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La rete idrica italiana è un colabrodo: il 42% dell’acqua viene persa lungo il tragitto
In occasione della giornata mondiale dell’acqua andiamo a vedere qualche dato in merito alla rete idrica italiana, in particolare sulla quantità delle perdite.
No, non avete letto male. In media il 42% di tutta l'acqua estratta in Italia diventa una perdita e non raggiunge la destinazione prevista. Se questa percentuale di acqua dispersa vi sembra alta considerate che in alcune province d'Italia questo valore raggiunge addirittura l'80%!
Oggi, 22 marzo 2022, in occasione della giornata mondiale dell'acqua andiamo ad analizzare la situazione della rete idrica in Italia, facendo un confronto tra regioni e province in merito alla quantità di acqua estratta e perdite lungo la rete idrica.
Per farlo prenderemo come riferimento il report dell'ISTAT riferito al biennio 2018-2020, l'ultimo disponibile al momento.
Le fonti di acqua dolce nel mondo e in Italia
Prima di vedere la situazione della rete idrica nazionale è giusto fare una breve panoramica sull'acqua dolce in generale. La superficie della Terra, come tutti sappiamo, è coperta per la maggior parte da acqua, anche se di questa circa il 96% è salata mentre solo il 4% circa è dolce (dati: USGS). Di questa piccola fetta di acqua dolce, i ghiacciai ne costituiscono il 68% circa, seguiti da acqua di falda (30%) e laghi di acqua dolce (0,3%). La piccola fetta rimanente è divisa tra altri tipi di fonte come permafrost, umidità nel suolo, fiumi e paludi.
E l'Italia da quali di queste fonti preleva la propria acqua dolce? La stragrande maggioranza proviene dalle acque sotterranee che, da sole, coprono circa l'84,8% delle acque prelevate - infatti a livello nazionale ogni regione ha una percentuale di prelievo da questa fonte superiore al 75%, fatta eccezione per la Sardegna che si attesta attorno al 20%.
Le perdite della rete idrica
Uno dei tasti più dolenti è quello relativo alle perdite della nostra rete idrica: mediamente in Italia circa il 42% dell'acqua trasportata dalla rete idrica non raggiunge il consumatore finale. Nel 2018 sono stati immessi in rete 8,2 miliardi di metri cubi e, di questi, solo 4,7 hanno effettivamente raggiunto gli utenti finali - il che equivale ad una perdita annua di 3,4 miliardi di metri cubi o, se preferite, 156 litri al giorno per abitante. Se prendiamo come riferimento un valore pro capite di 215 litri, le perdite potrebbero soddisfare le esigenze idriche di 44 milioni di persone in un anno
https://www.openpolis.it/le-perdite-...-nostro-paese/
In tutto il paese queste perdite sono cospicue e in aumento. Concentrandosi sulla perdita finale, cioè la percentuale di acqua potabile dispersa sul totale del volume immesso nelle reti di distribuzione, in Italia nel 2015 ammonta al 41,4% del totale. Che è quindi la quota di acqua in meno che arriva nelle abitazioni dei cittadini. Un dato in aumento rispetto al 2012 (37,4%), segno di una continua trascuratezza rispetto a una questione, su cui invece sarebbe urgente intervenire.
Le perdite idriche nelle regioni e nelle province
Sono le regioni del centro e del sud a essere le più soggette a ingenti dispersioni di acqua potabile. Mentre nel nord, fatta eccezione per il Friuli-Venezia Giulia, le perdite idriche risultano più limitate.
In Basilicata, Sardegna, Lazio e Sicilia più della metà dell’acqua potabile si disperde
Perdite idriche dalle reti di distribuzione dell'acqua potabile per regione (2015)