Originariamente Scritto da
emv
Se noti, ho usato un espressione non categorica, perchè non mi sento di affermare con certezza che non sia stata valida, ma solo penso che non lo sia, come mia convinzione personale.
È vero che c’è il
supplet ecclesia, che Cristo è il Primo Sacerdote che concelebra con il prete, e supplisce grazie alla fede della Chiesa, alle mancanze dei preti, però occorre che il sacerdote
voglia quello che vuole la Chiesa, cioè consacrare le speci eucaristiche perchè diventino il Corpo del Signore. Ovviamente non avendo elementi per giudicare il foro interno del sacerdote… marinaro, crediamo alla sua buona fede, che volesse ciò che vuole la Chiesa. Ma che lo volesse non significa che lo sia. E potrebbe essere dirimente.
Mi soffermo sul termine consacrare:
“Rendere sacro mediante un solenne rito religioso”
Se uno, pur in buona fede, pensa di consacrare ma compie un atto che appare il contrario, si può dire che fa ciò che vuole la Chiesa?
Siamo sicuri che ciò che vuole sia solo operare la transustansazione e non operare la stessa ma con forma solenne davanti ai fedeli?
Ragioniamo: se bastasse la prima opzione, e quindi la modalità non avesse alcuna importanza, tanto varrebbe portare speci già consacrate in un altro momento prima della messa, fuori dal Rito.
Evidentemente la manifestazione esteriore di una intenzione sacra davanti ai fedeli è fondamentale.
Ho fatto una ricerca e pare che si possa confidare ma non essere certi che Cristo supplisca anche nel caso di un sacerdote che non vuole fare ciò che vuole la Chiesa.
Io ho una visione molto estensiva della Grazia, ma domando: quando i teologi si sono immaginati un prete che fa quello che vuole la Chiesa ma in un modo dubbio, cioè nei casi in cui serve l’opinione qualificata dei teologi, avranno essi pensato anche ad un prete seminudo in mare (quindi completamente privo dell’abito riconoscibile del celebrante) e con un materassino?
Vediamo se l’ottimo @
Giò riesce ad aiutarci.