e quindi i Russi hanno deciso di bombardare anche loro, ha senso sì
I bambini ucraini ammazzati dai loro stessi compatrioti Anno 2014
È il 29 agosto 2014 a Lugansk e Kirill sta tornando a casa dal mercato insieme a sua madre e alla sua sorellina Tanya di 9 anni.
A poche centinaia di metri dal cortile in cui è cresciuto spensierato, Kirill e la sua famiglia vengono sorpresi da una pioggia di bombe.
Il boato è fortissimo, i tre vengono sbalzati via. Sua madre Oksana perde conoscenza. Al risveglio suo figlio Kirill giace prono sull’asfalto, esanime. La schiena è ricoperta di sangue e di schegge. Lo rigira su un fianco disperata sua madre, ma Kirill è morto. Sotto di lui la sorellina, viva e solo leggermente ferita. Il piccolo eroe le ha salvato la vita facendo scudo con il proprio giovane corpo.
È successo nove anni fa, quando per voi ignavi la guerra in Ucraina ancora non c’era.
Quando l’esercito ucraino esplodeva quotidianamente colpi di mortaio contro le città e i suoi abitanti, contro il proprio stesso popolo. Nove anni di vigliacchi bombardamenti che hanno mietuto migliaia di vittime civili ammazzando centinaia di bambini. Bombe che l'Occidente ha sistematicamente ignorato.
Eppure oggi, nonostante quasi un decennio di vile silenzio, lo stesso autoproclamato mondo libero paladino di giustizia e democrazia si arroga l’arbitrario diritto di condannare chi quei bambini li ha protetti e messi in salvo.
Un’arroganza ipocrita di cui può essere capace solo chi non vuole accettare la propria decadenza, la propria irrimediabile sopraggiunta irrilevanza. Chi in nome di una presunta superiorità culturale ha perso qualunque moralità e credibilità internazionale.
Perché l’Occidente può provare a distorcere la realtà come vuole, ma le centinaia di bambini del Donbass che popolano il paradiso conoscono perfettamente la verità. Che veglino anche su di noi che proviamo costantemente a raccontarla. Perché conosciamo perfettamente la differenza che passa tra dedicare un monumento a un bambino innocente ed erigerne centinaia alla memoria dei macellai nazisti.