere processi di accoglienza spirituale e di discernimento». E ancora «Non esistono ricette per tutte le situazioni (…), compito della Chiesa è accompagnare affinché ciascuno di noi impari a mettere al centro della propria vita Cristo, in qualunque situazione si trovi».

    Traduzione dal clericalese: «Sì, l’incontro sarà all’insegna del “Love is Love”, ci sono tante diverse forme di famiglia e la Chiesa fornisce un po’ di conforto spirituale a tutti, confermando ciascuno sulla strada che ha scelto. Poi, per ora, per non creare reazioni forti non possiamo dire tutto esplicitamente, iniziamo un processo; ma è chiaro che alla fine del processo ci aspetta il riconoscimento di tutte le forme possibili di famiglia».

    Risulta dunque chiaro che il neologismo “famiglia Amoris Laetitia” è un concetto in aperta contrapposizione con quello conosciuto di “famiglia”. E la conferma viene anche dalla seconda risposta della Gambino alla replica di Rusconi che, intervenendo di nuovo, chiedeva una risposta più precisa alla sua domanda: «Ripeto – è stata la risposta -: il tema della famiglia viene affrontato alla luce della Amoris Laetitia». Ovvero, rinunciamo a definire cosa è e cosa non è famiglia, cosa è vero e cosa è menzogna, cosa è giusto e bene e cosa è ingiusto e malvagio: ogni strada ha qualcosa di buono.

    Siamo qui di fronte all’annuncio di una rivoluzione antropologica nella Chiesa. Non si può immaginare niente di più in contraddizione con il Magistero dei pontificati precedenti.

    Ricordiamo, ad esempio, le grandi catechesi sulla famiglia svolte da San Giovanni Paolo II nel 1994, anche attraverso gli Angelus domenicali, per contrastare culturalmente la guerra alla famiglia che era stata scatenata all’ONU in occasione della Conferenza Internazionale del Cairo su popolazione e sviluppo. Uno dei punti su cui più si discusse allora era proprio il tentativo di introdurre il concetto di “famiglie” al posto di “famiglia”, con il chiaro obiettivo di far riconoscere come famiglia le unioni omosessuali. Ne uscì allora una formula ambigua, ma anche lì eravamo all’inizio di un processo che ha portato oggi nelle nostre società a dare per scontato il concetto di “famiglie”.

    L’impressione chiara fornita dalla professoressa Gambino è che “famiglia Amoris Laetitia” sia l’equivalente ecclesiale di “famiglie”, tanto più che questo intervento si colloca in un contesto in cui le unioni omosessuali sono già state ampiamente accettate nella Chiesa, seppure non parificate al matrimonio fra un uomo e una donna. È stato lo stesso papa Francesco in una intervista trasmessa a Tv2000 lo scorso 15 settembre ad avere perorato la causa delle unioni civili, pur mantenendo che «niente a che vedere con il matrimonio come sacramento, che è tra un uomo e una donna». E in Italia ricordiamo come in occasione dell’approvazione della legge Cirinnà, esattamente sei anni fa, il giornale di proprietà dei vescovi italiani, Avvenire, già allora si espresse più volte a favore del riconoscimento delle unioni civili, seppure non equiparandole alla famiglia così come definita dalla nostra Costituzione.

    Ma laddove si considera un bene da promuovere l’unione fra persone dello stesso sesso, non si capisce perché allora non dovrebbe essere riconosciuta pienamente famiglia; ecco perché prima o poi si arriva necessariamente alla piena accoglienza nella Chiesa di ogni forma di unione. La Germania è semplicemente la punta più avanzata di questo processo, un po’ impaziente per la lentezza di Roma, ma comunque la strada è la stessa.

    Il processo dunque è già iniziato da tempo e “famiglia Amoris Laetitia” rappresenta il punto di rottura con l’insegnamento tradizionale della Chiesa, che – è giusto ricordarlo, contro una certa narrazione attuale – non è di esclusione di persone dalla Chiesa, ma di chiarezza sulla meta del cammino di accompagnamento.

    http://www.korazym.org/75684/la-deri...glia-naturale/
    Derjenige, welcher dem Feinde statt des Pfeiles ein Schimpfwort entgegenschleuderte, war der Begründer der Civilisation
    S. F.

    It is no measure of health to be well adjusted to a profoundly sick society.
    Krishnarmurti

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    Predefinito Re: Famiglia Amoris Laetitia vs famiglia naturalis

    Citazione Originariamente Scritto da Dr. Gori Visualizza Messaggio
    Ma laddove si considera un bene da promuovere l’unione fra persone dello stesso sesso, non si capisce perché allora non dovrebbe essere riconosciuta pienamente famiglia; ecco perché prima o poi si arriva necessariamente alla piena accoglienza nella Chiesa di ogni forma di unione. La Germani


    Questo è il punto fondamentale. Nella Dottrina sociale della Chiesa c'è il concetto della tolleranza verso situazioni contrarie alla Dottrina in ragione del bene comune. E' quel punto di equilibrio, pastorale non certo dottrinale, in cui si valuta il rapporto costi/benefici per la società nella logica del male minore. Se in una società ormai ampiamente secolarizzata sia un bene o un male imporre certe restrizioni.

    Mai e poi mai il matrimonio omosessuale potrà diventare oggetto di sacramento!

    Su questo la posizione dottrinale è talmente netta che la definizione corretta non è "che è contraria" ma "che è irricevibile". Non la si può nemmeno esaminare.


    Detto questo c'è l'aspetto pastorale: nella Chiesa esiste da sempre questa distinzione proprio perchè la religione cattolica non è assolutista (l'assolutismo è il male delle eresie).

    La pace e l'armonia sociale rappresentano un bene naturale che come tale va tutelato. Ad es. se l'unione civile rende stabile le coppie omosessuali ciò può essere considerato nel male, che resta un male per quelle persone, un bene sociale. E' la stessa logica per cui S.Tommaso D'Aquino accettava la prostituzione come male minore pur di non disfare le famigle, come "una cloaca" degli istinti umani, la definizione era questa.


    Tuttavia non si deve rinunciare alla chiarezza dottrinale, ciò che è peccato resta peccato, non ci sono modificazioni possibili alla dottrina soprattutto quando poggia su granitiche basi bibliche ed evangeliche.

    Di fatto due divorziati (o due omosessuali) possono vivere insieme, di per sé questo non sarebbe un peccato (se proprio non possono farne a meno), ma devono farlo comportandosi come fratello e sorella...


    Ovviamente ciò che è discutibile è se Papa Francesco sta correttamente valutando se davvero ci sia questa convenienza sociale. E se sta facendo tutto il possibile in modo autorevole, da vero Papa, per affermare la ratio di questo percorso e qual'è la Dottrina immutabile.

    In buona sostanza, il sacerdote non dovrebbe dare la comunione se non è sicuro del cammino spirituale di una coppia di divorziati, ergo che convivano come fratello e sorella, vivendo in modo platonico la loro condizione.
    Stesso dicasi per la coppia omosessuale, inoltre senza pretendere di fare figli ma vivendo, se ce l'hanno, il desiderio di paternità (o maternità) in modo spirituale come dono gratuito agli altri, esattamente come lo vivono i sacerdoti e religiosi verso la comunità.

    Sarà davvero così?
    IN PALESTINA È GENOCIDIO!
    ROSA E OLINDO, LIBERI SUBITO!
    FUORI DALLA NATO! FUORI DALLA UE!
    BASTA ECOFOLLIE GREEN!
    "Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli…"


 

 

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