Per quanto ricordo del mio indottrinamento giovanile, la vita è un dono di dio, che lo toglie a piacer suo, mentre il nostro scopo per viverla sembra essere quello di seguire i precetti, morire ed aspettare una resurrezione, una reincarnazione o goderci, se saremo stati bravi, un qualche luogo di delizie, letteralmente un paradiso.
A parte una certa irritazione per questa interruzione non richiesta, rilevo che la morte, negli esseri umani, coglie in un'età media intorno agli 80/85 anni, con punte di 110/120 anni, ma mai oltre.
In particolare il processo di invecchiamento, e morte conseguente, inizia dopo la fine della vita sessualmente riproduttiva, ed in questo somiglia perfettamente alla vita come la vediamo in natura.
Si va dalle effimere, che vivono un solo giorno dopo la muta, giusto il tempo per riprodursi, alle migliaia di anni di alcune spugne ( non sono un biologo, l'ho letto su wikipedia)
Anche nel regno vegetale valgono le stesse regole, con piante che fioriscono e muoiono, e le sequoie che hanno 2000 anni.
A questo punto il mio indottrinamento, se fosse ancora presente, andrebbe in seria crisi.
Ma come, io sono stato creato per riprodurmi, proprio come le formiche o le margheritine, dopo di che devo togliere il disturbo per lasciare posto ad un nuovo esemplare, che si gode la vita che io non ho più, e pure si riproduce (e per quel che ricordo non è male..), mentre io sono , in forma di spirito da qualche parte nell'etereo.
Visto che il meccanismo della vita e della mortalità sembra quindi essere legato alla vitalità riproduttiva, che c'entra la volontà divina?
Se lo scopo della creazione divina dell'uomo era quello di farci crescere e moltiplicare, perchè non ci ha impostati per vivere,che so, 1000 anni o magari 2000; invece di fare due figli, ne avrei fatti qualche centinaio ed avrei assolto al compito in modo più produttivo, anzi, riproduttivo.
Mistero della fede...
Ma un po' sono seccato