Originariamente Scritto da
Serafino
Detesto ripetermi, ma forse sarà l'età, che mi fa ricordare male le cose, ma io ricordo decine di
svalutazioni della moneta italiana, fatte
ad arte, da parte dei vari governi Andreotti, Craxi, e altri, al solo scopo di deprezzare il valore delle nostre merci, in modo da poterle piazzare in qualche modo nei mercati europei. E ricordo anche i rimbrotti dei nostri vicini, che consideravano (a mio avviso a ragione) quelle pratiche qualcosa di scorretto... Tu dirai: ma chi se ne frega... Il fatto, caro Salvo, è che se tiri troppo la corda, con quella stessa corda finisci che ti ci impicchi: il palesarsi di
dazi (punitivi) sulle tue merci svalutate ad arte è un evento, a lungo andare, tutt'altro che remoto. Quali sono state, da sempre, le nostre esportazioni? Materassi, camerette, magliette, scarpe... Tutti prodotti a
bassissima tecnologia. Tutta merce resa competitiva dai nostri bassissimi salari di allora (rispetto ai salari tedeschi, inglesi, francesi). L'arrivo un bel giorno di un container nel porto di Livorno contenente camicie dal prezzo 15 volte più basso di quelle prodotte a Prato, e della medesima qualità, ha reso ininfluente il nostro vantaggio competivo (da ciabattini). Lascio voi indovinare da dove era partito questo container...
E poi, questa storia che qualcuno ha voluto la nostra bicicletta, lo ripeto, è un falso ricordo: siamo noi che abbiamo
insistito tanto per
rifilare la nostra bicicletta.
Per giunta, presentandoci con il
cappello in mano...