Immagino il rover Perseverance che viaggia per i deserti marziani esplorando enormi kanyon e rocce solitarie, per poi bloccarsi su un particolare inaspettato. Un grosso pezzo di plastica bianco incastrato tra la terra rossa. Ma che cavolo è?
Nessuno della NASA ha fatto in tempo a pensare agli alieni neanche per un secondo perché lo hanno riconosciuto subito, una parte della coperta termica usata per proteggere il veicolo durante il suo atterraggio. Il problema è che si trovava a 2 chilometri di distanza dl punto in cui il rover ha toccato il pianeta.
Questo è letteralmente inquinamento umano, su un pianeta su cui ancora non siamo arrivati personalmente. La domanda è: lo ha spostato il vento o si era già staccato durante l'atterraggio?
La spazzatura spaziale è una preoccupazione crescente per le agenzie spaziali. Frammenti di missioni lasciate nello spazio, come stivali, pale e interi veicoli che le missioni Apollo hanno lasciato sulla Luna, possono contaminare corpi planetari altrimenti incontaminati.
Tuttavia, le restrizioni che proteggono lo spazio dall'inquinamento sono scarse. L'attuale legge spaziale non è cambiata molto dal Trattato sullo spazio extra-atmosferico, che è stato elaborato nel 1967 e non è troppo dettagliato. Più di mezzo secolo dopo, quando i corpi celesti come Marte cominciano ad essere costellate di pezzetti di tecnologie terrestri, allora bisognerà cominciare a pensare a una soluzione.