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  1. #1021
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    Predefinito Re: Stati Uniti, l'Indiana vieta l'aborto fin dal concepimento

    Citazione Originariamente Scritto da m96m Visualizza Messaggio
    Io ho detto che i missionari usavano la predicazione, non la violenza, se hai fonti che dicono il contrario indicamele, i vichinghi si convertirono al cristianesimo di loro spontanea volontà, non ci furono spedizioni armate per convertirli a forza.
    Falso, io ho spiegato la differenza tra eretici e pagani.
    Se vai addietro, ci dovrebbero essere le fonti che parlano della violenza degli eretici.
    E infatti continui a dire cazzate, perchè so benissimo cosa succedeva quando le persone rifiutavano la predicazione dei missionari, ma voglio vedere se hai le palle di ammetterlo qui davanti a tutti, nel caso gli altri popoli non vogliono farsi convertire dimmi qual'è la differenza.
    La differenza non esiste, perchè se tu dicevi di essere un pagano, subito venivi accusato di eresia.
    Non ho trovato nessuna violenza degli eretici, se vai su google puoi fare una ricerchina veloce e postarmela.

  2. #1022
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    Predefinito Re: Stati Uniti, l'Indiana vieta l'aborto fin dal concepimento

    Citazione Originariamente Scritto da m96m Visualizza Messaggio
    Avevano bisogno della redenzione come tutti, visto che non potevano entrare nel Paradiso vero e proprio.

    Ho letto il link, ma se deplora le violenze accadute nell'evangelizzazione, tuttavia non nega affatto la missione della Chiesa. D'altronde fa notare che non tutti erano dello stesso avviso, prendo dal link messo: L’ambiente generale ci presenta molte chiesuole, nate da movimenti ereticali (gnostici, manichei, donatisti ecc..) che si oppongono alla grande chiesa: la dialettica si fa serrata e senza esclusione di colpi, anche con risvolti sociali, specialmente nella vicenda donatista, (provincie africane dell’impero nel quarto-quinto secolo) quella che coinvolse specialmente sant’Agostino, con violenze sociali e ribellioni all’autorità imperiale.

    Secondo molti padri della Chiesa, l’impero romano, che con Costantino ha iniziato a divenire cristiano e che nel 380 proclama il cristianesimo religione di stato (editto di Tessalonica, 380) ha il dovere di opporsi al male e cercare il bene dei cittadini (Rom. 13-4). Ora l’eresia e lo scisma sono un grande male e va combattuto, l’unità della fede è un grande bene e va perseguito. Scrive sant’Agostino: «Vi è una persecuzione ingiusta che gli empi conducono contro la Chiesa di Cristo; e vi è una persecuzione giusta che la chiesa conduce contro gli empi (..) La Chiesa perseguita per amore, gli empi per crudeltà. Se in virtù del potere che Dio le ha concesso, al momento voluto, per mezzo di re religiosi e fedeli, la chiesa accoglie di forza coloro che incontra sul suo cammino, tra scismi e eresie, essi non si lamentino di essere stati costretti, ma considerino dove trovano accoglimento». Per sant’Agostino l’uso della forza per il bene altrui si giustifica con il modo di fare del padre di famiglia che può usare misure anche energiche per educare il figlio e richiamarlo da una strada sbagliata.

    Ma non solo l’eretico e lo scismatico vanno riportati alla casa paterna, alla quale appartenevano, con le buone o con le cattive, ma anche i pagani. Il paganesimo è destinato a finire, si affretti questa fine. «I pochi pagani non comprendono le meraviglie dell’evento... il Dio d’Israele ha distrutto gli idoli dei pagani... attraverso il Cristo Re, ha costretto l’impero romano ad adorare il suo nome e lo ha convertito alla difesa e al servizio della fede cristiana, tanto che gli idoli dovranno immediatamente essere distrutti».

    Ci siamo dilungati sul pensiero di sant’Agostino che esprime meglio di ogni altro le motivazioni di questo modo di pensare e che farà scuola nella storia della chiesa in un percorso molto articolato e anche contraddittorio. Nelle conversioni collettive, oltre le ragioni esposte, va considerato anche un altro aspetto, soprattutto nei popoli cosiddetti barbarici, il profondo senso rappresentativo del sovrano che riassume in sé il suo popolo: se il sovrano si converte sembra ovvio che il suo popolo lo segua identificandosi nel suo capo. E’ quello che storicamente è avvenuto: eventuali oppositori vengono eliminati (con la morte, l’esilio ecc..) perché si oppongono ad un progetto spirituale e temporale al tempo stesso.

    Ma non tutti erano d'accordo con questo modo di pensare e di procedere. Il concilio di Elvira (attuale Granada) stabilisce che se un cristiano viene ucciso dai pagani perché sorpreso a distruggere idoli, non venga considerato martire «poiché nel vangelo non viene comandato niente di simile» (can. 60).

    Un grande contemporaneo di sant’Agostino, san Giovanni Crisostomo patriarca di Costantinopoli invita i suoi fedeli a non perdere mai di vista la necessaria distinzione fra errore e errante (presente anche in sant’Agostino) e a tirarne le conseguenze nella vita pratica: «Vergogniamoci noi che ora facciamo il contrario di quanto Cristo ha ordinato agli apostoli, noi che come lupi combattiamo i nostri nemici. Finché saremo agnelli vinceremo, ma se diventiamo lupi saremo sconfitti perché l’aiuto del pastore ci abbandonerà. Egli, che porta al pascolo gli agnelli e non i lupi, se ne andrà da te e ti lascerà solo, perché tu gli impedisci di manifestare la sua potenza». E ancora, citando san Paolo nell’incontro nell’areopago di Atene quando non si rivolse ai sapienti greci con «O scellerati e del tutto abominevoli...» ma disse: «Uomini di Atene, io vedo che siete gente molto religiosa da tutti i punti di vista...». Si tratta per Giovanni Crisostomo di prendere il pagano per mano per condurlo alla verità evangelica e insegna: «Può darsi che la conversione si faccia attendere. non te ne stupire, non precipitare le cose per ottenere tutto in una volta, lascia che il fratello rifletta sulle sue impressioni: dopo la lode verrà l’amore e, dopo l’amore a poco a poco, la conversione». E se questa non arriva, «interrogheranno almeno se stessi». Certamente il Crisostomo esorta i cristiani ad essere coraggiosi, a non lasciarsi impressionare dai pagani, ma non ad essere violenti.

    Abbiamo abbondato in citazioni patristiche per evidenziare i due poli tra i quali si muove il pensiero cristiano nei primi secoli: la chiesa ora madre benigna e condiscendente, ora maestra severa e lontana (almeno questa è l’impressione) dalla mitezza evangelica. La storia della chiesa ci presenta questo moto pendolare: da una parte la convinzione che l’adesione alla fede deve essere libera e affidata alla coscienza, dall’altra sembra prevalere l’idea che la fede vada difesa, anche con mezzi discutibili perché ha un valore infinito che travalica il breve momento dell’esistenza terrena di un individuo e lo abilita alla esistenza eterna con Dio e che tutto quello che si oppone a questa fede vada assolutamente eliminato e che i diritti dell’individuo devono cedere ai diritti della verità evangelica.


    Ma io mento affatto, almeno spero, visto che non ho scempiaggini.

    Ebbene, la domanda in qualunque modo venga posta ha un’unica risposta: no.
    Dio poteva rimettere i peccati degli uomini con un solo atto della sua volontà.
    Perché allora ha scelto l’incarnazione, anzi, la passione e la morte?

    3. La risposta la troviamo solo nella mente di Dio che si è manifestata nella Divina Rivelazione, di cui hanno goduto in modo particolare gli Apostoli.
    Ecco allora che cosa dice san Pietro: “Voi sapete che non a prezzo di cose effimere, come argento e oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta, ereditata dai padri, ma con il sangue prezioso di Cristo, agnello senza difetti e senza macchia” (1 Pt 1,18-19).
    E San Paolo: “Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della Legge, diventando lui stesso maledizione per noi, poiché sta scritto: Maledetto chi è appeso al legno” (Gal 3,13).
    Da queste parole comprendiamo che Cristo non ha voluto semplicemente condonare i peccati dell’umanità. Ma ha inteso fare qualcosa d’altro e di più prezioso.

    4. Incarnandosi, e pertanto facendosi uomo, ha voluto espiare nel sangue i peccati di tutti gli uomini per meritare ad essi la redenzione e accreditare loro i suoi meriti.
    Non si tratta solo di una grazia, ma di dare loro un diritto perché in tal modo gli uomini sono così uniti a Cristo che possono presentare a Dio la sua passione come se l’avessero patita loro.
    Dunque: Dio non si è accontentato di condonare, ma ha voluto mettere qualcosa che ha caro prezzo nelle mani degli uomini.
    In forza di questa realtà hanno diritto davanti a Dio!

    5. Questa non è un’interpretazione arbitraria, ma corrisponde all’intenzione di Cristo, profetizzata da Isaia: “Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori; e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti” (Is 53,4-5) e confermata da San Pietro: “Egli portò i nostri peccati nel suo corpo,sul legno della croce,perché, non vivendo più per il peccato,vivessimo per la giustizia;dalle sue piaghe siete stati guariti” (1 Pt 2,24).
    È la cosiddetta soddisfazione vicaria, e cioè attuata al posto nostro.

    6. Attraverso la sua passione Cristo ci ha meritato di diventare per adozione figli di Dio e di essere nuovamente suoi intimi amici.
    Anche i figli adottivi meritano davanti ai genitori, hanno diritto di essere partecipi dei loro beni e di ereditare.
    Così anche noi: per i meriti di Gesù Cristo abbiamo acquisito il diritto davanti d Dio di essere ascoltati, di essere partecipi dei beni della sua casa, di ereditare il suo Regno.
    Nessuno in forza della sua natura ha il diritto di diventare amico di Dio.
    Gesù ci ha meritato di esserlo di nuovo, nonostante il peccato, che da parte nostra è il disprezzo dell’amicizia di Dio.

    7. Come vedi, Dio non poteva manifestare il suo amore per noi in maniera più forte e, potrei dire, costringente!
    Ed è per questo che san Paolo dice che “l’amore del Cristo ci spinge (caritas Cristi urget nos!), al pensiero che uno è morto per tutti e quindi tutti sono morti. Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro” (2 Cor 5,14-15).
    https://www.amicidomenicani.it/dio-a...ostri-peccati/

    Allora ho spiegato cosa si intende per Inferi, devo rispiegarlo di nuovo?

    Io ho parlato delle violenze dei catari, tanto per fare un esempio, non per niente la Santa Inquisizione è nata per questo.
    Se dio li avesse perdonati subito non avevano bisogno di redenzione, perchè se sono anime giuste vuol dire che non hanno nessun peccato da redimere.

    Come è stata possibile la conversione forzata di intere popolazioni?
    Una domanda sulle conversioni forzate di intere popolazioni, avvenute nel passato. Risponde padre Giovanni Roncari, docente di Storia della Chiesa alla Facoltà dell'Italia Centrale.

    Percorsi: SPIRITUALITÀ E TEOLOGIA
    14/05/2014 di Redazione Toscana Oggi
    Come è stato possibile passare dalla proposta evangelica alla conversione forzata di intere popolazioni? Quali argomenti teologici sono alla base di questa distorsione del messaggio di Gesù? È stato solo effetto della compromissione con il potere politico o anche prima di Costantino era presente il «costringili ad entrare»?

    Giuliano Rugani

    «Costringili ad entrare»: questa celebre e controversa espressione è tratta dalla parabola degli invitati al grande pranzo, narrata in Luca 14, 15-23. Gli invitati rifiutano con vari pretesti, anche legittimi, l’invito al banchetto. Il padrone di casa, sdegnato, ordina ai servi di raccogliere, poveri, ciechi, storpi ecc... ma c’è ancora posto, e il padrone ordina di nuovo ai servi di uscire e trovare altri diseredati e l’invito da pressante si fa assoluto: «costringeteli ad entrare». Per cercare di rispondere al nostro gentile lettore, mi sembra opportuno distinguere tre aspetti: il senso vero del testo lucano, l’uso che ne è stato fatto e al quale il lettore si riferisce, e infine se questa interpretazione era comunemente accettata o altri autorevoli padri la pensavano in maniera diversa.

    Partiamo dal senso della parabola raccontata dall’evangelista Luca. La parabola in questione esprime il rifiuto della classe dirigente giudaica ad accogliere Gesù e il suo messaggio. Allora del regno di Dio faranno parte i poveri e i disprezzati, quelli ritenuti indegni di vera sapienza (Gv. 9,34), anzi il regno verrà offerto in maniera pressante anche a coloro che non lo conoscono «perché la mia casa si riempia».
    Per l’interpretazione che ne è stata fatta, bisogna richiamarsi principalmente a sant’Agostino, ma anche sant’Ambrogio e altri. L’ambiente generale ci presenta molte chiesuole, nate da movimenti ereticali (gnostici, manichei, donatisti ecc..) che si oppongono alla grande chiesa: la dialettica si fa serrata e senza esclusione di colpi, anche con risvolti sociali, specialmente nella vicenda donatista, (provincie africane dell’impero nel quarto-quinto secolo) quella che coinvolse specialmente sant’Agostino, con violenze sociali e ribellioni all’autorità imperiale.

    Secondo molti padri della Chiesa, l’impero romano, che con Costantino ha iniziato a divenire cristiano e che nel 380 proclama il cristianesimo religione di stato (editto di Tessalonica, 380) ha il dovere di opporsi al male e cercare il bene dei cittadini (Rom. 13-4). Ora l’eresia e lo scisma sono un grande male e va combattuto, l’unità della fede è un grande bene e va perseguito. Scrive sant’Agostino: «Vi è una persecuzione ingiusta che gli empi conducono contro la Chiesa di Cristo; e vi è una persecuzione giusta che la chiesa conduce contro gli empi (..) La Chiesa perseguita per amore, gli empi per crudeltà. Se in virtù del potere che Dio le ha concesso, al momento voluto, per mezzo di re religiosi e fedeli, la chiesa accoglie di forza coloro che incontra sul suo cammino, tra scismi e eresie, essi non si lamentino di essere stati costretti, ma considerino dove trovano accoglimento». Per sant’Agostino l’uso della forza per il bene altrui si giustifica con il modo di fare del padre di famiglia che può usare misure anche energiche per educare il figlio e richiamarlo da una strada sbagliata.

    Ma non solo l’eretico e lo scismatico vanno riportati alla casa paterna, alla quale appartenevano, con le buone o con le cattive, ma anche i pagani. Il paganesimo è destinato a finire, si affretti questa fine. «I pochi pagani non comprendono le meraviglie dell’evento... il Dio d’Israele ha distrutto gli idoli dei pagani... attraverso il Cristo Re, ha costretto l’impero romano ad adorare il suo nome e lo ha convertito alla difesa e al servizio della fede cristiana, tanto che gli idoli dovranno immediatamente essere distrutti».

    Ci siamo dilungati sul pensiero di sant’Agostino che esprime meglio di ogni altro le motivazioni di questo modo di pensare e che farà scuola nella storia della chiesa in un percorso molto articolato e anche contraddittorio. Nelle conversioni collettive, oltre le ragioni esposte, va considerato anche un altro aspetto, soprattutto nei popoli cosiddetti barbarici, il profondo senso rappresentativo del sovrano che riassume in sé il suo popolo: se il sovrano si converte sembra ovvio che il suo popolo lo segua identificandosi nel suo capo. E’ quello che storicamente è avvenuto: eventuali oppositori vengono eliminati (con la morte, l’esilio ecc..) perché si oppongono ad un progetto spirituale e temporale al tempo stesso.

    Ma non tutti erano d'accordo con questo modo di pensare e di procedere. Il concilio di Elvira (attuale Granada) stabilisce che se un cristiano viene ucciso dai pagani perché sorpreso a distruggere idoli, non venga considerato martire «poiché nel vangelo non viene comandato niente di simile» (can. 60).

    Un grande contemporaneo di sant’Agostino, san Giovanni Crisostomo patriarca di Costantinopoli invita i suoi fedeli a non perdere mai di vista la necessaria distinzione fra errore e errante (presente anche in sant’Agostino) e a tirarne le conseguenze nella vita pratica: «Vergogniamoci noi che ora facciamo il contrario di quanto Cristo ha ordinato agli apostoli, noi che come lupi combattiamo i nostri nemici. Finché saremo agnelli vinceremo, ma se diventiamo lupi saremo sconfitti perché l’aiuto del pastore ci abbandonerà. Egli, che porta al pascolo gli agnelli e non i lupi, se ne andrà da te e ti lascerà solo, perché tu gli impedisci di manifestare la sua potenza». E ancora, citando san Paolo nell’incontro nell’areopago di Atene quando non si rivolse ai sapienti greci con «O scellerati e del tutto abominevoli...» ma disse: «Uomini di Atene, io vedo che siete gente molto religiosa da tutti i punti di vista...». Si tratta per Giovanni Crisostomo di prendere il pagano per mano per condurlo alla verità evangelica e insegna: «Può darsi che la conversione si faccia attendere. non te ne stupire, non precipitare le cose per ottenere tutto in una volta, lascia che il fratello rifletta sulle sue impressioni: dopo la lode verrà l’amore e, dopo l’amore a poco a poco, la conversione». E se questa non arriva, «interrogheranno almeno se stessi». Certamente il Crisostomo esorta i cristiani ad essere coraggiosi, a non lasciarsi impressionare dai pagani, ma non ad essere violenti.

    Abbiamo abbondato in citazioni patristiche per evidenziare i due poli tra i quali si muove il pensiero cristiano nei primi secoli: la chiesa ora madre benigna e condiscendente, ora maestra severa e lontana (almeno questa è l’impressione) dalla mitezza evangelica. La storia della chiesa ci presenta questo moto pendolare: da una parte la convinzione che l’adesione alla fede deve essere libera e affidata alla coscienza, dall’altra sembra prevalere l’idea che la fede vada difesa, anche con mezzi discutibili perché ha un valore infinito che travalica il breve momento dell’esistenza terrena di un individuo e lo abilita alla esistenza eterna con Dio e che tutto quello che si oppone a questa fede vada assolutamente eliminato e che i diritti dell’individuo devono cedere ai diritti della verità evangelica. Il cammino è molto lungo ed è ancora aperto: libertà di coscienza, di espressione religiosa, laicità dello Stato e diritto di vivere collettivamente la fede religiosa ecc.. vedere, per esempio la dichiarazione conciliare Dignitatis Humanae del Vaticano II.

    Un’ultima considerazione: la chiesa è chiamata a riflettere sulla propria storia e anche sui propri errori in rapporto alla fedeltà al suo Signore. Un documento della Commissione Teologica Internazionale «Memoria e riconciliazione: la Chiesa e le colpe del passato» in preparazione al grande giubileo del 2000 mette in relazione il giudizio storico e il giudizio teologico evidenziando le ragioni dell’uno e dell’altro, la loro distinzione, ma anche la loro inseparabilità: «Perciò occorre metterlo in atto senza prevaricazioni da una parte o dall’altra: ciò che bisogna evitare è l’apologetica che tutto voglia giustificare quanto una indebita colpevolizzazione fondata sulla attribuzione di responsabilità storicamente insostenibili». Questo per poter purificare la memoria, purificazione necessaria perché certe vicende sono estranee alla logica evangelica.

    Questa purificazione «consiste nel processo volto a liberare la coscienza personale e collettiva da tutte le forme di risentimento e di violenza che l’eredità di colpe del passato può avervi lasciato mediante una rinnovata valutazione storica e teologica degli eventi implicati che conduce - se risulti giusto - ad un corrispondente riconoscimento di colpa e contribuisca ad un reale cammino di riconciliazione. Un simile processo può incidere in maniera significativa sul presente proprio perché le colpe passate spesso fanno sentire ancora il peso delle loro conseguenze e permangono come altrettante tentazioni anche per l’oggi».

    Giovanni Roncari https://www.toscanaoggi.it/Rubriche/...re-popolazioni

    Hai sempre ripetuto la solita cantilena all'infinito, senza portare nessuna prova ma solo pettegolezzi.

    Il fatto che la chiesa perseguiti pure dei cristiani che sono un po' diversi da loro, dimostra quanto fa schifo, visto che non accetta discussioni.

  3. #1023
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    Predefinito Re: Stati Uniti, l'Indiana vieta l'aborto fin dal concepimento

    Citazione Originariamente Scritto da m96m Visualizza Messaggio
    La Bibbia non smentisce affatto, anzi tutto il contrario, visto che ho scritto un piccolo abbozzo sulla Santissima Trinità.
    L'abbozzo completo lo terminerò oggi o comunque al più presto, non ti preoccupare.
    Ma veramente il link riporta dichiarazioni della bibbia, dove gesù dice di non essere affatto unito con dio, ma che addirittura sono separati come persone.
    Queste sono frasi della bibbia eh, mica me le invento io, le hai lette almeno prima di scrivere?

  4. #1024
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    Predefinito Re: Stati Uniti, l'Indiana vieta l'aborto fin dal concepimento

    Citazione Originariamente Scritto da m96m Visualizza Messaggio
    La Chiesa Cattolica esiste da ben 2000 anni e continuerà ad esistere, spiace
    No perchè molti paesi del mondo hanno abbandoanto la religione cristiana da molti anni, e altri la seguiranno.

  5. #1025
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    Predefinito Re: Stati Uniti, l'Indiana vieta l'aborto fin dal concepimento

    Citazione Originariamente Scritto da m96m Visualizza Messaggio
    Ti sbagli, visto che è disceso nel Limbo Nostro Signore Gesù Cristo.
    Sei confuso, visto che se il tuo signore è dovuto scendere nel limbo, vuol dire che dio non li voleva subito, perchè altrimenti li mandava in paradiso immediatamente.

  6. #1026
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    Predefinito Re: Stati Uniti, l'Indiana vieta l'aborto fin dal concepimento

    Citazione Originariamente Scritto da m96m Visualizza Messaggio
    No, mancavano della visione e del possesso di Dio, per questo avevano bisogno della redenzione di Cristo.
    Ma siccome erano anime giuste, non avevano commesso peccati, e quindi dio non aveva bisogno di redimerli visto che non hanno fatto niente di male.

  7. #1027
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    Predefinito Re: Stati Uniti, l'Indiana vieta l'aborto fin dal concepimento

    Citazione Originariamente Scritto da m96m Visualizza Messaggio
    1. per quanto riguarda la sostanza il Figlio e il Padre sono una cosa sola, sono l’unico Dio.

    2. Tuttavia si distinguono perché il Padre è la sostanza divina.
    Mentre il Figlio è la conoscenza, il pensiero di questa sostanza divina.
    Ed è conoscenza e pensiero tanto grande quanto è grande Dio.
    È della stessa sostanza divina perché tutto ciò che vi è nella sostanza divina vi è anche nella sua conoscenza e nel suo pensiero.

    3. Il Padre è la sostanza divina generante il Pensiero, la Conoscenza, il Figlio.
    Il Figlio è la sostanza divina generata.

    4. Ecco perché nel Credo diciamo che il Verbo, il Figlio, è generato ma non creato.
    È infatti è coeterno alla sostanza divina.
    Non è venuto un istante dopo.
    Ugualmente diciamo che è della stessa sostanza del Padre, l’unico Dio.

    5. Perciò non è corretto dire che Gesù è il Padre.
    Perché in quanto è Dio, è il pensiero di Dio, il Verbo, il Figlio.
    È la sostanza divina generata.
    Mentre il Padre è la sostanza divina generante.

    6. Analoga cosa va detta dello Spirito Santo, che è l’amore di Dio.
    È Amore tanto grande quanto è grande Dio, della stessa sostanza del Padre.
    E con il Padre e il Figlio (che è la sua Conoscenza, il Verbo) è l’unico Dio.
    https://www.amicidomenicani.it/dal-m...su-e-il-padre/

    per Trinità di Dio s’intende che l’unico Dio sussiste in tre persone: Padre, Figlio e Spirito Santo.

    2. Noi sappiamo che Dio sussiste in tre Persone solo perché Lui stesso ce l’ha detto. Se non ce l’avesse rivelato, l’uomo con le sue sole forze mai sarebbe riuscito ad intuire una realtà così al di sopra delle sue capacità.

    3. Sono molti i passi del Nuovo Testamento in cui si parla esplicitamente o implicitamente della Trinità.
    Il più noto è quello che si trova al termine del Vangelo di Matteo: “Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo” (Mt 28,19).

    4. Per abbozzare un tentativo di spiegazione io sono solito partire da quanto si afferma nel prologo del Vangelo di Giovanni: “In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio” (Gv 1,1).
    In greco si trova la parola Logos, che significa pensiero.
    Il termine latino Verbo significa la stessa cosa.

    5. Ebbene il pensiero di Dio è grande quanto è grande Dio. Egli conosce perfettamente se stesso e tutto ciò che da Lui può essere fatto.
    Sicché possiamo dire che Dio, pensando, genera nella propria mente una realtà che è grande quanto è grande Lui.
    Per noi invece non succede la stessa cosa: la conoscenza che abbiamo di noi stessi, della nostra intima costituzione, del nostro passato, presente e futuro è infinitamente più povera della realtà. Il nostro pensiero non è grande quanto siamo grandi noi.
    Allora possiamo dire che il nostro pensiero è un prodotto della nostra mente. Ma per Dio il suo pensiero è grande quanto è grande Lui.
    Ugualmente dobbiamo dire che la realtà divina è grande quanto il suo Pensiero.
    Ecco dunque una prima conclusione: Dio genera nella propria mente un’immagine perfetta di se stesso. Questa immagine è della sua stessa sostanza, non è un’altra realtà.
    Per questo si tratta di due persone che sono fra loro perfettamente uguali e che costituiscono l’unico Dio.
    Nel Credo della Messa affermiamo: Dio da Dio, luce da luce, Dio vero, da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre.

    6. Quanto diciamo del pensiero di Dio, dobbiamo dirlo anche del suo amore. L’amore di Dio è grande quanto è grande Lui stesso. L’amore di Dio è grande quanto è grande il bene che egli conosce.
    Di qui una seconda conclusione: l’Amore di Dio, che è noi chiamiamo Spirito Santo, è della stessa sostanza divina, non costituisce un altro Dio, ma è grande quanto è grande il Padre e il Figlio. Ecco la terza persona della Santissima Trinità.

    7. Mi chiedi poi il rapporto tra le tre Persone.
    Poiché il Pensiero è generato e concepito (conceptum) nella mente, noi lo chiamiamo anche Figlio.
    E se il Pensiero è Figlio, la realtà da cui procede è Padre.
    Ugualmente, poiché l’Amore procede dalla volontà a modo di spirazione, noi questo amore lo chiamiamo Spirito Santo.

    8. In conclusione: le tre persone divine sono l’unico Dio. Nessuna ha qualcosa di meno o di più di un’altra.
    Si distinguono fra di loro solo per la relazione: generante-generato, spirante- spirato.
    In forza della relazione ognuna delle tre Persone ha un modo distinto di possedere la medesima essenza divina, come accade in un triangolo equilatero, dove ogni angolo è uguale all’altro e copre la stessa superficie degli altri.
    https://www.amicidomenicani.it/puo-s...rinita-di-dio/

    Cominciamo dal primo: “Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me” (Gv 14,28).
    San Tommaso d’Aquino, nel suo Commento al vangelo di Giovanni, scrive: “Da queste parole Ario prese l’occasione per spropositare, dicendo che il Padre è superiore al Figlio.
    Errore che viene confutato dalle parole stesse del Signore. Infatti la frase: «Il Padre è maggiore di me», è nello stesso contesto dell’altra: «Io vado al Padre». Ora, come il Figlio viene a noi secondo la natura umana (cfr.: “In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio… e il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”, Gv 1,1.14) così va al Padre secondo la medesima natura umana.
    Perciò anche quando dice: «È maggiore di me», lo afferma non in quanto Figlio di Dio, ma in quanto Figlio dell’uomo, e sotto tale aspetto non solo egli è minore del Padre e dello Spirito Santo, ma persino degli angeli (cfr. Eb 2,9: “Quel Gesù che è stato fatto un poco inferiore agli angeli, noi lo vediamo, per via della morte patita, coronato di gloria e di onore”). Anzi, fu inferiore persino ad alcuni uomini, cioè ai genitori, ai quali in certe cose era sottoposto, come si legge in Lc 2,51. Egli quindi era inferiore al Padre secondo la sua umanità, ma era a lui eguale secondo la Divinità. Come dice Paolo (Fil 2, 6-7): «il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini»”.

    5. L’essere mandato dal Padre non significa che Gesù sia inferiore al Padre.
    Gesù sottolinea che le opere che compie le compie perché il Padre gliele ha comandate: nel senso che le opera in stretta unione col Padre, con la sua medesima potenza o virtù divina.
    Non dobbiamo dimenticare che i giudei accusavano Gesù di compiere le opere con la forza che gli veniva da Beelzebul, il capo dei demoni.
    Gesù invece dice: “le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato” (Gv 5,26).

    6. Ugualmente per le parole che Gesù rivolge a Filippo e che ti riporto intero: “Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: «Mostraci il Padre»?” (Gv 14,9).
    Erano tre anni che Filippo stava con Gesù e ora gli domanda: “Mostraci il Padre e ci basta”. Gesù gli risponde: dopo tre anni che sei stato sempre con me, dopo che hai visto ciò che ho fatto e ciò che ho detto, avresti dovuto comprendere che io sono consostanziale al Padre!
    Anche Filippo doveva concludere come aveva concluso l’apostolo ed evangelista Giovanni: “e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità” (Gv 1,14).
    https://www.amicidomenicani.it/alcun...ita-di-cristo/
    BREVE STORIA DELLA FALSA DOTTRINA TRINITARIA PAGANA
    10 Luglio 2013


    TRINITà PAGANA PAGANESIMO TRE IN UNO CRISTO CRISTI GESù


    La parola Trinità non si ritrova in nessuna parte dell’intera Bibbia!

    Il battesimo nella formula para-trinitaria si ritrova solo in Matteo 28:19 ed è in dubbio la sua esatta traduzione che dovrebbe essere questa secondo gli scritti aramaici detenuti dalla chiesa d’oriente.



    “Andate e fate miei discepoli persone di tutte le nazioni,

    immergendole NEL nome del Padre (Yahuveh),

    NEL nome del Figlio (Yahuhsua) e nello Spirito Santo..”



    La Trinità è stata ufficialmente commissionata nel 325 d.c. nel Concilio di Nicea.

    Questo Concilio fu indetto e presieduto dall’Imperatore romano pagano Costantino il Grande.

    La Trinità ebbe la sua formulazione ufficiale nel 382 d.C. nel Concilio di Costantinopoli.

    Da allora abbiamo la definizione formale di “Trinità” come l’unica vera dottrina cristiana (cattolica) universale. Che in poche parole dice: “Dio è un unico essere, ma sussiste eternamente in tre persone perfette, equivalenti e ugualmente eterne denominate Dio il Padre, Dio il Figlio e Dio lo Spirito Santo.”

    Queste tre persone sono distinte e separate ma formano un unione di tre divinità, perciò si tratta di una triade, o una “trinità”, accettata dalla maggior parte dei cristiani come la sacra trinità di Dio.

    Questo è il risultato di vari scritti ad opera dei primi teologi – i cosiddetti “padri della Chiesa” – che hanno portato al Concilio di Nicea del 325 d.C. Essi sono anche detti “padri pre-nicei”.

    I principali autori furono Ignazio (35-110 d.C. Antiochia), Ireneo (130-200 d.C. Lyons), Clemente (150-215 d.C. Alessandria), Origene (185-245 d.C. Alessandria), Tertulliano (155-222 d.C. Cartagine)

    Essi erano tutti studenti ed esegeti della filosofia pagana “greco-romana”. alla cui base era il concetto greco del “LOGOS DIVINO”.

    La teoria del “logos” fu concepita dal filosofo greco Eraclito (circa 544-483 a.C.)

    500 ANNI PRIMA DEL MESSYAH!

    La concezione del “logos” deriva dal riconoscimento, da parte di Eraclito, della forza invisibile che governa il cosmo, espressa attraverso l’oracolo del dio solare Apollo.

    Il concetto di “logos” si riassume in questo modo: la forza creativa divina “ousia” ha creato tutte le cose attraverso la sua potenza.

    Poi essa ha creato il “logos”, divino ed eterno, per governare e mantenere in equilibrio l’universo, per mezzo delle sue forze fisiche e metafisiche, come il tempo, la vita e la natura.

    Nel suo contesto originale, il “logos” significava “ragione, razionalità”: il che implicava il suo ruolo di giudice o legislatore del cosmo.

    Al fine di assicurare, ad esempio, che non ci sia così tanta vita da non permettere la morte, o al contrario che non ci sia così tanta morte da non permettere la vita.

    Attraverso il “logos”, l’ “ousia” ha creato tutte le cose, in modo tale che tutte le cose siano soggette alla sua legge ed al suo ordine.

    Il “logos” di Eraclito divenne il principio fondamentale e la base di tutta la filosofia greca.

    Perchè tutti i grandi filosofi greci da quel momento in poi ricevettero la loro saggezza mentre meditavano sul concetto del “logos” divino ed eterno.

    Questi filosofi greci continuarono a sviluppare ed espandere il concetto del “logos”.

    Essi furono: Socrate (allievo di Eraclito), Platone, poi i seguaci di Socrate, Zenone e la scuola degli stoici, e infine Aristotele.

    Aristotele è colui che sviluppa l’idea del “logos” nella maniera più compiuta, ed in seguito tramanda il suo pensiero al suo allievo più famoso, il prototipo dell’Anticristo, definito un dio vivente da suo padre, il re Filippo II di Macedonia.



    ALESSANDRO IL GRANDE



    ALESSANDRO-MAGNO-ESOTERICO DIPINTO



    Questo dio vivente, guidato dalla filosofia greca e dagli insegnamenti del suo tutore e mentore, si dedica alla difesa ed alla diffusione della cultura greca, dando vita al periodo ellenistico.

    Dovunque conquistava dei territori, egli fondava delle nuove città.. 70 in tutto.

    Le città principali portavano il nome di “Alessandria”: la maggior parte di queste città erano università della cultura greca, e del concetto e della dottrina del “logos”.

    La più famosa di queste città è Alessandria d’Egitto. Qui, Filone di Alessandria (20 a.C. – 50 d.C.), un ebreo appartenente alla comunità ebraica di Alessandria (la stessa comunità da cui abbiamo poi ricevuto la versione dei Settanta della Bibbia), unì il concetto greco del “logos” con la parola del Dio di Israele commettendo grave blasfemia, dichiarando che fu il “logos” che parlò a Mosè sul monte Horeb.

    QUESTA E’ UNA GRAVE BLASFEMIA (Isaia 42:8, Isaia 43:10, Isaia 44:6)

    Questo fornì ai futuri teologi apologeti cristiani, i cosiddetti “padri della chiesa” difensori della rivelazione del solo ed unico Dio, la giustificazione per usare in pieno il concetto greco di “logos” sostituendo la Vera parola del vero Creatore con la teologia pagana greca.

    E tutto questo è cominciato ad Alessandria d’Egitto!!!

    Clemente, Origene, Ario.. costoro sono quelli che – leggendo solo il Nuovo Testamento, e basandosi su un’interpretazione distorta di Matteo 28:19 – essendo già immersi nel concetto pagano di “logos”, legittimarono la teologia greca al posto dell’unico vero Eloah rivelato ad Israele.

    Essi escogitarono, concepirono e formularono la cosiddetta TRINITA’, generando una immensa menzogna … che pure avrebbe necessitato di 1700 anni per prendere forma compiuta, attraverso i vari Concili Ecumenici e l’opera dei vari teologi.



    LA TRINITA’ E’ LA PRINCIPALE CAUSA di separazione, perchè è uno dei motivi per cui gli Ebrei non accettarono quel Gesù creato a Roma!

    Questo va contro l’innegabile verità che Eloah è una sola persona ed essere, essendo separato e diverso da Yahushua di Nazareth!

    Un’opera magistrale del demiurgo bugiardo!



    Al contrario l’Eloah di Israele dice:

    “Così parla YHVH, re d’Israele e suo Redentore, Eloha degli eserciti:

    ‘Io sono il primo e l’ultimo, e fuori di me non c’è Eloah’”

    (Isaia 44:6)http://www.ha-qahal.info/la-breve-st...rinita-pagana/

  8. #1028
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    Predefinito Re: Stati Uniti, l'Indiana vieta l'aborto fin dal concepimento

    Citazione Originariamente Scritto da Geralt di Rivia Visualizza Messaggio
    Sei confuso, visto che se il tuo signore è dovuto scendere nel limbo, vuol dire che dio non li voleva subito, perchè altrimenti li mandava in paradiso immediatamente.
    Il limbo è stato partorito da veri e propri malati mentali. Pensare che bambini morti senza esser stati battezzati o che non avevano avuto la possibilità materiale di esserlo, fossero destinati a rimanere all'interno di un luogo maldefinito, senza la possibilità di "godere" della visione beatifica di dio, è semplicemente ignobile e frutto di crudeltà mentale. Su questa invenzione la chiesa cattolica ha condannato miliardi di non battezzati di tutte le razze e religioni ad essere esclusi dal paradiso, come solo frutto del caso, e ha inculcato la disperazione in milioni di famiglie cattoliche in cui i figli per qualche motivo erano morti senza battezzo. Ora sembra che l'esistenza dl limbo sia stata messa in discussione dalla commissione teologica internazionale nel 2007, ma un vero e proprio salutare colpo di spugna su questa malvagia e perversa invenzione, sebbene vi siano ragioni teologiche e liturgiche per la salvezza dei non battezzati, pare sia ancora ben lontano dall'arrivare.

  9. #1029
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    Predefinito Re: Stati Uniti, l'Indiana vieta l'aborto fin dal concepimento

    Citazione Originariamente Scritto da Geralt di Rivia Visualizza Messaggio
    E infatti continui a dire cazzate, perchè so benissimo cosa succedeva quando le persone rifiutavano la predicazione dei missionari, ma voglio vedere se hai le palle di ammetterlo qui davanti a tutti, nel caso gli altri popoli non vogliono farsi convertire dimmi qual'è la differenza.
    La differenza non esiste, perchè se tu dicevi di essere un pagano, subito venivi accusato di eresia.
    Non ho trovato nessuna violenza degli eretici, se vai su google puoi fare una ricerchina veloce e postarmela.
    Ehh??' ma cosa dovrei affermare? Ma dove la Chiesa avrebbe ordinato spedizioni armate per attaccare altri popoli e costringerli a convertirsi?
    La differenza esiste invece, l'eretico era un "cristiano" che rifiutava una o più verità di fede, il pagano era semplicemente il non cristiano.

    Ecco un pezzo: Humbert Vicaire, in una monumentale storia di San Domenico, rievoca la drammaticità del momento in cui soldati di ventura conniventi con l’eresia compivano ogni scempio: “La violenza era ovunque così profondamente radicata e diffusa da non rispettare nemmeno le tregue: colpi di mano, confische di beni, soprusi e brigantaggio si moltiplicavano anche nei giorni di pace.
    L’inconsistenza e l’incertezza del vincolo di vassallaggio, riducendo pressoché a nulla la potenza militare dei signori feudali, li costringeva al reclutamento di mercenari per portare a termine le loro imprese; e ciò forniva occasione alle masnade di venturieri – aragonesi, navarresi, guasconi e persino brabantini – di esibirsi in quelle gesta brutali di cui parlano abbondantemente i documenti del tempo. Guidati dal principe che li assoldava o abbandonati a se stessi quando erano licenziati, questi soldati di ventura non ponevano limiti alle loro bravate: «Essi compiono tali crudeltà nei confronti dei cristiani dichiarava il III Concilio Lateranense – che non rispettano né chiese né monasteri; non risparmiano né vedove, né orfani, né vecchi, né bambini; non badano né a età né a sesso. Come orde di pagani tutto distruggono e devastano».
    Insieme alla povera gente, di cui prendeva le difese, la Chiesa veniva così ad essere la prima vittima di questa soldataglia che nel sacrilegio trovava un gusto sadico e un incitamento alle proprie efferate ribalderie. L’odio cordiale verso il clero la rendeva solidale in questo con gli eretici. La Chiesa con una medesima azione li osteggiava entrambi illudendosi che, strappata di mano ai feudatari l’arma mercenaria, li avrebbe costretti alla pace mettendoli in condizioni favorevoli per meglio assolvere alle loro funzioni di autorità cristiane a favore della fede.
    Ma la Chiesa parlava a vuoto. Al principio del secolo XIII i feudatari continuano ad assoldare bande di ventura, a cominciare dallo stesso Raimondo VI, il quale non si accontentava di trasgredire la proibizione della Chiesa, ma era il primo a servirsene contro di essa. Quando egli entrò nella provincia di Arles alla testa dei suoi Aragonesi distruggendo tutto ciò che incontrava sul suo cammino, vide farglisi incontro il vescovo di Orange che lo scongiurava di risparmiare i monasteri e di astenersi dal devastare il territorio almeno nei tempi riservati e nei giorni festivi. «Raimondo, prendendo allora la destra del vescovo, giurò per quella mano che non avrebbe rispettato né tempi riservati, né domeniche, né avrebbe risparmiato luoghi santi, né membri della Chiesa. E questo giuramento o piuttosto questo spergiuro – soggiunge Innocenzo III – egli lo osservò con una scrupolosità che non aveva mai avuto quando si trattava di una causa giusta». Saccheggi e devastazioni, terre e diritti usurpati, chiese derubate, bruciate o trasformate in fortezze, monaci e chierici molestati, un vescovo spogliato e scacciato dalla sua sede, un altro imprigionato col proprio clero mentre venivano demoliti il suo palazzo e la sede del capitolo: ecco le violenze contro la Chiesa di cui nel 1209 egli doveva sentirsi colpevole; del resto ne aveva compiute molte altre” (H. Vicaire, Storia di san Domenico, pp, 140-141).
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  10. #1030
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    Predefinito Re: Stati Uniti, l'Indiana vieta l'aborto fin dal concepimento

    Citazione Originariamente Scritto da Geralt di Rivia Visualizza Messaggio
    BREVE STORIA DELLA FALSA DOTTRINA TRINITARIA PAGANA
    10 Luglio 2013


    TRINITà PAGANA PAGANESIMO TRE IN UNO CRISTO CRISTI GESù


    La parola Trinità non si ritrova in nessuna parte dell’intera Bibbia!

    Il battesimo nella formula para-trinitaria si ritrova solo in Matteo 28:19 ed è in dubbio la sua esatta traduzione che dovrebbe essere questa secondo gli scritti aramaici detenuti dalla chiesa d’oriente.



    “Andate e fate miei discepoli persone di tutte le nazioni,

    immergendole NEL nome del Padre (Yahuveh),

    NEL nome del Figlio (Yahuhsua) e nello Spirito Santo..”



    La Trinità è stata ufficialmente commissionata nel 325 d.c. nel Concilio di Nicea.

    Questo Concilio fu indetto e presieduto dall’Imperatore romano pagano Costantino il Grande.

    La Trinità ebbe la sua formulazione ufficiale nel 382 d.C. nel Concilio di Costantinopoli.

    Da allora abbiamo la definizione formale di “Trinità” come l’unica vera dottrina cristiana (cattolica) universale. Che in poche parole dice: “Dio è un unico essere, ma sussiste eternamente in tre persone perfette, equivalenti e ugualmente eterne denominate Dio il Padre, Dio il Figlio e Dio lo Spirito Santo.”

    Queste tre persone sono distinte e separate ma formano un unione di tre divinità, perciò si tratta di una triade, o una “trinità”, accettata dalla maggior parte dei cristiani come la sacra trinità di Dio.

    Questo è il risultato di vari scritti ad opera dei primi teologi – i cosiddetti “padri della Chiesa” – che hanno portato al Concilio di Nicea del 325 d.C. Essi sono anche detti “padri pre-nicei”.

    I principali autori furono Ignazio (35-110 d.C. Antiochia), Ireneo (130-200 d.C. Lyons), Clemente (150-215 d.C. Alessandria), Origene (185-245 d.C. Alessandria), Tertulliano (155-222 d.C. Cartagine)

    Essi erano tutti studenti ed esegeti della filosofia pagana “greco-romana”. alla cui base era il concetto greco del “LOGOS DIVINO”.

    La teoria del “logos” fu concepita dal filosofo greco Eraclito (circa 544-483 a.C.)

    500 ANNI PRIMA DEL MESSYAH!

    La concezione del “logos” deriva dal riconoscimento, da parte di Eraclito, della forza invisibile che governa il cosmo, espressa attraverso l’oracolo del dio solare Apollo.

    Il concetto di “logos” si riassume in questo modo: la forza creativa divina “ousia” ha creato tutte le cose attraverso la sua potenza.

    Poi essa ha creato il “logos”, divino ed eterno, per governare e mantenere in equilibrio l’universo, per mezzo delle sue forze fisiche e metafisiche, come il tempo, la vita e la natura.

    Nel suo contesto originale, il “logos” significava “ragione, razionalità”: il che implicava il suo ruolo di giudice o legislatore del cosmo.

    Al fine di assicurare, ad esempio, che non ci sia così tanta vita da non permettere la morte, o al contrario che non ci sia così tanta morte da non permettere la vita.

    Attraverso il “logos”, l’ “ousia” ha creato tutte le cose, in modo tale che tutte le cose siano soggette alla sua legge ed al suo ordine.

    Il “logos” di Eraclito divenne il principio fondamentale e la base di tutta la filosofia greca.

    Perchè tutti i grandi filosofi greci da quel momento in poi ricevettero la loro saggezza mentre meditavano sul concetto del “logos” divino ed eterno.

    Questi filosofi greci continuarono a sviluppare ed espandere il concetto del “logos”.

    Essi furono: Socrate (allievo di Eraclito), Platone, poi i seguaci di Socrate, Zenone e la scuola degli stoici, e infine Aristotele.

    Aristotele è colui che sviluppa l’idea del “logos” nella maniera più compiuta, ed in seguito tramanda il suo pensiero al suo allievo più famoso, il prototipo dell’Anticristo, definito un dio vivente da suo padre, il re Filippo II di Macedonia.



    ALESSANDRO IL GRANDE



    ALESSANDRO-MAGNO-ESOTERICO DIPINTO



    Questo dio vivente, guidato dalla filosofia greca e dagli insegnamenti del suo tutore e mentore, si dedica alla difesa ed alla diffusione della cultura greca, dando vita al periodo ellenistico.

    Dovunque conquistava dei territori, egli fondava delle nuove città.. 70 in tutto.

    Le città principali portavano il nome di “Alessandria”: la maggior parte di queste città erano università della cultura greca, e del concetto e della dottrina del “logos”.

    La più famosa di queste città è Alessandria d’Egitto. Qui, Filone di Alessandria (20 a.C. – 50 d.C.), un ebreo appartenente alla comunità ebraica di Alessandria (la stessa comunità da cui abbiamo poi ricevuto la versione dei Settanta della Bibbia), unì il concetto greco del “logos” con la parola del Dio di Israele commettendo grave blasfemia, dichiarando che fu il “logos” che parlò a Mosè sul monte Horeb.

    QUESTA E’ UNA GRAVE BLASFEMIA (Isaia 42:8, Isaia 43:10, Isaia 44:6)

    Questo fornì ai futuri teologi apologeti cristiani, i cosiddetti “padri della chiesa” difensori della rivelazione del solo ed unico Dio, la giustificazione per usare in pieno il concetto greco di “logos” sostituendo la Vera parola del vero Creatore con la teologia pagana greca.

    E tutto questo è cominciato ad Alessandria d’Egitto!!!

    Clemente, Origene, Ario.. costoro sono quelli che – leggendo solo il Nuovo Testamento, e basandosi su un’interpretazione distorta di Matteo 28:19 – essendo già immersi nel concetto pagano di “logos”, legittimarono la teologia greca al posto dell’unico vero Eloah rivelato ad Israele.

    Essi escogitarono, concepirono e formularono la cosiddetta TRINITA’, generando una immensa menzogna … che pure avrebbe necessitato di 1700 anni per prendere forma compiuta, attraverso i vari Concili Ecumenici e l’opera dei vari teologi.



    LA TRINITA’ E’ LA PRINCIPALE CAUSA di separazione, perchè è uno dei motivi per cui gli Ebrei non accettarono quel Gesù creato a Roma!

    Questo va contro l’innegabile verità che Eloah è una sola persona ed essere, essendo separato e diverso da Yahushua di Nazareth!

    Un’opera magistrale del demiurgo bugiardo!



    Al contrario l’Eloah di Israele dice:

    “Così parla YHVH, re d’Israele e suo Redentore, Eloha degli eserciti:

    ‘Io sono il primo e l’ultimo, e fuori di me non c’è Eloah’”

    (Isaia 44:6)http://www.ha-qahal.info/la-breve-st...rinita-pagana/
    . Rivelandosi agli ebrei e parlando per mezzo di Mosé, Dio dice: “Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze” (Dt 6,4-5).
    Ugualmente attraverso Isaia dice: “Così dice il Signore, il re d’Israele, il suo redentore, il Signore degli eserciti: Io sono il primo e io l’ultimo; fuori di me non vi sono dèi” (Is 44,6).

    3. Nel Nuovo Testamento Gesù stesso dice: “Questa è la vita eterna: che conoscano te,l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo” (Gv17,3).
    San Giacomo: “Tu credi che c’è un Dio solo? Fai bene; anche i demòni lo credono e tremano! “(Gc 2,19).
    Tra gli antichi scrittori cristiani, Tertulliano dice: “Se Dio non è unico, non è neppure Dio” (Contra Marcionem 1,3).

    4. Certo, nella Sacra Scrittura non troviamo l’espressione: “Dio è trinità”. Ma le tre persone divine sono ben attestate nei Vangeli.
    Parlare esplicitamente di Trinità divina sarebbe stato per tanti suoi uditori l’equivalente che introdurre il politeismo.
    Sappiamo bene che Gesù fu condannato a morte proprio a motivo dell’affermazione della sua identità divina: “Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio»” (Gv 10,33) e: “Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio” (Gv 5,19).
    Lo attesta anche l’evangelista San Matteo quando riferisce il motivo della condanna morte di Gesù: “Allora il sommo sacerdote gli disse: «Ti scongiuro, per il Dio vivente, di dirci se sei tu il Cristo, il Figlio di Dio». «Tu l’hai detto – gli rispose Gesù -; anzi io vi dico: d’ora innanzi vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza e venire sulle nubi del cielo». Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: «Ha bestemmiato! Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». E quelli risposero: «È reo di morte!»” (Mt 26,63-66).

    5. Ciò non significa che i vangeli e Gesù non abbiano parlato esplicitamente delle tre persone divine.
    La prima ad apprendere questa verità deve essere stata la Madonna perché l’angelo le dice: “Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio” (Lc 1,35).
    La verrà a sapere anche Giovanni battista, testimone di quanto avvenne al momento del battesimo di Gesù: “Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento»” (Mt 3,16-17).
    Al momento del congedo dagli apostoli e sul punto di ascendere in cielo Gesù svela apertamente i nomi delle tre persone divine: “Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo” (Mt 28,19).

    6. Nel frattempo, più precisamente nell’ultima cena, Gesù promette lo Spirito Santo che avrebbe condotto i suoi a comprendere la verità tutta intera: “Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità” (Gv 16,13).
    Per cui poco per volta si parlerà sempre più apertamente della Trinità divina.


    Stimolata dall’eresia di Ario, che negava la divinità di Cristo e pertanto anche la Trinità divina, la Chiesa nel concilio di Nicea nel 325 sancisce in termini dogmatici l’esistenza dell’unico Dio, sussistente in tre Persone.
    Atanasio, che fu grande artefice in quel concilio nel combattere Ario, nella prima parte del suo Simbolo, si esprime così:
    “La fede cattolica è questa: che veneriamo un unico Dio nella Trinità e la Trinità nell’unità.
    Senza confondere le persone, e senza separare la sostanza.
    Una è infatti la persona del Padre, altra quella del Figlio, ed altra quella dello Spirito Santo.
    Ma Padre, Figlio e Spirito Santo sono una sola divinità, con uguale gloria e coeterna maestà.
    Quale è il Padre, tale è il Figlio, tale lo Spirito Santo.
    Increato il Padre, increato il Figlio, increato lo Spirito Santo.
    Immenso il Padre, immenso il Figlio, immenso lo Spirito Santo.
    Eterno il Padre, eterno il Figlio, eterno lo Spirito Santo
    E tuttavia non vi sono tre eterni, ma un solo eterno.
    Come pure non vi sono tre increati, né tre immensi, ma un solo increato e un solo immenso.
    Similmente è onnipotente il Padre, onnipotente il Figlio, onnipotente lo Spirito Santo.
    E tuttavia non vi sono tre onnipotenti, ma un solo onnipotente.
    Il Padre è Dio, il Figlio è Dio, lo Spirito Santo è Dio.
    E tuttavia non vi sono tre dei, ma un solo Dio.
    Signore è il Padre, Signore è il Figlio, Signore è lo Spirito Santo.
    E tuttavia non vi sono tre Signori, ma un solo Signore”.


    Pertanto è falsa l'attestazione che ci siano tre dei, perche le tre Persone Divine sono l'Unico Dio.

    https://www.amicidomenicani.it/perch...aintendimento/
    Socio Fondatore di AS - Alternativa Sociale

 

 
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