con un account social: per poter godere di tutte le caratteristiche della nostra Community e vedere i SONDAGGI RISERVATI delle prossime tornate elettorali.
Devo dire che quando vedo Putin, quell'acquila bicipite così simile nell'aspetto a quella americana... mi viene il timore di una riedizione dell'imperialismo americano. Mi sta venendo quel dubbio. Sono portato dalla fede a volerci vedere il ritorno del Sacro Romano Impero ma temo di illudermi. Vedremo se lo Zar avrà politiche socialiste anche verso le terre che occupa o finirà nel più bieco capitalismo. Tutto questo mi sta facendo rivalutare l'URSS che di fatto aveva una tensione ideale...
è ovvio che le grandi potenze oggi sono tutte capitalistiche (dove sono le politiche socialiste di Putin? c'è la flat tax), lo stesso Partito Comunista Cinese sa che per produrre ricchezza da trasformare in armamenti puntati contro gli avversari ha bisogno dell'accumulazione privata (giustiziando eventualmente qualche ricco quando scontenta il Partito); ho menzionato l'ipotetico ritorno dell'Unione Sovietica solo per dire che per i bordighisti pure quella era uno Stato borghese, dato che ammettere con Trotskij la possibilità dell'emersione di uno "Stato proletario degenerato" equivarrebbe a riconoscere un andamento imprevisto rispetto alle predizioni dell'infallibile scienza marxiana
Non è che non ci sia niente da cambiare, però non credo che per curare il cancro ci si debba prendere la tubercolosi.
Originariamente Scritto da emv
Gli LGBT ad es. sono uno scandalo per le comunità islamiche. Quella è già una connessione possibile. Il discorso del potenziale tradizionale e anti-illumimistico di quelle masse non ancora occidentalizzate.
Non farmi proprio tu discorsi para-guénoniani. La Tradizione è solo quella cattolica. Poi esistono le tradizioni storiche e culturali dei singoli popoli, ma molto banalmente quelle dei popoli di religione islamica non sono le nostre. Ma il discorso va oltre: le masse allogene che vengono qui, a prescindere dal fatto che siano islamiche o meno, in larga maggioranza sono attratte esattamente da quegli aspetti che noi avversiamo o quanto meno critichiamo dell'odierna società capitalista occidentale.
Originariamente Scritto da emv
Se ti lasci ridurre solo a "legge e ordine" diventi per forza lo sceriffo al soldo dei capitalisti americani. Insomma, lasci che gli ideali ce li mettano loro.
Questo è un discorso che, al limite, può valere per qualche sedicente benpensante conservatore, ma su un forum di destra radicale la maggioranza è ben consapevole che l'immigrazione di massa nell'età della globalizzazione, pur avendo aspetti legati al rispetto dell'ordine pubblico o alla tenuta del tessuto economico-sociale (immigrati = manodopera a basso costo), costituisce una minaccia alla configurazione etnica e culturale assunta dai popoli europei negli ultimi duemila anni.
Credere - Pregare - Obbedire - Vincere
"Maledetto l'uomo che confida nell'uomo"(Ger 17, 5).
Non farmi proprio tu discorsi para-guénoniani. La Tradizione è solo quella cattolica. Poi esistono le tradizioni storiche e culturali dei singoli popoli, ma molto banalmente quelle dei popoli di religione islamica non sono le nostre.
Ti rispondo su questo punto con un pezzo tratto da un vecchio articolo di Don Curzio Nitoglia. Purtroppo non è più disponibile in rete, fortunatamente l'avevo salvato:
Tradizione Primordiale e Tradizione cattolica
A tal punto occorre esplicitare ciò che il cattolico intende per tradizione e procedere quindi ad un esame comparativo fra la tradizione cattolica e quella guénoniano-massonica sperando di giungere ad una chiarificazione delle posizioni. Il punto di partenza non può essere che quello della fede, secondo la formula di Sant'Anselmo "Crede ut intelligas", e ci rivolgeremo subito ad esaminare il senso che le Scritture danno alla parola Tradizione. [A ben guardare, comunque, anche Guénon chiede ai suoi iniziati un atto di fede nel dogma dell'esistenza di un Hyperthéos assiomatico, indimostrabile, ineffabile ed inesprimibile. Ma vedremo che non è la stessa cosa: il paesaggio viene infatti osservato in condizioni di luce ben differenti]. In senso cristiano la parola Tradizione è riservata esclusivamente alla parte di Rivelazione divina che non è stata trasmessa per iscritto (la Sacra Scrittura), bensì oralmente, mentre la sua collocazione rispetto alla religione è simile a quella che può essere attribuita all'involucro rispetto al suo contenuto. La Rivelazione di Dio all'umanità ha conosciuto tre grandi fasi: la Rivelazione primitiva ricevuta dai santi Patriarchi, che non genera alcuna Scrittura, una seconda Rivelazione raccolta nell'Antico Testamento, infine la Rivelazione del Messia che costituisce il Nuovo Testamento. Con la morte dell'ultimo apostolo a Efeso, la Rivelazione si chiude.
La Rivelazione di Dio all'umanità ha conosciuto tre grandi fasi: la Rivelazione primitiva ricevuta dai santi Patriarchi, che non genera alcuna Scrittura, una seconda Rivelazione raccolta nell'Antico Testamento, infine la Rivelazione del Messia che costituisce il Nuovo Testamento. Con la morte dell'ultimo apostolo a Efeso, la Rivelazione si chiude.
La Rivelazione primitiva
La Rivelazione ricevuta dai primi uomini e dai Patriarchi è stata raccolta molti secoli dopo per trasmissione orale: si può quindi, a buon diritto parlare di una Tradizione primitiva. Giova tuttavia osservare che essa non rimarrà a lungo omogenea e unica. Si narra infatti nel libro della Genesi che ben presto ha luogo la separazione di due culti: quello di Abele, sacrificio espiatorio delle primizie del suo gregge, gradito a Dio e che costituiva la vera religione soprannaturale, e quello di Caino che con trascuratezza offriva all'Eterno dei frutti della terra, nel quale si esercitava solo la religione naturale. Se non si opera questa distinzione, se si prescinde dal contenuto e dallo spirito, non v'è ragione di distinguere tra le due e si può anche parlare di tradizione primordiale indifferenziata, cro-giolo, a dire degli esoteristi, di tutte le religioni, tutte di pari dignità provenienti da un'unica fonte. Ma sappiamo che per chi crede nell'esistenza di Dio - e quindi del bene e del male - tale distinzione non è accettabile. Possiamo perciò sostenere l'esistenza di due tradizioni separate, quella della religione soprannaturale, che riconosce la necessità di un mediatore tra il Cielo e la terra e lo attende, e quella della religione naturale che traccia una propria via di elevazione col solo ausilio delle proprie forze. Due percorsi di segno contrario, che non sfoceranno giammai in un sincretismo, bensì condurranno ad un loro allontanamento progressivo, in aperto contrasto e ostilità, come dimostra fin dagli inizi l'omicidio di Caino. Dio aveva annunciato al serpente: "Porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua posterità e la sua posterità" (Gen. III,15) e - sappiamo - la posterità della donna è quella di Nostro Signore, mentre quella del serpente è quella dell'Anticristo. La storia umana non è che il racconto di questa gigantesca lotta fra i due corpi mistici. Vediamo allora più da vicino queste due tradizioni.
La Tradizione dei Patriarchi
Sono i patriarchi fino a Noè che trasmettono fedelmente la Rivelazione primitiva ricevuta da Adamo. Sono pochi di fronte alle fitte schiere che seguono invece la tradizione deviata, quella del naturalismo cainita, e che Dio punisce col diluvio. All'uscita dell'arca Noè ritesse il filo della Rivelazione divina che la Tradizione autentica trasmette fino al secondo periodo tormentato che sta fra l'edificazione della Torre di Babele - fase nella quale la Tradizione pagana è in preda ad una straordinaria effervescenza - e la vocazione di Abramo, che probabilmente gli viene trasmessa dal misterioso e santo re-sacerdote Melchisedec. Con Abramo Dio prepara un popolo separato dagli altri al quale affida la Vera Religione, e quindi la Tradizione che la veicola, affinché essa si perpetui in attesa dei tempi messianici del suo svolgimento successivo. È importante sottolineare che tutto questo ci è noto non attraverso la Tradizione, bensì attraverso la Scrittura, alla quale Dio, per rimediare al deterioramento della rivelazione primordiale dovuta al paganesimo invadente, aveva affidato la sua seconda Rivelazione, volta a ricordare e completare la prima. Ed è la Sinagoga ebraica che la custodirà fedelmente e la tramanderà attraverso i secoli fino alla venuta del Redentore. E la Scrittura ci narra di un Dio personale e creatore che ha creato in sei giorni l'universo. Nessuna entità metafisica - intesa in senso guénoniano - dunque, di cui l'universo sarebbe l'emanazione o "manifestazione". Il culto è quello del sacrificio espiatorio divenuto necessario dopo la caduta, la profezia quella "della posterità della donna che schiaccerà il capo al serpente". E Mosé si occuperà di fissare per iscritto, sotto dettatura di Dio stesso la Tradizione patriarcale e consegnarla al suo popolo. La Tradizione patriarcale tuttavia non è abrogata e la si vede riemergere dall'ombra di molti secoli nella vicenda dei Re Magi, che dovevano averne raccolto l'essenziale, cioè la profezia della venuta di un Salvatore.
La Tradizione cainita, Tradizione spuria
Assieme alla Tradizione dei Patriarchi circola un'altra Tradizione che può vantare la stessa anzianità e che veicola tutte le varie nozioni che possono avere origine da una religiosità naturale. Anche per questa Tradizione il riferimento sono ancora le Sacre Scritture, soprattutto dove si narrano gli episodi del diluvio e della Torre di Babele. Nel periodo antidiluviano "la malizia degli uomini era grande sopra la terra e ogni pensiero del loro cuore era rivolto in ogni tempo al male" (Gen., VI, 5) mentre "la terra era corrotta davanti a Dio e ripiena di iniquità. Avendo Dio visto che tutta la terra era corrotta, ogni uomo infatti aveva macchiato le sue vie sulla terra" (Gen, VI, 11-12). Questi sono i termini usati dalle Scritture, che spiegano anche l'origine di questa cattiva condotta e decadenza dei costumi con la perversione di quella concezione religiosa ("ogni uomo infatti aveva macchiato le sue vie sulla terra") che aveva costituito la trama della Rivelazione primordiale. Perversione che emerge con forza nella vicenda della costruzione della Torre di Babele. L'umanità è unita, parla una sola lingua, ma non pratica il culto che Dio aveva rivelato osservando i Suoi precetti e le Sue profezie. C'è nei costruttori un desiderio di avvicinarsi a Dio, ma con mezzi prettamente umani: "facciamo una torre la cui cima arrivi al cielo, e rendiamo famoso il nostro nome prima di dividerci su tutta la terra" (Gen., XI, 4). Non sfugga l'umanitarismo ante-litteram contenuto in queste parole che pretende di volere innalzarsi a Dio, ma che in realtà invece celebra la gloria dell'umanità. E Dio, che vede l'autentica Tradizione primordiale affogare nel politeismo e nel paganesimo, che vede gli uomini dimentichi della misteriosa profezia sulla "posterità della donna" - l'Incarnazione del Verbo attorno alla quale tutto ruota - li disperde e li confonde. La religione di Babele costituisce l'ultima manifestazione globale, alla quale partecipa collettivamente tutta l'umanità, della Tradizione deviata, quella cainita, ed è a partire di là che vengono elaborate, in Oriente e in Occidente le tradizioni particolari.
Questa è la prospettiva su cui ho trovato la quadra tra il mio passato di lettore di Guenon e l'essere cattolico.
Originariamente Scritto da Giò
Ma il discorso va oltre: le masse allogene che vengono qui, a prescindere dal fatto che siano islamiche o meno, in larga maggioranza sono attratte esattamente da quegli aspetti che noi avversiamo o quanto meno critichiamo dell'odierna società capitalista occidentale.
Dentro si portano sempre la loro antichezza e primitività. Sono valori potentissimi, alla luce del testo precedente penso sia più chiaro cosa intendo.
E' vero che hanno una volontà di progresso come l'hanno avuta i nostri avi, che in se non è cattiva, non si immaginavano portasse a questo disastro.
IN PALESTINA È GENOCIDIO! ROSA E OLINDO LIBERI SUBITO!
FUORI DALLA NATO! FUORI DALLA UE! BASTA ECOFOLLIE GREEN!
“Sorgi, Dio, difendi la tua causa.”
"Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli…"
Ti rispondo su questo punto con un pezzo tratto da un vecchio articolo di Don Curzio Nitoglia. Purtroppo non è più disponibile in rete, fortunatamente l'avevo salvato:
Tradizione Primordiale e Tradizione cattolica
A tal punto occorre esplicitare ciò che il cattolico intende per tradizione e procedere quindi ad un esame comparativo fra la tradizione cattolica e quella guénoniano-massonica sperando di giungere ad una chiarificazione delle posizioni. Il punto di partenza non può essere che quello della fede, secondo la formula di Sant'Anselmo "Crede ut intelligas", e ci rivolgeremo subito ad esaminare il senso che le Scritture danno alla parola Tradizione. [A ben guardare, comunque, anche Guénon chiede ai suoi iniziati un atto di fede nel dogma dell'esistenza di un Hyperthéos assiomatico, indimostrabile, ineffabile ed inesprimibile. Ma vedremo che non è la stessa cosa: il paesaggio viene infatti osservato in condizioni di luce ben differenti]. In senso cristiano la parola Tradizione è riservata esclusivamente alla parte di Rivelazione divina che non è stata trasmessa per iscritto (la Sacra Scrittura), bensì oralmente, mentre la sua collocazione rispetto alla religione è simile a quella che può essere attribuita all'involucro rispetto al suo contenuto. La Rivelazione di Dio all'umanità ha conosciuto tre grandi fasi: la Rivelazione primitiva ricevuta dai santi Patriarchi, che non genera alcuna Scrittura, una seconda Rivelazione raccolta nell'Antico Testamento, infine la Rivelazione del Messia che costituisce il Nuovo Testamento. Con la morte dell'ultimo apostolo a Efeso, la Rivelazione si chiude.
La Rivelazione di Dio all'umanità ha conosciuto tre grandi fasi: la Rivelazione primitiva ricevuta dai santi Patriarchi, che non genera alcuna Scrittura, una seconda Rivelazione raccolta nell'Antico Testamento, infine la Rivelazione del Messia che costituisce il Nuovo Testamento. Con la morte dell'ultimo apostolo a Efeso, la Rivelazione si chiude.
La Rivelazione primitiva
La Rivelazione ricevuta dai primi uomini e dai Patriarchi è stata raccolta molti secoli dopo per trasmissione orale: si può quindi, a buon diritto parlare di una Tradizione primitiva. Giova tuttavia osservare che essa non rimarrà a lungo omogenea e unica. Si narra infatti nel libro della Genesi che ben presto ha luogo la separazione di due culti: quello di Abele, sacrificio espiatorio delle primizie del suo gregge, gradito a Dio e che costituiva la vera religione soprannaturale, e quello di Caino che con trascuratezza offriva all'Eterno dei frutti della terra, nel quale si esercitava solo la religione naturale. Se non si opera questa distinzione, se si prescinde dal contenuto e dallo spirito, non v'è ragione di distinguere tra le due e si può anche parlare di tradizione primordiale indifferenziata, cro-giolo, a dire degli esoteristi, di tutte le religioni, tutte di pari dignità provenienti da un'unica fonte. Ma sappiamo che per chi crede nell'esistenza di Dio - e quindi del bene e del male - tale distinzione non è accettabile. Possiamo perciò sostenere l'esistenza di due tradizioni separate, quella della religione soprannaturale, che riconosce la necessità di un mediatore tra il Cielo e la terra e lo attende, e quella della religione naturale che traccia una propria via di elevazione col solo ausilio delle proprie forze. Due percorsi di segno contrario, che non sfoceranno giammai in un sincretismo, bensì condurranno ad un loro allontanamento progressivo, in aperto contrasto e ostilità, come dimostra fin dagli inizi l'omicidio di Caino. Dio aveva annunciato al serpente: "Porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua posterità e la sua posterità" (Gen. III,15) e - sappiamo - la posterità della donna è quella di Nostro Signore, mentre quella del serpente è quella dell'Anticristo. La storia umana non è che il racconto di questa gigantesca lotta fra i due corpi mistici. Vediamo allora più da vicino queste due tradizioni.
La Tradizione dei Patriarchi
Sono i patriarchi fino a Noè che trasmettono fedelmente la Rivelazione primitiva ricevuta da Adamo. Sono pochi di fronte alle fitte schiere che seguono invece la tradizione deviata, quella del naturalismo cainita, e che Dio punisce col diluvio. All'uscita dell'arca Noè ritesse il filo della Rivelazione divina che la Tradizione autentica trasmette fino al secondo periodo tormentato che sta fra l'edificazione della Torre di Babele - fase nella quale la Tradizione pagana è in preda ad una straordinaria effervescenza - e la vocazione di Abramo, che probabilmente gli viene trasmessa dal misterioso e santo re-sacerdote Melchisedec. Con Abramo Dio prepara un popolo separato dagli altri al quale affida la Vera Religione, e quindi la Tradizione che la veicola, affinché essa si perpetui in attesa dei tempi messianici del suo svolgimento successivo. È importante sottolineare che tutto questo ci è noto non attraverso la Tradizione, bensì attraverso la Scrittura, alla quale Dio, per rimediare al deterioramento della rivelazione primordiale dovuta al paganesimo invadente, aveva affidato la sua seconda Rivelazione, volta a ricordare e completare la prima. Ed è la Sinagoga ebraica che la custodirà fedelmente e la tramanderà attraverso i secoli fino alla venuta del Redentore. E la Scrittura ci narra di un Dio personale e creatore che ha creato in sei giorni l'universo. Nessuna entità metafisica - intesa in senso guénoniano - dunque, di cui l'universo sarebbe l'emanazione o "manifestazione". Il culto è quello del sacrificio espiatorio divenuto necessario dopo la caduta, la profezia quella "della posterità della donna che schiaccerà il capo al serpente". E Mosé si occuperà di fissare per iscritto, sotto dettatura di Dio stesso la Tradizione patriarcale e consegnarla al suo popolo. La Tradizione patriarcale tuttavia non è abrogata e la si vede riemergere dall'ombra di molti secoli nella vicenda dei Re Magi, che dovevano averne raccolto l'essenziale, cioè la profezia della venuta di un Salvatore.
La Tradizione cainita, Tradizione spuria
Assieme alla Tradizione dei Patriarchi circola un'altra Tradizione che può vantare la stessa anzianità e che veicola tutte le varie nozioni che possono avere origine da una religiosità naturale. Anche per questa Tradizione il riferimento sono ancora le Sacre Scritture, soprattutto dove si narrano gli episodi del diluvio e della Torre di Babele. Nel periodo antidiluviano "la malizia degli uomini era grande sopra la terra e ogni pensiero del loro cuore era rivolto in ogni tempo al male" (Gen., VI, 5) mentre "la terra era corrotta davanti a Dio e ripiena di iniquità. Avendo Dio visto che tutta la terra era corrotta, ogni uomo infatti aveva macchiato le sue vie sulla terra" (Gen, VI, 11-12). Questi sono i termini usati dalle Scritture, che spiegano anche l'origine di questa cattiva condotta e decadenza dei costumi con la perversione di quella concezione religiosa ("ogni uomo infatti aveva macchiato le sue vie sulla terra") che aveva costituito la trama della Rivelazione primordiale. Perversione che emerge con forza nella vicenda della costruzione della Torre di Babele. L'umanità è unita, parla una sola lingua, ma non pratica il culto che Dio aveva rivelato osservando i Suoi precetti e le Sue profezie. C'è nei costruttori un desiderio di avvicinarsi a Dio, ma con mezzi prettamente umani: "facciamo una torre la cui cima arrivi al cielo, e rendiamo famoso il nostro nome prima di dividerci su tutta la terra" (Gen., XI, 4). Non sfugga l'umanitarismo ante-litteram contenuto in queste parole che pretende di volere innalzarsi a Dio, ma che in realtà invece celebra la gloria dell'umanità. E Dio, che vede l'autentica Tradizione primordiale affogare nel politeismo e nel paganesimo, che vede gli uomini dimentichi della misteriosa profezia sulla "posterità della donna" - l'Incarnazione del Verbo attorno alla quale tutto ruota - li disperde e li confonde. La religione di Babele costituisce l'ultima manifestazione globale, alla quale partecipa collettivamente tutta l'umanità, della Tradizione deviata, quella cainita, ed è a partire di là che vengono elaborate, in Oriente e in Occidente le tradizioni particolari.
Questa è la prospettiva su cui ho trovato la quadra tra il mio passato di lettore di Guenon e l'essere cattolico.
Ho capito, ma non meniamo il can per l'aia. È vero che è esistita una Rivelazione primitiva e, di conseguenza, una Tradizione primordiale legata alla sua trasmissione e che l'adulterazione di questa Tradizione primigenia ha dato origine alle false religioni pre-cristiane. Ma questo non consente di rivalutare né le suddette adulterazioni né i frutti avvelenati che hanno generato. E non è di certo per mezzo delle une e/o degli altri che si potrà restaurare la società cristiana in Europa (o in qualsiasi altra parte del mondo).
Originariamente Scritto da emv
Dentro si portano sempre la loro antichezza e primitività. Sono valori potentissimi, alla luce del testo precedente penso sia più chiaro cosa intendo.
E' vero che hanno una volontà di progresso come l'hanno avuta i nostri avi, che in se non è cattiva, non si immaginavano portasse a questo disastro.
Questi mi sembrano quasi i classici discorsi rousseauiani sul "buon selvaggio", che lasciano il tempo che trovano. Sembri dimenticare che quei popoli hanno risentito più di altri delle ferite del peccato originale, visto che per secoli (cosa che in molti casi perdura tutt'ora) sono rimasti estranei alla fede cattolica e ai benefici effetti della civilizzazione cristiana. La loro "primitività" spesso è dettata proprio da questo, non da una loro maggior fedeltà all'origine.
Credere - Pregare - Obbedire - Vincere
"Maledetto l'uomo che confida nell'uomo"(Ger 17, 5).
Ho capito, ma non meniamo il can per l'aia. È vero che è esistita una Rivelazione primitiva e, di conseguenza, una Tradizione primordiale legata alla sua trasmissione e che l'adulterazione di questa Tradizione primigenia ha dato origine alle false religioni pre-cristiane. Ma questo non consente di rivalutare né le suddette adulterazioni né i frutti avvelenati che hanno generato. E non è di certo per mezzo delle une e/o degli altri che si potrà restaurare la società cristiana in Europa (o in qualsiasi altra parte del mondo).
Questi mi sembrano quasi i classici discorsi rousseauiani sul "buon selvaggio", che lasciano il tempo che trovano. Sembri dimenticare che quei popoli hanno risentito più di altri delle ferite del peccato originale, visto che per secoli (cosa che in molti casi perdura tutt'ora) sono rimasti estranei alla fede cattolica e ai benefici effetti della civilizzazione cristiana. La loro "primitività" spesso è dettata proprio da questo, non da una loro maggior fedeltà all'origine.
Per foruna che si mantennero fuori dalla religione cattolica! Altrimenti sarebbero ridotti come noi.
Per foruna che si mantennero fuori dalla religione cattolica! Altrimenti sarebbero ridotti come noi.
A dire il vero, noi siamo ridotti così proprio perché ci siamo allontanati dal cattolicesimo e da quell'insieme di principi morali di cui è stato, ed è, portatore.
Credere - Pregare - Obbedire - Vincere
"Maledetto l'uomo che confida nell'uomo"(Ger 17, 5).
Ho capito, ma non meniamo il can per l'aia. È vero che è esistita una Rivelazione primitiva e, di conseguenza, una Tradizione primordiale legata alla sua trasmissione e che l'adulterazione di questa Tradizione primigenia ha dato origine alle false religioni pre-cristiane. Ma questo non consente di rivalutare né le suddette adulterazioni né i frutti avvelenati che hanno generato. E non è di certo per mezzo delle une e/o degli altri che si potrà restaurare la società cristiana in Europa (o in qualsiasi altra parte del mondo).
Non rivalutare le adulterazioni ma c'è sempre una componente buona. A parte una considerazione che tra l'adulterazione islamica il cui errore più grave è negare la Trinità e l'adulterazione illuministica che nega Dio del tutto cosa è peggio?
Tanto per forza di cose un giorno i cattolici della famiglia tradizionale manifesteranno insieme con gli islamici contro l'LGBT. Che ci piaccia o no, dovremo fare i conti con questo.
Originariamente Scritto da Giò
Questi mi sembrano quasi i classici discorsi rousseauiani sul "buon selvaggio", che lasciano il tempo che trovano. Sembri dimenticare che quei popoli hanno risentito più di altri delle ferite del peccato originale, visto che per secoli (cosa che in molti casi perdura tutt'ora) sono rimasti estranei alla fede cattolica e ai benefici effetti della civilizzazione cristiana. La loro "primitività" spesso è dettata proprio da questo, non da una loro maggior fedeltà all'origine.
Certamente, c'è sempre il rischio gnostico in ogni pensiero nostro, questa è sempre una costante umana. Rousseau altro non ha fatto che riproporre, in una sintesi purificata, la gnosi del mito dell'età dell'Oro in cui le persone non avevano bisogno di leggi. Noi dobbiamo distinguere la restaurazione del Regno di Dio dell'Eden (intendo la volontà di ciò, non certo la sua attuazione completa) dalla restaurazione gnostica di quel mito che è stato il più antico travisamento del racconto biblico da parte dei popoli dopo Babele. Gesù vive già questa problematica quando ripropone il matrimonio cristiano abolendo ripudio e bigamia ma i sacerdoti ebrei già pensavano ad una abolizione della legge in senso antinomico gnostico. Il problema di questo distinguo è eternamente presente.
Io vedo una mancata comprensione di questo passaggio fondamentale, per non riconoscere che il deportato africano, asiatico, ognuno con la sua posizione naturale nella gerarchia, beninteso, è un alienato esattamente come noi, dal Male-Capitale-sfruttamento dell'uomo. Noi siamo più progrediti ma sradicati e alienati come loro. Come si fa a negare che sia così?
Io non dico che nella lotta comune ci si parificherebbe, il ruolo di guida, custodia, è fondamentale. Tanto il rischio di perdersi c'è sempre, anche se ti chiudi nella nostalgia c'è sempre un rischio.
IN PALESTINA È GENOCIDIO! ROSA E OLINDO LIBERI SUBITO!
FUORI DALLA NATO! FUORI DALLA UE! BASTA ECOFOLLIE GREEN!
“Sorgi, Dio, difendi la tua causa.”
"Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli…"
No rivalutare le adulterazioni ma c'è sempre una componente buona. A parte una considerazione che tra l'adulterazione islamica il cui errore più grave è negare la Trinità e l'adulterazione illuministica che nega Dio del tutto cosa è peggio?
Tanto per forza di cose un giorno i cattolici della famiglia tradizionale manifesteranno insieme con gli islamici contro l'LGBT. Che ci piaccia o no, dovremo fare i conti con questo.
Mi sembra un discorso estremamente ingenuo. La nostra debolezza contribuisce notevolmente alla forza altrui. Le varie comunità allogene possono acquisire più peso ed influenza in un contesto di "politeismo dei valori" che in uno in cui vige un "pensiero forte" che permea l'intera società. Una società robustamente cristiana infatti non avrebbe mai ammesso una quantità così indiscriminata di allogeni, a maggior ragione se di religione differente da quella cattolica. Peraltro, qua si pone seriamente l'interrogativo se un domani i discendenti degli allogeni provenienti dai paesi musulmani presenti in Europa avranno ancora interesse a difendere quelli che sono i valori della loro stessa cultura.
Originariamente Scritto da emv
Certamente, c'è sempre il rischio gnostico in ogni pensiero nostro, questa è sempre una costante umana. Rousseau altro non ha fatto che riproporre, in una sintesi purificata, la gnosi del mito dell'età dell'Oro in cui le persone non avevano bisogno di leggi. Noi dobbiamo distinguere la restaurazione del Regno di Dio dell'Eden (intendo la volontà di ciò, non certo la sua attuazione completa) dalla restaurazione gnostica di quel mito che è stato il più antico travisamento del racconto biblico da parte dei popoli dopo Babele. Gesù vive già questa problematica quando ripropone il matrimonio cristiano abolendo ripudio e bigamia ma i sacerdoti ebrei già pensavano ad una abolizione della legge in senso antinomico gnostico. Il problema di questo distinguo è eternamente presente.
Io vedo una mancata comprensione di questo passaggio fondamentale, per non riconoscere che il deportato africano, asiatico, ognuno con la sua posizione naturale nella gerarchia, beninteso, è un alienato esattamente come noi, dal Male-Capitale-sfruttamento dell'uomo. Noi siamo più progrediti ma sradicati e alienati come loro. Come si fa a negare che sia così?
Io non dico che nella lotta comune ci si parificherebbe, il ruolo di guida, custodia, è fondamentale. Tanto il rischio di perdersi c'è sempre, anche se ti chiudi nella nostalgia c'è sempre un rischio.
Non si tratta di considerarci meno aggiogati al liberal-capitalismo di loro, ma di riconoscere che per risolvere i nostri problemi non possiamo far leva su coloro che sono arrivati qui proprio perché attratti da quei mali che noi stessi consideriamo tali e che dovremmo combattere. Non posso curare un malato con del cianuro: devo usare le medicine adatte.
Credere - Pregare - Obbedire - Vincere
"Maledetto l'uomo che confida nell'uomo"(Ger 17, 5).
l'anno prossimo fanno vent'anni che Tommaso frequenta il forum!
on se fait vieux hein (ma la Specie non invecchia e anzi tocca escludere recisamente che scompaia in qualche catastrofe, altrimenti Marx si sarebbe sbagliato)
Una società robustamente cristiana infatti non avrebbe mai ammesso una quantità così indiscriminata di allogeni, a maggior ragione se di religione differente da quella cattolica.
Nessun dubbio su questo. La casa cristiana è tutta da riparare, la cosa più razionale mi sembra farci aiutare da chi ci ritroviamo adesso in casa. Altrimenti mi sembra solo nostalgia un po' sterile.
Un progetto di una Destra radicale che si metta a guidare le masse degli alienati, guidandole contro i poteri forti, non facendosi guidare sia chiaro, è un progetto ragionevole e fattibile.
L'idea di arrivare un giorno a ricostituire il vecchio PNF non ti sembra un po' utopistico? Alternative?
Originariamente Scritto da Giò
Peraltro, qua si pone seriamente l'interrogativo se un domani i discendenti degli allogeni provenienti dai paesi musulmani presenti in Europa avranno ancora interesse a difendere quelli che sono i valori della loro stessa cultura.
Aiutiamoli facendo vedere che abbiamo in comune qualcosa.
Originariamente Scritto da Giò
Non si tratta di considerarci meno aggiogati al liberal-capitalismo di loro, ma di riconoscere che per risolvere i nostri problemi non possiamo far leva su coloro che sono arrivati qui proprio perché attratti da quei mali che noi stessi consideriamo tali e che dovremmo combattere. Non posso curare un malato con del cianuro: devo usare le medicine adatte.
Che senso ha il concetto della Terra e del Sangue se non postuliamo che sia valido per tutti? Ognuno dovrebbe desiderare di appartenere alla propria terra, prima forma della sua anima.
Se se ne va è perchè lo costringono per ragioni economiche e perchè l'hanno mentalmente sradicato. Più una o l'altra a seconda.
Quindi se si muovono non è per l'attrazione dei mali occidentali ma per ritrovarvi una "terra promessa" (comprenderai che metafisicamente l'attrazione dei mali è inconsistente. C'è un falso bene che attrae sempre). Naturalmente non lo è affatto una terra promessa la nostra, ma starebbe a noi prendere in mano la situazione e riaccompagnarli a casa con l'esercito e rimanerci fino a risolvere tutti i problemi che lo hanno indotto a partire. Essere "luce delle genti".
Siamo lontani anni luce dall'idea di un neocolonialismo illuminato, vedremo se ci proverà Putin in Africa, ma se non lavoriamo a questo obiettivo lasciamo spazio libero alla massoneria.
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