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La Terza guerra mondiale a pezzi ha riportato le lancette dell’orologio del mondo indietro nel tempo. Ma non al secondo Novecento, per quante siano le similitudini tra la nuova e vecchia Guerra fredda, e neanche al 1939, sebbene alla stampa acchiappa-clic piaccia identificare in Vladimir Putin e in Xi Jinping dei novelli Hitler.
È vero che il mondo di oggi assomiglia a quello di ieri, ma primariamente perché la storia è un ripetersi di déjà-vu e déjà-vecu. Ed è normale, alla luce dell’ineluttabilità storica, cercare nel passato delle possibili soluzioni ai mali del presente. Perché il passato, se utilizzato adeguatamente, è la migliore delle bussole e il più saggio dei consiglieri. E l’ago della bussola, oggi, pende verso una direzione che non è il Novecento: è l’Ottocento.
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