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  1. #81
    Non dire gatto se...
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    Predefinito Re: La geopolitica è il nuovo marxismo?

    Citazione Originariamente Scritto da Troll Visualizza Messaggio
    del resto arriva poi quell'altra tipologia di marxisti a protestare con veemenza che non c'è determinismo (con tanti saluti alla necessità storica) e allora della scienza non resta più niente, rimane l'idea-forza mobilitante alla soreliana
    è un po' una magia, se la gente ci crede si avvera, bisogna convincere la gente, solo che sul piano della retorica volgare ha vinto il liberismo thatcheriano con degli slogan che fanno presa sulle menti semplici dell' uomo massa piccolo borghese, tipo there is no alternative, non ci sono pasti gratis, il libero mercato non è bello se non è litigarello ecc
    «che giova ne la fata dar di cozzo?»

    “Grande è la confusione sotto il cielo, la situazione è ottima”

  2. #82
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    Predefinito Re: La geopolitica è il nuovo marxismo?

    Citazione Originariamente Scritto da Indra88 Visualizza Messaggio
    è un po' una magia, se la gente ci crede si avvera, bisogna convincere la gente, solo che sul piano della retorica volgare ha vinto il liberismo thatcheriano con degli slogan che fanno presa sulle menti semplici dell' uomo massa piccolo borghese, tipo there is no alternative, non ci sono pasti gratis, il libero mercato non è bello se non è litigarello ecc
    Su questa terminologia il sospetto di elitismo aleggia come un sentore opprimente.

    Il liberismo thatcheriano e l'edonismo reganiano personalmente ritengo furono una reazione all'esasperata politicizzazione degli anni '70, quando la gente stanca e delusa virò verso l'individualismo.
    .
    L'ultimo uomo ad essere entrato in Parlamento con intenzioni oneste.

    Non basta negare le idee degli altri per avere il diritto di dire "Io ho un'idea". (G. Guareschi)

  3. #83
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    Predefinito Re: La geopolitica è il nuovo marxismo?

    Citazione Originariamente Scritto da Asolo71 Visualizza Messaggio
    A domanda rispondo: no. La geopolitica è il microscopio, il marxismo il batterio.
    Teoricamente è così.
    Il mio punto però è che ci sia stata una degenerazione dell'uso della geopolitica, che da strumento originario quale era è diventata un totem ideologico. Quello che chiamavo "geopoliticismo".
    Cioè da mezzo è diventata fine

  4. #84
    Il Sogno Di Una Cosa
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    Predefinito Re: La geopolitica è il nuovo marxismo?

    Citazione Originariamente Scritto da Canaglia Visualizza Messaggio
    Teoricamente è così.
    perché teoricamente è così? viaggiano su binari separati e la geopolitica non analizza il batterio marxista, si occupa proprio di altro rispetto alle lotte di classe interne; il marxismo si attende dal "movimento reale" della dialettica storica un mondo senza più conflitti geopolitici, poi chiaramente quando capita che "i lavoratori vanno al potere" (lo so che fa ridere detto così) da qualche parte capita che debbano confrontarsi con la cartina geografica e le potenze che se la contendono (magari dopo aver accusato la geopolitica di essere un trucco dei borghesi per anteporre gli interessi nazionali a quelli di classe)

    Citazione Originariamente Scritto da Canaglia Visualizza Messaggio
    Il mio punto però è che ci sia stata una degenerazione dell'uso della geopolitica, che da strumento originario quale era è diventata un totem ideologico. Quello che chiamavo "geopoliticismo".
    Cioè da mezzo è diventata fine
    ma perché? probabilmente hai in mente la geopolitica filorussa e filocinese che ti sta antipatica, ma anche gli atlantisti fanno (magari inconsapevolmente e senza aver letto Mackinder e Haushofer) della geopolitica quando si prefiggono di guastare i rapporti fra Mosca e Berlino, è questione solo di capire da che parte si sta

  5. #85
    Hic Sunt Leones
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    Predefinito Re: La geopolitica è il nuovo marxismo?

    Citazione Originariamente Scritto da Troll Visualizza Messaggio
    perché teoricamente è così? viaggiano su binari separati e la geopolitica non analizza il batterio marxista, si occupa proprio di altro rispetto alle lotte di classe interne; il marxismo si attende dal "movimento reale" della dialettica storica un mondo senza più conflitti geopolitici, poi chiaramente quando capita che "i lavoratori vanno al potere" (lo so che fa ridere detto così) da qualche parte capita che debbano confrontarsi con la cartina geografica e le potenze che se la contendono (magari dopo aver accusato la geopolitica di essere un trucco dei borghesi per anteporre gli interessi nazionali a quelli di classe)


    ma perché? probabilmente hai in mente la geopolitica filorussa e filocinese che ti sta antipatica, ma anche gli atlantisti fanno (magari inconsapevolmente e senza aver letto Mackinder e Haushofer) della geopolitica quando si prefiggono di guastare i rapporti fra Mosca e Berlino, è questione solo di capire da che parte si sta
    Assolutamente no, anzi, credo che il "geopoliticismo" sia in grande crescita più da noi in che in Russia e Cina
    Passata la buriana facciamo i conti

  6. #86
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    Predefinito Re: La geopolitica è il nuovo marxismo?

    Citazione Originariamente Scritto da Canaglia Visualizza Messaggio
    Assolutamente no, anzi, credo che il "geopoliticismo" sia in grande crescita più da noi in che in Russia e Cina
    il geopoliticismo è di moda fra noi perché i nerd italiani eredi di Mussolini o francesi eredi di de Gaulle o tedeschi eredi di Haushofer giocano con la loro immaginazione intanto che i loro governi prendono ordini dagli Stati Uniti laddove Mosca e Pechino lavorano per ritagliarsi il proprio Grossraum regionale avendo in mente come programma ultimo quello di buttare l'egemone planetario fuori dall'Eurasia (non è importante che le loro rispettive opinioni pubbliche abbiano la minima cognizione di geopolitica, tutto quello che devono fare è obbedire ai loro governi); idealmente in un mondo multipolare la Germania è il terzo di questi poli eurasiatici (esattamente come Berlino, Mosca e Tokyo lo erano quando Mackinder ammoniva dalla prospettiva anglosassone di dividerli laddove Haushofer da quella opposta caldeggiava la loro alleanza a spese dell'egemonia mondiale britannica; adesso al posto di Tokyo c'è Pechino) che avrebbe interesse alle relazioni energetiche con la Russia (da cui i due Nord Stream che aggirano Paesi problematici come Polonia e Ucraina) e a quelle commerciali con la Cina (con cui l'interscambio è colossale da cui l'interesse alla Via della Seta che aggira il potenziale strangolamento marittimo da parte degli Stati Uniti), ma dal momento che la Germania è desovranizzata non c'è da aspettarsi che si muova di conseguenza e anzi si può prevedere il suo rapido declino (idem il suo ex junior partner dei tempi dell'Asse, dove si parla di geopolitica appunto perché non si può praticarla e basta che la Crimea ritorni ai suoi proprietari storici a che venga permesso agli antigeopolitici di obbedienza atlantica di far sfumare il South Stream)

    gli Stati Uniti non parlano di geopolitica ma la praticano e per questo hanno piazzato il cancro di Maidan per sabotare i rapporti fra Germania e Russia (in dissenso con Obama e Biden qualcuno negli Stati Uniti sottolinea che probabilmente era preferibile evitare di ricercare lo scontro con la Russia infiltrandosi ai suoi confini nel momento in cui la Cina è dichiaratamente l'avversario strategico prioritario)

  7. #87
    Hic Sunt Leones
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    Predefinito Re: La geopolitica è il nuovo marxismo?

    Citazione Originariamente Scritto da Troll Visualizza Messaggio
    il geopoliticismo è di moda fra noi perché i nerd italiani eredi di Mussolini o francesi eredi di de Gaulle o tedeschi eredi di Haushofer giocano con la loro immaginazione intanto che i loro governi prendono ordini dagli Stati Uniti laddove Mosca e Pechino lavorano per ritagliarsi il proprio Grossraum regionale avendo in mente come programma ultimo quello di buttare l'egemone planetario fuori dall'Eurasia (non è importante che le loro rispettive opinioni pubbliche abbiano la minima cognizione di geopolitica, tutto quello che devono fare è obbedire ai loro governi); idealmente in un mondo multipolare la Germania è il terzo di questi poli eurasiatici (esattamente come Berlino, Mosca e Tokyo lo erano quando Mackinder ammoniva dalla prospettiva anglosassone di dividerli laddove Haushofer da quella opposta caldeggiava la loro alleanza a spese dell'egemonia mondiale britannica; adesso al posto di Tokyo c'è Pechino) che avrebbe interesse alle relazioni energetiche con la Russia (da cui i due Nord Stream che aggirano Paesi problematici come Polonia e Ucraina) e a quelle commerciali con la Cina (con cui l'interscambio è colossale da cui l'interesse alla Via della Seta che aggira il potenziale strangolamento marittimo da parte degli Stati Uniti), ma dal momento che la Germania è desovranizzata non c'è da aspettarsi che si muova di conseguenza e anzi si può prevedere il suo rapido declino (idem il suo ex junior partner dei tempi dell'Asse, dove si parla di geopolitica appunto perché non si può praticarla e basta che la Crimea ritorni ai suoi proprietari storici a che venga permesso agli antigeopolitici di obbedienza atlantica di far sfumare il South Stream)

    gli Stati Uniti non parlano di geopolitica ma la praticano e per questo hanno piazzato il cancro di Maidan per sabotare i rapporti fra Germania e Russia (in dissenso con Obama e Biden qualcuno negli Stati Uniti sottolinea che probabilmente era preferibile evitare di ricercare lo scontro con la Russia infiltrandosi ai suoi confini nel momento in cui la Cina è dichiaratamente l'avversario strategico prioritario)
    In realtà quando parlo di "gepoliticismo" qui da noi in Occidente penso piuttosto a posizioni che si presentano come realiste e che se le vai ad analizzare a fondo sono ferme a visioni del mondo da Guerra Fredda, con bipolarismo e spartizioni

  8. #88
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    Predefinito Re: La geopolitica è il nuovo marxismo?

    Citazione Originariamente Scritto da Canaglia Visualizza Messaggio
    In realtà quando parlo di "gepoliticismo" qui da noi in Occidente penso piuttosto a posizioni che si presentano come realiste e che se le vai ad analizzare a fondo sono ferme a visioni del mondo da Guerra Fredda, con bipolarismo e spartizioni
    ferme a visioni del mondo da Guerra Fredda? esattamente all'opposto è l'evoluzione del mondo dopo la Guerra Fredda a portare gli americani di scuola realista (non certo i teorici della liberal hegemony che fanno discorsi di "lotta delle democrazie cotro le autocrazie" come negli editoriali di Soros) ad applicare il divide et impera questa volta in chiave anticinese anziché antisovietica, e questo vuol dire che per accerchiare la Cina gli americani farebbero meglio a riconoscere ai russi il loro cortile di casa minimale

    "We should be pivoting out of Europe to deal with China in a laser-like fashion, number one. And, number two, we should be working overtime to create friendly relations with the Russians. The Russians are part of our balancing coalition against China. If you live in a world where there are three great powers—China, Russia, and the United States—and one of those great powers, China, is a peer competitor, what you want to do if you’re the United States is have Russia on your side of the ledger. Instead, what we have done with our foolish policies in Eastern Europe is drive the Russians into the arms of the Chinese. This is a violation of Balance of Power Politics 101." (Why John Mearsheimer Blames the U.S. for the Crisis in Ukraine)

    è "geopoliticismo"? è elementare balance of power, e per di più applicato dalla prospettiva americana; applicandolo dalla prospettiva di Parigi o di Berlino comporterebbe l'indirizzo gaullista o haushoferiano di appoggiarsi alla Russia per liquidare il primato statunitense in Eurasia, e questo comporta un'intesa fra Parigi o Berlino e Mosca sulla linea da tirare in Europa orientale (cosa in un certo senso già avvenuta quando proprio Parigi e Berlino hanno riconosciuto l'Ucraina e la Georgia come cortile di casa russo opponendosi all'accoglimento della loro richiesta di entrare nella Nato, anche senza voler parlare dei gasdotti realizzati o progettati al preciso scopo di aggirare l'Ucraina e la Polonia e vanificarne il leverage internazionale)

    in entrambi i casi non c'è salvezza per i tuoi amici ucraini, motivo per cui sei costretto ad aggrapparti alla presenza dentro la Casa Bianca di liberal idealists (li si chiami come si vuole non ha importanza) disprezzati dalla cosiddetta scuola realista e indisposti a riconoscere la logica dei cortili di casa; senonché il bello di queste cose è che le sfere d'influenza rientrano dalla finestra che piaccia o meno, attraverso il fatto che nemmeno i liberalprogressisti vogliono vedere nuclearizzati gli Stati Uniti (i quali in tutto questo ci guadagnano l'inimicizia della Russia e il suo peso in fatto di posizione geografica e risorse aggiunto sul piatto di chi ha interesse a rovesciare gli attuali assetti internazionali, ovvero i loro sfidanti asiatici):

    "The notion of “spheres of influence” figured prominently in the U.S. debate about whether Russia ought to have been granted some say on NATO’s open-door policy, as it related to Ukraine and Georgia. Advocates of a “rules-based, liberal world order” condemn the idea that a great power has any say over the foreign or domestic policy of a neighboring small power, just because it is a great power. Small states must have agency, they aver. No spheres of influence would be conceded. This policy is unlikely to change, at least outwardly. Yet when the history is written, the unwillingness of the United States to consider, let alone concede, a sphere of influence to Russia will likely figure as an important contributing cause of this war.

    Presently, this view is banished to the margins of public discourse on the war, but it is likely that many key participants would, if privately pressed, accept it, if only in part. Open agreement on “spheres” is not likely to become a policy of the United States or its allies. But private understanding of “spheres of interest” may exert a subtle influence. This is especially true given what we have relearned about confrontation between nuclear powers. The U.S. has been chary of bringing its own military power to bear in this war because it retains a healthy fear of nuclear escalation. Nuclear confrontations are typically contests of will. It is simply the case that states care more about what happens in their side and back yards than do their opponents farther afield. We know that Russia cares more about the Donbas than we do, and that is one reason we don’t wish to fight them there. Statespersons may not wish to concede spheres of influence, but they will still need a set of policies that capture the connection between geography, interest, and nuclear deterrence."
    (Barry Posen - Hypotheses on the implications of the Ukraine-Russia war)

    faresti prima a dire che non ti piacciono il cinismo (di chi per conseguire i propri obiettivi anticinesi o antiamericani ha bisogno della Russia) e l'egoismo (di chi ha a cuore l'interesse energetico italiano o tedesco) piuttosto di attribuire un "geopoliticismo" a chi non è mosso dai tuoi sentimenti di solidarietà ed empatia verso i portatori di tatuaggi hitleriani

  9. #89
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    Predefinito Re: La geopolitica è il nuovo marxismo?

    Citazione Originariamente Scritto da Troll Visualizza Messaggio
    (non certo i teorici della liberal hegemony che fanno discorsi di "lotta delle democrazie cotro le autocrazie" come negli editoriali di Soros)
    chiaramente anche questi mentecatti devono stare bene attenti a non contrariare troppo Erdoğan e bin Salman se non vogliono ritrovarsi ad avere a che fare per davvero con un compiuto asse delle autocrazie, per cui non è andata bene a curdi e yemeniti

 

 
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