Era il 1979 quando i Monty Python nel loro irriverente Brian di Nazareth prendevano di mira alcuni atteggiamenti di una certa sinistra intellettualistica e slegata dalla realtà che proponeva battaglie inutili e totalmente irrazionali in nome di qualunque libertà potesse venire in mente. Lo sketch di Stan che pretende di essere donna e di chiamarsi Loretta perché “ogni uomo ha diritto ad essere una donna e ad avere bambini” e l’improvviso impatto di Reg con la realtà che stupito gli ricorda che “non può avere bambini” e che la sua lotta non ha senso perché è semplicemente “una lotta contro la realtà” ha fatto ridere per generazioni, facendo proprio di quella parte della sinistra una macchietta che è rimasta quasi un cliché per anni.
Ora la cultura macchiettistica ha raggiunto un nuovo step. Si può decidere la mattina non solo di essere donna e poi il giorno dopo tornare a pretendere di essere uomo perché siamo noi che dobbiamo decidere il nostro genere perché biologicamente è indifferente. Lo stesso concetto si può applicare anche all’etnia. Della fantastica storia di Rachel Donezal abbiamo già parlato nei giorni scorsi: una donna americana, bianca e bionda e di ascendenze ceche, svedesi e tedesche, è diventata presidente del National Association for the Advancement of Colored People della città di Spokane fingendosi per anni afro-americana, tingendosi la faccia con un’improbabile tinta abbronzante e arricciandosi i capelli per assomigliare al cliché dell’afro-americano delle vignette satirico-razziste di qualche decennio fa.
Ora, intervistata dal programma Today della Nbc dopo lo scandalo che ha dimostrato al mondo la sua menzogna, la donna dello stato di Washington ha candidamente risposto che lei “si identifica come nera da quando ha 5 anni” e che fondamentalmente si dichiara “transrazziale, birazziale e nera”
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