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Un viaggio importante, sia per stringere nuovi accordi di collaborazione sia, soprattutto, per affrontare lo spinosissimo nodo dell’accordo sul nucleare del 2015 (Jcpoa). Il primo ministro russo, Sergej Lavrov, è volato in Iran per incontrare il presidente iraniano, Ebrahim Raisi, e rafforzare ulteriormente la cooperazione tra Mosca e Teheran.
I due Paesi, infatti, sono alle prese con sanzioni economiche occidentali particolarmente stringenti, e dunque puntano, in prima battuta, ad implementare la collaborazione in ambito commerciale ed energetico. Anche perché entrambi possono contare su enormi riserve di petrolio e gas, ma la loro capacità di esportare la produzione è limitata.
Il ministero degli Esteri russo ha pubblicato una parte del discorso di Lavrov durante l’incontro con in cui afferma che Mosca si stava adattando a quelle che lui definisce le politiche aggressive dell’Occidente. “In tutti i Paesi che subiscono l’influenza negativa della linea egoistica assunta dagli Stati Uniti e dai suoi alleati – ha detto Lavrov – sorge l’oggettiva necessità di riconfigurare le relazioni economiche, così da non dover dipendere dai capricci dei nostri partner occidentali”.
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