IN PALESTINA È GENOCIDIO! ROSA E OLINDO LIBERI SUBITO!
FUORI DALLA NATO! FUORI DALLA UE! BASTA ECOFOLLIE GREEN!
“Sorgi, Dio, difendi la tua causa.”
"Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli…"
emv : Passami quei testi, non ti posso garantire una risposta in tempi ma incomincio a darci uno sguardo. Grazie.
IL RINNEGAMENTO DI PIETRO, AI DANNI DEL SUO ZIO GIOVANNI DI GISCALA, CHE SI FECE RE A GERUSALEMME, OCCUPANDO IL TEMPIO E INTERROMPENDO I RITI SACRIFICALI:
Libro IV: 572 Si radunarono allora a consiglio con i sommi sacerdoti per deliberare come difendersi dal loro
assalto.
Libro IV: 573 Ma il Dio sconvolse le loro menti ed essi pensarono di ricorrere a un rimedio peggiore del male;
infatti per liberarsi di Giovanni decisero di far entrare Simone, cioè di attirarsi un secondo padrone, e per di più
sollecitandolo con le preghiere.
Libro IV: 574 La decisione venne eseguita e il sommo sacerdote Mattia fu inviato a pregare quel Simone, che
tanto avevano temuto, di voler entrare in città. Unirono le loro insistenze anche tutti quelli che erano stati
costretti a fuggire da Gerusalemme per gli Zeloti e che desideravano di recuperare case e averi.
Libro IV: 575 Simone acconsentì con grande degnazione di far loro da padrone e fece il suo ingresso come per
liberare la città dagli Zeloti, acclamato dal popolo quale salvatore e protettore;
Libro IV: 576 ma quando fu dentro col suo esercito non pensò che al suo potere, considerando quelli che
l'avevano invocato non meno nemici di coloro contro cui era stato invocato.
PIETRO LITIGA E TAGLIA A PEZZETTI IL SERVO PORTINAIO ( che soltanto più tardi venne chiamato Malco) ASSIEME AI SUOI PARENTI :
LIBRO IV
CAPITOLO TRECICESIMO
Libro V: 527 - 13, 1. Simone non lasciò morire senza supplizi nemmeno Mattia, che aveva consegnato nelle sue
mani la città. Costui era figlio di Boeto, discendente di sommi sacerdoti, uno degli uomini più stimati e onorati
dal popolo.
Libro V: 528 Quando la città era angariata dagli Zeloti, cui s'era unito anche Giovanni, egli aveva persuaso il
popolo a far entrare in loro aiuto Simone, senza stringere in precedenza alcun accordo con lui e senza
sospettare alcun tiro da parte sua.
Libro V: 529 Ma quando Simone mise piede in città e se ne fece padrone, considerò Mattia nemico al pari degli
altri, anche se aveva perorato la sua causa, giudicando che lo aveva fatto per stolta ingenuità.
Libro V: 530 Così allora se lo fece trascinare al suo cospetto e con l'accusa di parteggiare per i romani lo
condannò a morte, senza permettergli di difendersi, insieme con tre figli, perché il quarto aveva fatto in tempo a
rifugiarsi presso Tito. E quando Mattia lo supplicò di ucciderlo prima dei figli, chiedendogli questa grazia in
ricompensa di avergli fatto aprire le porte della città, Simone lo fece uccidere per ultimo.
Libro V: 531 Così egli fu ammazzato sopra ai suoi figli, che già erano stati trucidati sotto i suoi occhi, e dopo
essere stato condotto in un luogo dove i romani potevano vederlo; tale fu infatti l'ordine che Simone diede ad
Anano figlio di Bagadate, il più spietato dei suoi scherani, aggiungendo ironicamente che così si sarebbe visto
se gli avrebbero dato qualche aiuto coloro dalla cui parte voleva passare; e alla fine vietò di dar sepoltura ai
cadaveri.
Libro V: 532 Dopo di essi furono passati per le armi un sacerdote di nome Ananias, figlio di Masbalo, che era
uno dei personaggi di rilievo, e il segretario del sinedrio Aristeo, nativo di Emmaus, e assieme a loro quindici
degli uomini più eminenti del popolo.
Libro V: 533 Misero in prigione il padre di Giuseppe e, per paura di tradimento, ordinarono che nella città
nessuno si fermasse a parlare con altri né che si tenessero adunanze; quelli che si riunivano per dar sfogo alle
loro pene venivano mandati a morte senza processo.
TRADIMENTO DI GIUDA CON PIETRO CHE PROVVEDE ALLA SUA SISTITUZIONE:
Libro V: 534 - 13, 2. Al veder ciò un certo Giude, figlio di Giude, che era uno dei subalterni di Simone e ne aveva
avuto l'incarico di far la guardia a una torre, un po' forse per compassione verso le vittime uccise con tanta
ferocia, ma specialmente preoccupato di quella che sarebbe stata la sua sorte, chiamò a sé dieci fra gli uomini
più fidati che aveva e disse loro:
Libro V: 535 “Fino a quando sopporteremo queste malefatte? Che speranza di salvarci abbiamo se restiamo
fedeli a un farabutto?
Libro V: 536 Non abbiamo già la fame addosso, i romani sul punto di entrare in città, mentre Simone non rispetta
nemmeno chi gli ha fatto del bene, sì che c'è da temere che da un momento all'altro egli ci metta a morte
quando invece ci si può fidare della parola dei romani? Orsù, consegniamo le mura e salviamo noi stessi e la
città!
Libro V: 537 Non sarà un gran male per Simone pagare più presto il fio dal momento che non ha speranza di
salvarsi”.
Libro V: 538 Persuasi i dieci, allo spuntar del giorno Giude inviò gli altri suoi uomini chi da una parte, chi
dall'altra, per evitare che si scoprisse il complotto, e verso l'ora terza si mise a chiamare dall'alto della torre i
romani.
Libro V: 539 Ma di questi alcuni non gli badarono, altri non se ne fidarono mentre i più non si mossero pensando
che tra breve avrebbero avuto in mano la città senza correre pericolo.
Libro V: 540 E quando alla fine Tito si apprestava ad avvicinarsi al muro alla testa di un reparto, Simone rag-
giunto dalla notizia accorse a prendere sotto controllo la torre; catturati i traditori, li uccise sotto gli occhi dei
romani e, mutilati i cadaveri, li scaraventò davanti alle mura.
TUTTO TRATTO DAL VANGELO SECONDO GIUSEPPE FLAVIO ( GUERRE GIUDAICHE).
IL PENTIMENTO DI SIMONE DETTO PIETRO E IL PERMESSO DA PARTE DEL RE DEI GIUDEI GIOVANNI, DI PASCERE LE SUE PECORE:
Libro V:278 Gli uomini delle fazioni avverse presero a gridarsi l'un l'altro che ciò che stavano facendo era tutto a
vantaggio dei nemici, mentre invece, anche se il Dio non concedeva loro una durevole concordia, era
necessario almeno deporre per il momento le scambievoli rivalità e combattere uniti contro i romani. Così
Simone fece sapere a quelli del tempio che potevano senza timore uscire per difendere le mura, e Giovanni, pur
non fidandosi troppo, li lasciò andare. ( Guerre Giudaiche)
MORTE E RESURREZIONE DI GIOVANNI E IL PRIMO UOMO A SAPER TUTTO, ERA COME DA VANGELO SIMON PIETRO (Abba Sikra):
Abba Sikara, il capo dei Birionim di Gerusalemme, era figlio della sorella di Rabban Yochanan ben Zakkay, e mandò a dirgli: "Vieni a trovarmi in segreto." [Il Rav] venne e gli chiese: "Fino a quando continuerete a uccidere la popolazione provocando questa carestia?" Gli rispose: "Cosa ci posso fare? Se oso parlarne con loro [i Birionim], mi ammazzano!" [Rabban Yochanan ben Zakkay] gli propose: "Trova uno stratagemma affinché io possa uscire [dalla città], forse riuscirò a salvare qualcosa." [Abba Sikara] gli rispose: "Fai finta di essere malato, e che tutti vengano a renderti visita. Poni accanto a te un oggetto che esala cattivo odore e tutti diranno che sei morto. Che ti trasportino i tuoi allievi e nessun altro, affinché non scoprano che sei leggero, perché [i Birionim] sanno che un uomo vivo pesa meno di un uomo morto." Fece così: Rabbi Eliézer si piazzò da una parte per portarlo e Rabbi Yehoshua dall'altra parte. Quando giunsero alla porta [della città, i Birionim] vollero infilzarlo [per vedere se era morto per davvero]. [Abba Sikara] disse: "[I Romani] direbbero che abbiamo infilzato il nostro saggio!" Pensarono allora di scuoterlo, ma egli disse loro: "[I Romani] direbbero che abbiamo scosso il nostro saggio!" Gli aprirono la porta ed uscì.
Arrivato [all'accampamento romano], [Rabban Yochanan ben Zakkay] disse a Vespasiano: "Pace a te, o re! Pace a te, o re!"..... ( Talmud Gittin 56 a e b).
PRiMA DELLA SUA RESURREZIONE, GIUSEPPE FLAVIO, EX SACERDOTE ED EX MEMBRO DEL SINEDRIO, GARANTISCE AL RE DEI GIUDEI CHE AVREBBE FATTO QUALCOSA PARLANDO CON VESPASIANO ( SOSTITUITO CON PILATO) E LO CUSTODÌ NELLA SUA TOMBA:
https://originidellereligioni.forumf.../m/?t=79016426
SIMONE TI CHIAMERÒ PIETRO E SU QUESTA PIETRA ( DEL TEMPIO) IO COSTRUIRÒ LA MIA CHIESA A ROMA:
Libro VII: 25 Ivi poi Tito fu raggiunto dalla notizia della cattura di Simone figlio di Ghiora, avvenuta nel modo
seguente.
Libro VII: 26 - 2, 2. Durante l'assedio di Gerusalemme questo Simone aveva occupato la città alta; quando poi
l'esercito romano, penetrato entro le mura, prese a saccheggiare tutta la città, allora egli raccolse, assieme agli
amici più fidati, un certo numero di scalpellini con i ferri necessari al loro lavoro e cibo sufficiente per molti
giorni, e assieme a loro s'introdusse in una delle gallerie sotterranee segrete.
Libro VII: 27 Dopo essersi spinti avanti nel tratto scavato anticamente, s'imbatterono nella pietra viva e allora
cominciarono a scavarla nella speranza di poter procedere oltre, risalire in un luogo sicuro e mettersi in salvo.
Libro VII: 28 Ma alla prova dei fatti la speranza si rivelò fallace: i minatori a gran pena avevano fatto un piccolo
progresso mentre i viveri, pur distribuiti con parsimonia, stavano per finire.
Libro VII: 29 Allora Simone, credendo di poter ingannare i romani spaventandoli, si avvolse in tunichette bianche
e, fermatovi sopra con una spilla un mantello purpureo, venne fuori dalla terra nel luogo dove prima sorgeva il
tempio.
Libro VII: 30 Sulle prime chi lo vide fu preso dalla paura e rimase immobile, ma poi gli si avvicinarono e gli
chiesero chi fosse.
Libro VII: 31 Simone non glielo rivelò, ma si fece chiamare il comandante; quelli andarono di corsa e ben presto
arrivò Terenzio Rufo, che era stato lasciato a capo del presidio. Questi, dopo aver sentito da Simone tutta la
verità, lo fece mettere in catene e inviò a Cesare la notizia della sua cattura.
Libro VII: 32 Così il Dio, per punirlo della sua crudeltà contro i concittadini, che aveva tiranneggiato senza
compassione, lo diede in balia dei nemici che più l'odiavano: non era stato preso a forza,
Libro VII: 33 ma si era volontariamente consegnato al castigo, compiendo un atto per cui molti erano stati da lui
crudelmente uccisi sotto la falsa accusa di voler passare dalla parte dei romani.
Libro VII: 34 Non sfugge, infatti, il malvagio alla collera del Dio, né debole è la giustizia, ma col tempo essa
raggiunge chi l'ha offesa e infligge ai perversi un castigo che arriva più grave nel momento in cui essi credevano
di averlo evitato non essendo stati puniti immediatamente. Ne fece esperienza anche Simone, caduto in potere
degli inesorabili romani.
Libro VII: 35 Inoltre col suo spuntare dal sottosuolo fece sì che in quei giorni un gran numero di altri ribelli
fossero scoperti nelle gallerie sotterranee.
Libro VII: 36 Quando Cesare fu di ritorno a Cesarea sul mare, gli venne portato in catene Simone, ed egli diede
ordine di riservarlo per il trionfo che si apprestava a celebrare a Roma.
GUERRE GIUDAICHE
SIMONE FU IMPREIGIONATO NEL CARCERE MAMERTINO, COME VUOLE LA TRADIZIONE CATTOLICA E FU GIUSTIZIATO A ROMA AL POSTO DEL RE GIUDEI GIOVANNI DI GISCALA:
Libro VII:153 - 5, 6. La meta del corteo trionfale era il tempio di Giove sul Campidoglio, e arrivati colà si
fermarono; infatti secondo un'antica usanza si doveva aspettare l'annuncio della morte del capo dei nemici.
Libro VII:154 Questi era Simone, figlio di Ghiora, che fino a quel momento aveva sfilato fra gli altri prigionieri e
che ora con una corda al collo venne trascinato, fra ingiurie e percosse, in un luogo vicino al Foro, dove i romani
fanno eseguire le condanne a morte dei malfattori.
Libro VII:155 All'arrivo della notizia che era stato ucciso, accolta tra vive acclamazioni, gli imperatori
cominciarono a celebrare i sacrifici e, dopo averli offerti con le preghiere di rito, si ritirarono nel palazzo.
Libro VII:156 Quivi alcuni vennero trattenuti a banchetto, mentre per tutti gli altri erano già state approntate le
mense nelle loro case.
Libro VII:157 Quel giorno infatti la città dei romani festeggiò la vittoria sui nemici, la fine delle lotte intestine e
l'inizio di liete speranze per il futuro.
GUERRE GIUDAICHE