Era tradizione che la nuova damigella fosse formalmente presentata alla principessa al Té del pomeriggio. Irene e Margarete si conoscevano già, erano all'incirca coetanee, e da bambine avevano giocato nella tenuta del Duca di Brisgovia. Poi per Margarete erano venuti lunghi anni sotto la ferula di querule istitutrici, come si pensava si addicesse ad una principessa di stirpe reale, da far sposare nel migliore dei modi, nel più alto interesse dello Stato.
Irene fece una smorfia a quel pensiero.
Comunque la avrebbe conosciuto ufficialmente la principessa il giorno successivo. Un maggiordomo paludato da pinguino, ossequioso in maniera stucchevole, dopo averla notata esitare nel cortile, la raggiunse e la condusse nel piccolo appartamento che le era stato riservato in una mansarda, di un edificio piuttosto fuorimano. Là l'attendeva una cameriera che prese il suo bagaglio, metre lei si lasciava cadere un canapé che aveva consociuto tempi migliori.