Boris must go
https://www.dagospia.com/rubrica-3/p...ssi-316322.htm
Boris must go
https://www.dagospia.com/rubrica-3/p...ssi-316322.htm
Era troppo occupato a rompere i coglioni a Putin per rendersi conto dei palpeggiamenti dell'amico?
Religione per noi significa la dottrina (...) dell'allevamento che renda possibili le anime superiori a spese di quelle inferiori.
Religion bedeutet uns die Lehre von (...) der Züchtung und Ermöglichung der höheren Seelen auf Unkosten der niederen.
appena se ne va, si fa il meme "Putin must go"
Una Cina, una Yugoslavia, una Russia, una Corea, una Palestina, un'Irlanda. E zero USA
Religione per noi significa la dottrina (...) dell'allevamento che renda possibili le anime superiori a spese di quelle inferiori.
Religion bedeutet uns die Lehre von (...) der Züchtung und Ermöglichung der höheren Seelen auf Unkosten der niederen.
https://www.ilpost.it/2022/07/06/bor...ioni-ministri/
La posizione politica del primo ministro britannico Boris Johnson, già colpito da vari scandali e sconfitte elettorali, si è indebolita eccezionalmente martedì sera, dopo che due dei più importanti ministri del suo governo hanno dato le dimissioni criticando il suo l’atteggiamento e accusandolo di non agire nell’interesse nazionale. Il malcontento nei confronti di Johnson all’interno del Partito Conservatore e del paese è tale che secondo molti analisti il suo governo è ormai vicino alla fine. Non ci sono però indicazioni, almeno per ora, che Johnson sia intenzionato a dimettersi, benché si trovi in una condizione politica che per molti dei suoi predecessori sarebbe stata considerata insostenibile.
Le dimissioni di Rishi Sunak, il cancelliere dello Scacchiere (cioè il ministro dell’Economia) e Sajid Javid, ministro della Salute, sono soltanto l’ultima delle sconfitte politiche di Johnson.
Negli ultimi mesi il suo governo è stato colpito dal cosiddetto “partygate”, cioè lo scandalo delle feste private organizzate nella residenza del primo ministro durante il lockdown, e più di recente il Partito Conservatore ha perso delle importanti elezioni locali, oltre che il voto per sostituire due deputati Conservatori che si erano dimessi a seguito di scandali sessuali. Negli ultimi giorni, poi, si è scoperto che Johnson aveva nominato il deputato Chris Pincher come vice whip del partito (cioè una delle persone che devono radunare i voti necessari alla Camera, una specie di vice capogruppo) pur sapendo che era stato accusato di molestie sessuali.
Le dimissioni di Sunak e Javid sono arrivate dopo quest’ultimo scandalo, a dieci minuti di distanza l’una dall’altra, anche se i due – che sono alleati politici – sostengono di non essersi coordinati. Nessuno dei due fa riferimento al caso specifico di Pincher, anche se Javid nella sua lettera di dimissioni ha scritto che «il popolo britannico si aspetta integrità dal suo governo». Sunak ha parlato invece soprattutto di differenze in politica economica.
Mercoledì mattina il governo di Johnson ha subìto un’altra perdita, quando Will Quince, sottosegretario per i Bambini e le Famiglie, ha dato le dimissioni accusando Johnson di avergli mentito: lunedì Quince aveva difeso pubblicamente il governo dallo scandalo Pincher, dicendo che Johnson non sapeva delle accuse, per poi scoprire che Johnson sapeva, e che aveva mentito anche a lui.
Le dimissioni di Sunak e Javid, le due più importanti, sono state considerate un modo per accelerare la crisi del governo e possibilmente approfittarne: entrambi i politici Conservatori, secondo varie analisi dei giornali britannici, ambiscono a occupare il posto di Johnson una volta che questi si sarà dimesso.
Johnson, tuttavia, non ha intenzione di dimettersi, pur avendo affrontato vari scandali e subìto numerose sconfitte che avrebbero danneggiato irreparabilmente molti dei suoi predecessori. Pur avendo perso due dei suoi ministri più importanti, e due delle personalità più grosse del Partito Conservatore, Johnson li ha già sostituiti con Nadhim Zahawi, che è diventato Cancelliere dello Scacchiere, e con Steve Barclay, che era il suo ex capo di gabinetto ed è diventato ministro della Salute.
Il governo è ormai svuotato di gran parte delle sue personalità di rilievo, ma Johnson ha intenzione di rimanere in carica finché non sarà costretto alle dimissioni.
Il fatto è che, benché la maggior parte dei cittadini britannici vorrebbe le sue dimissioni (il 69 per cento, di cui il 54 per cento degli elettori del suo partito), e benché sia molto probabile che la maggioranza dei deputati Conservatori non lo appoggi più, attualmente non ci sono nel sistema britannico strumenti per rimuoverlo: appena il mese scorso Johnson è sopravvissuto a stento a un voto di sfiducia all’interno del partito, e questo significa che, secondo le regole, non possono essere indette votazioni simili almeno per un altro anno.
Secondo Politico, non è escluso che pur di cacciare Johnson i parlamentari Conservatori cambino questa regola, e indìcano un nuovo voto di sfiducia nei prossimi giorni. Johnson inoltre sarebbe costretto a lasciare l’incarico se i ministri del suo governo si dimettessero in massa, o se perdesse un voto di fiducia alla Camera dei Comuni (procedura differente rispetto al voto di sfiducia all’interno del partito).
Per ora queste opzioni sono tutte abbastanza improbabili. Ma è davvero difficile immaginare che Boris Johnson riuscirà ad arrivare alla scadenza del suo mandato, prevista per il 2024. Secondo i giornali britannici, anche i suoi ministri si stanno preparando alla competizione per sostituirlo: Sunak e Javid, con le dimissioni, hanno scommesso che sia politicamente più conveniente distanziarsi da Johnson, mentre altri, come la ministra degli Esteri Liz Truss, ritengono che le loro possibilità di succedere a Johnson saranno maggiori se rimarranno nel governo fino alla fine.
concorso cimad 2022