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  1. #1
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    Predefinito M5s, la scissione di Di Maio: quasi 50 firme per il nuovo gruppo. Di Battista: “Ignob

    When the facts change, I change my mind. What do you do, sir? John Maynard Keynes

  2. #2
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    Predefinito Re: M5s, la scissione di Di Maio: quasi 50 firme per il nuovo gruppo. Di Battista: “I

    Che goduria. Una volta c'era futuro e libertà, oggi c'è insieme per il futuro.

  3. #3
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    Predefinito Re: M5s, la scissione di Di Maio: quasi 50 firme per il nuovo gruppo. Di Battista: “I

    Citazione Originariamente Scritto da Saturno Visualizza Messaggio
    Un modo elegante per superare il vincolo sul doppio mandato

  4. #4
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    Predefinito Re: M5s, la scissione di Di Maio: quasi 50 firme per il nuovo gruppo. Di Battista: “I

    Citazione Originariamente Scritto da Saturno Visualizza Messaggio
    Mi sa che 50 più che le firme saranno i voti che prenderanno alle politiche :-)

  5. #5
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    Predefinito Re: M5s, la scissione di Di Maio: quasi 50 firme per il nuovo gruppo. Di Battista: “I

    Citazione Originariamente Scritto da saturno Visualizza Messaggio
    Solo due parole:

    GRAZIE MATTEO!
    La plebaglia spesso sbaglia

  6. #6
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    Predefinito Re: M5s, la scissione di Di Maio: quasi 50 firme per il nuovo gruppo. Di Battista: “I

    Citazione Originariamente Scritto da heint Visualizza Messaggio
    Mi sa che 50 più che le firme saranno i voti che prenderanno alle politiche :-)
    Io su questo non sarei, mio malgrado, così certo.

  7. #7
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    Predefinito Re: M5s, la scissione di Di Maio: quasi 50 firme per il nuovo gruppo. Di Battista: “I

    Ma adry che fine ha fatto? Interessante conoscere la sua opinione
    fanculo alla transizione green

  8. #8
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    Predefinito Re: M5s, la scissione di Di Maio: quasi 50 firme per il nuovo gruppo. Di Battista: “I

    Il dissolvimento dei 5 Stelle continua.

    Bene così.

  9. #9
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    Predefinito Re: M5s, la scissione di Di Maio: quasi 50 firme per il nuovo gruppo. Di Battista: “I

    Leggo che i dimaiani sarebbero 50 alla camera e 11 al senato. Nel 2018 i parlamentari grillini erano 339, ora sono 227 tra espulsioni ed abbandoni, ora con questa nuova fuoriuscita ne rimarrebbero 166, meno della metà degli eletti.

    Il bello è che dopo tanto rumore il M5S chinerà il capo e continuerà ad appoggiare la maggioranza.
    When the facts change, I change my mind. What do you do, sir? John Maynard Keynes

  10. #10
    ik manèbimus òptime
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    Predefinito I cinque scemi si sono divisi in due scemi e mezzo, ma rimangono sempre scemi.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/202...trone/6634924/

    M5s, la scissione di Di Maio: quasi 50 firme per il nuovo gruppo. Di Battista: “Ignobile tradimento governare con tutti per le poltrone”





    Annunciata dai giornali, auspicata (da una parte e dell’altra) e mai veramente portata fino in fondo, alla fine è successa: Luigi Di Maio ha preparato la scissione dal Movimento 5 stelle. Proprio quando Mario Draghi stava per iniziare il suo discorso davanti alla Camera, le agenzie di stampa hanno iniziato a battere la notizia che quasi 50 parlamentari hanno firmato per seguire il ministro degli Esteri nella sua nuova formazione politica. Era già pronto anche il nome, “Insieme per il futuro”, e la prima lista di nomi. E alle 21.15, fanno sapere i più vicini all’ex capo politico M5s, ci sarà una conferenza stampa per ufficializzare l’addio. Ma ormai è inevitabile che le strade tra il ministro della Difesa e il Movimento che ha contribuito a creare si separino. Il primo a commentare è stato l’ex deputato e (per ora) ex esponente 5 stelle Alessandro Di Battista. E, seppur dicendo di non voler parlare della “nuova scissione”, ha ricordato il perché lui se ne è andato: “Un Movimento”, ha scritto su Facebook, “nato per non governare con nessuno ha il diritto di evolversi e governare con qualcuno per portare a casa risultati. Non ha alcun diritto di governare con tutti per portare a casa comode poltrone. Si chiama ignobile tradimento. Non senso di responsabilità”. Un messaggio molto chiaro per l’ex collega, al quale poco prima si era rivolto provocatoriamente anche su Instagram: “Insieme per il futuro? Il futuro di Di Maio”, ha scritto. In mattinata era tornato a parlare sul blog anche Beppe Grillo: “Chi non crede più nelle regole parli”, ha scritto. Neanche tre ore dopo, il suo ex leader metteva in atto la sua operazione.







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    I nomi di chi segue Di Maio – Al momento si tratta di nomi da confermare. Ma insieme alle indiscrezioni dello strappo, ha iniziato a circolare anche la lista di chi ha deciso di seguire l’ormai ex leader M5s. I numeri sono cambiati più volte nel corso del pomeriggio, ma partendo dal fatto che alla Camera servono almeno 20 deputati per far nascere un nuovo gruppo e al Senato ne bastano 10, Di Maio può contare sul sostegno minimo per continuare a giustificare la sua permanenza all’esecutivo. A Palazzo Madama sono 11 i nomi di chi sta con lui: sicuramente Primo Di Nicola, senatore al primo mandato e che in questi giorni si è più volte esposto in sua difesa, e Simona Nocerino, la senatrice (anche lei al primo giro) che avrebbe dovuto sostituire Petrocelli alla commissione Esteri. Poi i senatori (tutti eletti nel 2018) Fabrizio Trentacoste, Antonella Campagna, Vincenzo Presutto, Francesco Castiello, Gianmarco Corbetta, Pietro Lorefice, Sergio Vaccaro e Daniela Donno (già eletta anche nel 2013). Ha detto che lascia il M5s, ma per ora non aderisce al progetto di Di Maio il senatore Emiliano Fenu. Alla Camera sono almeno 23: ci sono i fedelissimi al secondo mandato come Gianluca Vacca, Sergio Battelli, Daniele Del Grosso e il questore della Camera Francesco D’Uva. Ma anche la viceministra all’Economia Laura Castelli e il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano (entrambi al secondo giro). E naturalmente Vincenzo Spadafora (al primo mandato). Si parla anche dell’adesione del viceministro della Salute Pierpaolo Sileri. Poi Alberto Manca, Caterina Licatini, Luigi Iovino, Andrea Caso, Davide Serritella, Paola Deiana, Filippo Gallinella, Elisabetta Barbuto, Iolanda Di Stasio, Sabrina De Carlo, Alessandro Amitrano, Elisa Tripodi, Tiziana Ciprini, Nicola Grimaldi, Dalila Nesci, Simone Valente, Andrea Giarrizzo. Il Movimento 5 stelle finora poteva contare su 155 deputati e 72 senatori.

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    “Insieme per il futuro” – Ma cosa vuole fare Di Maio? Per il momento le intenzioni del ministro degli Esteri restano confuse. I piani di rottura sono accelerati nelle ultime ore: tutto è iniziato con la rottura pubblica della scorsa settimana e poi si è passati allo scontro sulla bozza di risoluzione che chiedeva lo stop all’invio delle armi in Ucraina. Di Maio è arrivato sabato scorso a dire che alcuni colleghi M5s avrebbero voluto “disallineare l’Italia da Nato e Ue”. Un’accusa che ha provocato un terremoto e portato alla diffida ufficiale di ieri del Consiglio nazionale M5s. E soprattutto alla dura condanna anche di una voce solitamente molto prudente nel Movimento come Roberto Fico, che ha invece definito “stupidaggini” le parole di Di Maio e poi si è detto “deluso e arrabbiato”. E’ stato uno dei tanti punti di non ritorno delle scorse ore. Ma adesso Di Maio cosa vuole fare? Già stasera il ministro degli Esteri dovrebbe radunare i nuovi gruppi. Dicono alcuni dei suoi più vicini, che l’obiettivo non sarebbe quello di fare un “partito personale”, anche perché difficile basarsi sui suoi consensi che sono indissolubilmente legati al Movimento. Piuttosto Di Maio guarderebbe al 2023, a una formazione che “parta dai territori, dalle esperienze degli amministratori locali e delle liste civiche”, dicono. Per questo il primo cittadino di Milano, Beppe Sala, è considerato un interlocutore. E per questo lo stesso sindaco ha avuto contatti diretti con Di Maio negli ultimi mesi. Interlocutori sono pure tutti gli altri che guardano al centro. L’obiettivo, in Parlamento, è quello di attrarre anche deputati e senatori dei gruppi di centrodestra ma in rotta con le forze di appartenenza. “I valori fondanti del M5s restano e ce li portiamo con noi”, hanno assicurato. Ma le cose possono ancora cambiare decine di volte.

    La causa scatenante: Draghi, Grillo o il doppio mandato? – Come si è arrivati alla rottura lo abbiamo visto tutti, ma ancora resta da chiarire quali sono state le cause scatenanti. Un elemento da non trascurare è anche quello che più volte viene rinfacciato a Luigi Di Maio: il ministro degli Esteri è al secondo mandato in Parlamento e a breve gli iscritti dovranno votare per decidere cosa vogliono fare di quello che è il principio fondante del Movimento. Di Maio nega che sia quello il punto della questione, ma è un fatto che restando dentro il M5s la sua carriera politica aveva una data di scadenza e ora no. Inutile dire che le prese di posizione, molto chiare, degli ultimi giorni, di Grillo sul tema hanno avuto un’influenza: il fondatore del Movimento non ne vuole sapere di derogare a quello che è l’ultimo (unico) principio davvero intoccabile del suo progetto politico. Poi c’è stato sicuramente il fattore Draghi: mancano le conferme ufficiali, ma per il presidente del Consiglio governare con un’opposizione (quella M5s) che contesta le sue scarse comunicazioni al Parlamento e alcune delle strategie di politica estera, era ed è un problema da risolvere. Non è escluso che nelle ultime ore abbia osservato (se non incoraggiato) le mosse di Di Maio. Infine a scatenare lo strappo ci sono stati sicuramente i pessimi rapporti tra Di Maio e Conte: negli ambienti M5s non si esita a parlare di “odio politico” ed è quello che di fatto si è scatenato più o meno pubblicamente. La verità è che la scissione arriva dopo mesi (anni) di faide interne e strategie per costruire quella che di fatto si è dimostrata la sua corrente di potere. L’obiettivo è sempre stato quello di costruire il suo percorso personale che resistesse alla fine dei suoi due mandati nel Movimento. Ora, senza simbolo e senza Beppe Grillo, si completa la sua metamorfosi senza 5 stelle.
    La moderazione è una virtù solo per quelle persone che pensano di avere un'alternativa.”
    HENRY KISSINGER
    @Scomunista Reloaded più incazzoso di prima!!

 

 
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