Mi è balzata in testa un'idea...
Quando ero bambino, siccome mia mamma e mio padre lavoravano notte e giorno, per avviare una (nello loro testa) promettente impresa manufatturiera, venivo puntualmente spedito dai miei nonni. Erano persone molto modeste, nate nei primi anni Venti, ovvero cresciute nelle ristrettezze del dopo guerra della
I° Guerra Mondiale e che trascorsero la giovinezza nell'angoscia della
II° Guerra Mondiale. Se io sono qui, è solo perché mio nonno non è riuscito a partire per l'
Argentina, in quanto una delle figlie ebbe un attacco di pertosse, e non poteva essere messa in un bastimento che partiva per terre assai lontane... Lavorando come due muli, acquistando (forse) il primo trattore a motore della zona, e facendolo lavorare (notte e giorno) da solo, forse 24 ore al giorno, con accanto una bottiglia da un litro di caffè, il mio povero nonno è riuscito ad essere un po' meno povero. Non è diventato un latifondista, né un Mazzarò, ma si è affrancato dal suo contratto a mezzadria, e si è comperato un
terreno tutto suo, con in cima alla collina un
casolare di campagna. Io ho trascorso i miei anni di bambino, per lo meno tutta l'estate, le due settimane di vacanze Estive e la settimana di Pasqua, sempre con mio nonno Lino, e mia nonna Elvira, nella loro casa colonica, appena acquista con (molto) sudore della loro fronte.
Pur non essendo nato ai tempi del Re, questo mi ha dato la possibilità di vivere, almeno nei miei primi anni, le stesse esperienze e modi di fare che sperimentarono i mie
genitori, e i genitori dei miei genitori, quella vita fatta di una colazione fatta col latte appena
munto dalla stalla (e bollito), quelle forme di
formaggio fatte direttamente dentro il
pentolone del camino su cui, nel mentre ci si scaldava, ci si buttava su l'acqua per lessare gli spaghetti. Per non parlare della merenda che, molto spesso, consisteva nel fare un commissione dalla signora
gallina, aspettando che avesse finito di riempire il bancone della sua merce (è incredibile dove riescano a fare l'uovo le galline...), per poi sgraffignargli l'uovo, metterlo in un bicchiere e sbatterlo con tanto zucchero, fino a farne una cremina deliziosa. Per non parlare dell'innovativo
riscaldamento a pavimento...
... che avevamo in camera da letto, essendo questa piazzata esattamente sopra la
stalla, con dentro 6 mucche, e 2 tori, che facevano da
pompa di calore geotermica, usando come sonda
'il bue e l'asinello' (anzi, solo il bue, che l'asino non ce l'avevamo). Vi devo parlare del nostro efficacissimo ...
...
Scalda Sonno Beghelli 1.0? Finta la cena, magari un po' di carne grigliata sulle braci prese dal camino, si prendeva qualche carbone ardente e lo si metteva entro 'la
monaca', quel coso della foto sopra, il contenitore di ghisa che teneva, invece, prendeva tecnicamente il nome di '
prete'. Per lunghi anni mi sono arrovellato su perché di quei nomi bizzarri... Ah, beata ingenuità...! Tutto questo lunghissimo (quanto necessario) pistolotto, solo per farvi capire che l'
impronta ecologica altamente efficiente dei miei nonni Lino ed Elvira era frutto, essenzialmente, di una cosa: il riuscire a fare
tre o quattro cose insieme, all'interno dello stesso processo. Il concetto di efficiente
termovalorizzazione era già molto, molto, spinto. E vi posso assicurare che il sottoscritto non ha mai patito il freddo in quegli anni, perché il solo ambiente che veniva costantemente riscaldato, una cucina abbastanza spaziosa, aveva costantemente un ciocco di legno che ardeva. Onestamente c'era un posto in cui si pativa il freddo: il
corridoio. Ma quello era un posto in cui eri sempre di
passaggio, ci stavi
poco e andavi
sempre di fretta. Un po' come la nostra vita. Pur essendo uno stabile enorme, in cui un tempo penso avessero vissuto tre famiglie assieme, quell'unità abitativa aveva una efficienza energetica
A+++++++++ ...
... in netto anticipo con il nostro
110% di bonus (finito in gran parte alle
Cayman, che lì fa
fresco...) e i nostri infissi con tripla finestra. Ma è di un innovazione assolutamente straordinaria di cui vi voglio parlare, ovvero della
Cucina Economica Zoppas ...
... con cui nonna Elvira cucinava le fettine, come pure faceva ciambelle e, senza neanche accorgersene, scaldava intelligentemente anche la cucina, essendo essa una stufa che, nel mentre scalda la casa, cuoce le vivande. Il
tubo di questa cucina, ricordo, spuntava da un angolo interno della stanza, e faceva un
lungo giro fino all'uscita dal muro, una sorta di caldaia '
condensazione 1.0' ante litteram, in modo che il calore dei fumi, percorrendo un lunghissimo tragitto, rilasciasse nella stanza quanto più calore possibile attraverso la canna fumaria.
Qual è la morale che Lino ed Elvira ci vogliono trasmettere? Caro ministro dell'innovazione tecnologica Cingolani, attrezzi la nostra industria manifatturiera in modo che possa sfornare (uso razzo) centinaia di migliaia di cucine economiche, dal lungo, lunghissimo tubo fumario. Il quale tubo, manco a farlo a posta, per uscire all'aperto, non ha bisogno di nessun
foro nel muro in quanto, per legge, tutti noi siamo stati costretti a fare le due grate di sicurezza, una in alto, una in basso.
Qualcuno dirà: ma è poco sicuro, ci potrebbero essere delle fuori uscite di monossido di carbonio!!! Ed io rispondo che quello è un rischio di molto, molto, molto più remoto, rispetto al rischio di morire dal freddo dei prossimi giorni (dentro la cucina economica puoi bruciare di tutto, legna, plasticaccia, sterco di vacca, o qualsiasi altro oggetto infiammabile riusciremo a reperire). Non facciamo il solito errore di cui ci ammoniva il buon vecchio Confucio, perché ...
"Il meglio, è nemico del bene"
;-)
*) Quando rifarete il
presepe, se rifarete il presepe, riguardateli con ben altri occhi quel
bue e quel
asinello. Perché non è un caso che sia venuto al mondo proprio dentro una
stalla...
Qui il post originale:
https://forum.termometropolitico.it/824168-cose-cominciassero-precipitare-12.html