“Salvate il porto di Genova”. Borghese e la missione “Onore”
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“Salvate il porto di Genova”. Borghese e la missione “Onore”
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Primo dicembre 1944. Bellagio. Nella mattinata Filippo Tommaso Marinetti, ormai gravemente malato, ascoltava rapito Amleto Venturi, il suo medico curante. Poco prima il dottore aveva visto nel piazzale della stazione di Como un manipolo di giovanissime reclute della Decima Mas salire cantando su un camion diretto al fronte.
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La sera del 26 aprile 1945 Junio Valerio Borghese, smobilitati gli uomini e concluse le consegne ai rappresentanti del Cln, lasciava per ultimo la sede milanese della Decima. “Mi diressi, tra la gazzarra che imperversava per le strade, a casa di vecchi amici. Non realizzai, in quei momenti, di sfidare la morte; me ne resi conto dall’espressione dei miei ospiti quando mi videro arrivare in divisa”.
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L’8 settembre 1943 – il fatidico giorno della “morte della Patria”, riprendendo la fulminante definizione di Ernesto Galli della Loggia – è un dramma italiano tuttora irrisolto. La catastrofe seguita all’armistizio – la repentina liquefazione dello Stato e delle forze armate, l’occupazione straniera a nord e a sud, l’orrore della guerra civile – ha scavato una ferita profonda nella memoria collettiva aprendo una piaga ancora non rimarginata e, forse, non più rimarginabile. Per più motivi.
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Nella primavera del 1944 Junio Valerio Borghese procedeva alacremente lungo la sua strada. La divisione di fanteria di Marina stava diventando una realtà e l’addestramento dei nuovi reparti, per lo più stanziati in Piemonte, era ormai in stato avanzato. Al comandante non sfuggiva però il degradarsi della situazione: ovunque il movimento partigiano si stava rafforzando e le tensioni, inevitabilmente, crescevano. La guerra civile italiana era iniziata.
Socio Fondatore di AS - Alternativa Sociale
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Nella vulgata postbellica Junio Valerio Borghese è stato spesso dipinto come un impolitico puro o, talvolta, come un pasticcione, un velleitario. A nostro avviso errori di prospettiva. Nei 600 giorni della repubblica mussoliniana il comandante giocò una sua personalissima, spregiudicata quanto raffinata, partita politica. Su più tavoli.
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@m96m
un governo simile a quello dei colonnelli i Spagna, con la messa al bando del partito comunista per la felicità degli Americani, un probabile ritorno di Umberto II dall'esilio, ma difficilmente Re Umberto avrebbe collaborato con un governo di fatto neo fascista, ma io penso che il golpe non fu mai esistito... Solo in un frangente un presidente della repubblica, non so quale, propose l'istituzione di una corte marziale e di poteri speciali per la repressione del terrorismo di matrice comunista.
“La moderazione è una virtù solo per quelle persone che pensano di avere un'alternativa.”
HENRY KISSINGER @Scomunista Reloaded più incazzoso di prima!!
Risolti, almeno momentaneamente, i problemi con i tedeschi e i notabili di Salò, Junio Valerio Borghese si rimise al lavoro. Freneticamente e tra mille difficoltà. Mancava tutto ma il principe non si perse d’animo e decise di “arrangiarsi” al modo dei vecchi corsari. Come racconta Franco Bandini, il comandante “mandò subito gente attorno per mettere le mani sugli scafi militari ancora utilizzabili, soprattutto sulle armi. Tra l’entusiasmo degli uomini, abituati alla piemontese taccagneria amministrativa della ‘Regia’, dette ordini inconsueti: rubare, scambiare, alla peggio comperare quello che faceva comodo, senza andare per il sottile. Così i suoi cominciarono a far ubriacare le sentinelle tedesche agli arsenali, portare ragazze buone per tutte le stagioni alle guardie armate sui Mas confiscati e maiali a un magazziniere tedesco a Torino. Un maiale per un cannone, finché furono costituite quattro batterie da 120”.
Fonte: https://it.insideover.com/storia/vit...ne-decima.html
Socio Fondatore di AS - Alternativa Sociale
Che alla caduta del regime a fine anni '70 o nell'89 avrebbero vinto i partiti di sinistra per il fattore opposizione
PATRIMONIALE PROGRESSIVA SU IMMOBILI, DEPOSITI, PRODOTTI FINANZIARI, RENDITE E SUCCESSIONI!
Mah... sinceramente non vedo come avrebbe potuto avere successo.
Un paio di centinaia di persone arrmate di cui una grande parte non militari professione.. magari sarebbero riusciti a prendere in ostaggio qualche politico, forse anche il presidente della Repubblica, si sarebbero asserragliate dentro il Parlamento ma il mattino dopo sarebbero stati assediati da Carabinieri ed Esercito.. altro che formare governi e via dicendo.. non avrebbero avuto nessuna capacità di manovra.
Molto probabilmente si sarebbero uniti a loro qualche altra decina di facinorosi e ultras.. ma considerate anche la reazione della stragrande maggioranza della popolazione italiana a partire dai militanti comunisti, socialisti, repubblicani.. gente che all' epoca dei fatti menava le mani mica per scherzo. Borghese rischiava fortemente di essere linciato dentro il Parlamento con tutti i suoi seguaci. Nella migliore delle ipotesi per i golpisti ci sarebbe stata una lunga e sanguinosa guerra civile.
"I socialisti sono come Cristoforo Colombo: partono senza sapere dove vanno. Quando arrivano non sanno dove sono. Tutto questo con i soldi degli altri."