Pagina 1 di 3 12 ... UltimaUltima
Risultati da 1 a 10 di 26
  1. #1
    Baron Samedi
    Data Registrazione
    01 Apr 2009
    Messaggi
    5,600
     Likes dati
    14
     Like avuti
    196
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Addio alle armi (o quasi) l'Europa taglia le spese militari

    Addio alle armi (o quasi)
    l'Europa taglia le spese militari

    Alle prese con una crisi che impone di rimettere rapidamente in sesto i bilanci, i governi riducono i finanziamenti al settore come mai in precedenza. Gli eserciti si ritrovano a corto di uomini e mezzi. Con molti rischi per la nostra sicurezza
    dal nostro inviato ANDREA BONANNI

    Un'Europa in disarmo. Dopo essere stata per secoli la caserma del mondo, prima potenza militare egemone e poi campo di battaglia globale, l'Europa del "soft power", ma soprattutto della crisi economica, scopre il fascino discreto dell'addio alle armi.

    Taglia i bilanci della difesa, liquida reggimenti gloriosi, smantella navi e portaerei, chiude basi, manda in pensione aerei e carri armati. Rinuncia, con apparente facilità, ad un pezzo della propria storia e della propria identità.

    L'allerta arriva, come sempre, dall'altra parte dell'Atlantico. Alla vigilia del vertice Nato, che a Lisbona in novembre deve varare il "nuovo concetto strategico" dell'Alleanza, gli Stati Uniti si inquietano per il fatto che gli europei spendono sempre meno nella Difesa. "La demilitarizzazione dell'Europa, che nel XX secolo era una benedizione, sta diventando un ostacolo al raggiungimento di una vera sicurezza e di una pace durevole nel XXI secolo", ha avvertito qualche mese fa il segretario americano alla Difesa, Robert Gates.

    E il Wall Street Journal scrive: "Se gli alleati dell'America vogliono avere voce in capitolo quando si tratta di questioni di sicurezza, e soprattutto se vogliono essere ascoltati, non possono presumere che siano sempre gli Stati Uniti a pagare il conto per mantenere l'ordine globale".

    Quella di una più equa ripartizione degli oneri è una vecchia e sempre inascoltata rivendicazione americana. Non priva di qualche ipocrisia. Washington ha sempre rimproverato agli europei di non fare abbastanza, ma non ha mai accettato di condividere veramente la leadership atlantica e ha boicottato i timidi tentativi di dare vita a una difesa europea autonoma. Ma questa volta l'allarme per il crescente disarmo europeo è condiviso anche dai responsabili della Difesa del Vecchio Continente.

    "Non c'è dubbio che, mentre gli Usa mantengono un alto livello di risorse per la difesa, gli europei non riescono a raggiungere il livello di spesa che si erano prefissati al 2 per cento del Pil", dice a Repubblica l'ammiraglio Giampaolo Di Paola, presidente del Comitato militare che riunisce i capi di stato maggiore della Nato, l'uomo che deve cercare di contenere gli effetti della corsa al disarmo. "Questo trend non può continuare, perché porterebbe a un indebolimento irreversibile delle capacità di difesa europee".

    Si assiste così al paradosso di un'Europa che non ha mai speso tanto poco per le proprie forze armate, proprio nel momento in cui esse sono impegnate sul campo in misura che non ha precedenti nel dopoguerra. Decine di migliaia di soldati, tra Afghanistan, Libano, Balcani, e varie missioni in Africa. E se il costo umano di queste missioni è pesante, quello economico non è da meno.

    Prima la crisi finanziaria, poi quella dei debiti pubblici, hanno costretto a una serie di drastici ridimensionamenti delle spese militari. Nel 2002 tutti i membri dell'Alleanza si erano dati come obiettivo di stanziare ogni anno "almeno" il 2 per cento del Pil per la difesa. Nel 2009 solo Grecia (3,1), Albania (2,0), Francia (2,1), Gran Bretagna (2,7) e Stati Uniti (4,0) hanno mantenuto l'impegno. Italia e Germania sono a 1,4. La Spagna a 1,2. L'anno prossimo, verosimilmente, solo gli Usa resteranno al di sopra del due per cento.
    Le prime misure di austerità sono arrivate all'indomani della crisi di Wall Street. Nel 2009, per esempio, la Francia ha tagliato il bilancio per la difesa del 15%, l'Italia del 38, il Belgio del 5,7, la Spagna del 4,6, la Turchia del 16,9. Ma questo ridimensionamento è trascurabile rispetto a quelli che si stanno preparando ora, dopo che gli attacchi speculativi contro l'euro hanno costretto tutti i governi a varare piani draconiani di risanamento dei conti pubblici.

    Il premier britannico David Cameron ha appena annunciato un taglio al bilancio militare dell'8 per cento in quattro anni. Londra rinuncerà alla sua unica portaerei, la Ark Royal, in attesa di due che sono in costruzione; taglierà drasticamente gli ordini del nuovo caccia Jsf. Manterrà il programma nucleare dei sottomarini Trident, ma la Royal Navy sarà ridimensionata. Il settore della difesa perderà 42 mila addetti entro il 2015.

    La Francia per quest'anno ha confermato gli impegni di bilancio, ma gli esperti militari si attendono che la scure calerà sulle spese per la difesa l'anno prossimo. Del resto non è un mistero che, dietro la decisione francese di reintegrare la struttura militare dell'Alleanza, c'è anche la consapevolezza di non avere più le risorse per mantenere una capacità difensiva autonoma. Francesi e britannici hanno già sul tavolo accordi per gestire in comune l'arsenale nucleare dividendo le spese. Lo stesso si preparano a fare condividendo i nuovi aerei da trasporto Airbus A400.

    La Germania, che sta passando dall'esercito di leva a quello professionale, con una conseguente contrazione degli effettivi e un aumento della spesa, si prepara anch'essa a segare le spese per la Difesa. Gli esperti del ministero, interpellati dalla Merkel, hanno messo a punto una lista di tagli per 9,3 miliardi di euro.

    In Olanda, il nuovo governo ha già fatto sapere che rinuncia a comprare i costosi e sofisticatissimi super-caccia Jsf. Anche in Italia si tira la cinghia. L'Aeronautica militare ha già chiuso il 5° stormo intercettori di Cervia, e nel 2012 chiuderà anche quello di Trapani. Secondo il capo di Stato maggiore dell'arma, il generale Giuseppe Bernardis, "il ridimensionamento ha finora interessato un centinaio di reparti, con l'adozione di oltre 160 provvedimenti di soppressione e riorganizzazione". L'Italia è anche uscita dal programma Nato SAC (Strategic Airlift Capabilities) che prevedeva l'acquisto e la condivisione di aerei da trasporto militare C130. E ha tagliato di 25 aerei il suo piano di ordinazioni per i caccia Eurofighter. Le riduzioni che tutti i Paesi dell'Alleanza stanno portando ai bilanci militari potrebbe anche mettere in pericolo il progetto di sorveglianza aerea AGS (Air-ground surveillance) che avrebbe dovuto essere basato a Sigonella. La ristrutturazione dei comandi Nato, che ridimensionerà anche quello di Napoli, comporterà complessivamente una riduzione del personale da 13 mila a 9 mila addetti.

    Su un'unica cosa tutti gli esperti sono concordi: nonostante i tagli, finora nessun Paese ha risparmiato sulle dotazioni fornite ai soldati impegnati in missione in Afghanistan o altrove. Ma anche qui le ristrettezze di bilancio si fanno sentire. E le esitazioni con cui l'anno scorso gli europei hanno risposto alla richiesta americana di inviare a Kabul diecimila uomini in più, si spiegano non solo con perplessità di ordine politico, ma anche in molti casi con pure e semplici preoccupazioni di bilancio.

    Per ora, almeno, le conseguenze di questa Europa disarmata non si sono ripercosse sul piano della sicurezza, anche se gli europei difficilmente sarebbero in grado di mettere in piedi un'altra grossa operazione militare in caso di crisi. L'idea di inviare una forza di peacekeeping in Somalia è stata scartata non solo per considerazioni politiche ma anche per la difficoltà di reperire i mezzi. E l'invio di una forza di interposizione in caso di accordo di pace in Medio Oriente non sarebbe possibile senza rimettere mano ai bilanci della Difesa.

    "Il risultato delle maggiori spese per missioni è che si taglia sugli investimenti, sulla ricerca. In qualche modo si comprime il nostro futuro proprio mentre la Nato si accinge a varare il suo nuovo concetto strategico", spiega l'ammiraglio Di Paola, secondo cui è a rischio la competitività dell'industria militare ad alta tecnologia. "In altre parti del mondo ci sono grossi programmi di sviluppo degli armamenti. La nostra superiorità tecnologica può essere colmata in pochissimo tempo. La superiorità qualitativa va mantenuta a qualsiasi costo, magari sacrificando in parte l'elemento quantitativo".

    I tagli, dunque, più che sulla sicurezza, si ripercuotono ancora una volta sull'economia e sulla competitività del "sistema Europa". E rischiano di costituire un pericoloso autogol proprio nel momento in cui l'Europa, nel suo insieme, stenta a far ripartire la macchina della crescita economica.

    Addio alle armi (o quasi) l'Europa taglia le spese militari - Repubblica.it

  2. #2
    Final Yuga ◒ ◐ ◑ ◓
    Data Registrazione
    01 Apr 2009
    Località
    occidente putrescente
    Messaggi
    4,662
     Likes dati
    28
     Like avuti
    133
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Rif: Addio alle armi (o quasi) l'Europa taglia le spese militari

    ho smesso di contare gli errori all'interno dell'articolo, forse ci sono fonti più attendibili
    «Puoi togliere il selvaggio dalla foresta, ma non puoi togliere la foresta dal selvaggio.»
    Paolo Sizzi

  3. #3
    Baron Samedi
    Data Registrazione
    01 Apr 2009
    Messaggi
    5,600
     Likes dati
    14
     Like avuti
    196
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Rif: Addio alle armi (o quasi) l'Europa taglia le spese militari

    Errori a parte è il senso dell'articolo che conta.I tagli che non riguardano solo l'Italia nel settore difesa.

  4. #4
    Una sola Patria
    Data Registrazione
    31 Mar 2009
    Località
    Catania
    Messaggi
    12,977
     Likes dati
    360
     Like avuti
    462
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Rif: Addio alle armi (o quasi) l'Europa taglia le spese militari

    Il Ministero della Difesa del Regno Unito ha pubblicato il documento programmatico contenente le linee guida strategiche per la Sicurezza Nazionale chiamato “A Strong Britain in an Age of Uncertainty”. La nuova National Security Strategy definisce i rischi principali a cui si prevede sarà sottoposto il paese dividendoli in tre gruppi secondo importanza decrescente determinata dal possibile impatto e dalla probabilità di realizzazione.
    Al primo posto per livello di priorità compaiono:

    • il terrorismo internazionale, scatenato contro il Regno Unito o i suoi interessi, e condotto attraverso attacchi chimici, biologici, radiologici o nucleari. Previsto anche il rischio di un significativo aumento del terrorismo in Irlanda del Nord.
    • attacchi informatici ostili condotti da altri stati, ed un aumento dei crimini informatici su larga scala.
    • possibilità di un incidente rilevante o di una calamità naturale che richieda una risposta a livello nazionale, come gravi inondazioni costiere riguardanti tre o più regioni del Regno Unito, o una pandemia influenzale.
    • una crisi militare internazionale tra stati, che potrebbe coinvolgere il Regno Unito, i suoi alleati, nonché altri stati e attori non statuali.

    Al secondo posto, fra i rischi meno probabili ma con stesso livello di impatto, compaiono:

    • un attacco diretto contro il Regno Unito o i territori d’oltremare da parte di un’altro stato, o condotto per procura, con utilizzo di armamenti chimici, biologici, radiologici o nucleari (CBRN).
    • rischio di instabilità, insurrezione o guerra civile in territori che potrebbero costituire un ambiente favorevole ai terroristi come base per poi minacciare il Regno Unito.
    • un aumento significativo del livello della criminalità organizzata che interessa il Regno Unito.
    • disturbo delle informazioni ricevute, trasmesse o raccolte dai satelliti, come probabile risultato di un deliberato attacco di un altro stato.

    Al terzo posto infine compaiono rischi ritenuti meno probabili come:

    • un attacco militare convenzionale (che non preveda l’uso di armi CBRN) su larga scala contro il Regno Unito sferrato da un altro stato con vittime e danni alle infrastrutture nazionali.
    • un aumento significativo del livello di infiltrazione terroristica, della criminalità organizzata, di immigrazione clandestina e di traffico di merci attraverso la frontiera.
    • interruzione delle forniture di petrolio o gas nel Regno Unito, o instabilità dei prezzi, a causa di guerre, incidenti, gravi scoinvolgimenti politici, o manipolazione deliberata del livello di approvvigionamento da parte dei produttori.
    • una fuoriuscita di materiale radioattivo da un sito nucleare civile all’interno del Regno Unito che colpisca una o più regioni.
    • un attacco convenzionale di uno stato contro un altro membro della NATO o dell’Unione Europea a cui il Regno Unito dovrebbe rispondere.
    • un attacco contro un territorio d’oltremare del Regno Unito come risultato di una controversia sulla sovranità, o un più ampio conflitto regionale.
    • un disturbo a breve e medio termine delle forniture internazionali di risorse (ad esempio alimenti, minerali) essenziali per il Regno Unito.

    Per contrastare questi rischi il governo del Primo Ministro Cameron rilascierà oggi la Strategic Defence and Security Review (SDSR), che fornirà una più attenta descrizione della risposta del Regno Unito calibrata sull’analisi degli scenari individuati dalla National Security Strategy, e su un taglio dei finanziamenti alla Difesa dell’8% in 5 anni (circa 5 miliardi di euro in totale). In particolare la SDSR supporterà e guiderà i lavori di tutti i dipartimenti e le agenzie coinvolti nella sicurezza nazionale in modo che l’approccio ai diversi temi sia corale, ottimizzando così la spesa.

    A fronte di questi imput sorgono importanti novità, che delineano la volontà di raggiungere un maggior equilibrio tra risorse e spesa verso un modello di difesa per i prossimi 40 anni che preveda forze armate numericamente più piccole ma complessivamente più efficienti.

    Il Regno Unito è destinato a perdere la sua capacità di attacco dal mare fino al 2020, un buco di capacità che il Ministro della Difesa Liam Fox considera analogo a quello occorso negli anni ’70 con l’arrivo dei primi Harrier. In particolare la Royal Navy pensionerà immediatamente la HMS Ark Royal, e per la nuova portaerei in costruzione da 65.000 tonnellate HMS Queen Elizabeth si delinea un ruolo di LHD, portaelicotteri utilizzabile in missioni di assalto anfibio, dal momento in cui verrà messa fuori servizio la HMS Illustrious.
    cvf

    Poichè le previsioni di spesa rendono incompatibile la coesistenza di due unità maggiori come le portaerei gemelle Queen Elizabeth e Prince of Wales, dopo circa tre anni di servizio, il governo potrebbe decidere di vendere la prima nel 2019 in coincidenza dell’entrata in servizio della seconda. In particolare la HMS Prince of Wales verrà convertita a portaerei CATOBAR rimuovendo lo sky-jump e attrezzando l’unità (già predisposta per quest’intervento) con catapulte e cavi d’arresto, per renderla più interoperabile con gli aerei francesi ed americani. Naturalmente il Regno Unito abbandonerà l’acquisto di F-35B (versione a decollo corto e atterraggio verticale) per ordinare la versione con maggiore autonomia e carico bellico F-35C che arriverebbe a bordo della nave a partire dal 2020.

    La decisione sul programma di sottomarini successore degli SSBN Vanguard dovrà essere rimandata fino alle prossime elezioni generali nel 2015, ma il Regno Unito riceverà come programmato tutti i sette classe Astute in modo da mantenere inalterata la base industriale e le competenze del paese nel settore. La vita operativa dei classe Vanguard sarà prorogata fino alla fine del 2020, così come il suo deterrente nucleare.

    Londra ridimensionerà l’esercito con un taglio di 7.000 soldati, 100 carri armati, 200 dei suoi veicoli corazzati e una brigata corazzata. Le truppe di stanza in Germania verranno ritirate e dislocate in una delle due basi che la RAF ha programmato per la chiusura.

    La RAF perderà almeno 5.000 effettivi, mentre la Royal Navy 4.000, mentre le forze speciali della Gran Bretagna beneficieranno di un aumento in termini di bilancio e personale.

    Il dettaglio delle misure che verranno adottate verrà esposto in parlamento oggi pomeriggio dal Premier Cameron.

    http://www.difesanews.it/archives/re...of-uncertainty
    La Vita è troppo breve per non essere Italiani!

  5. #5
    Una sola Patria
    Data Registrazione
    31 Mar 2009
    Località
    Catania
    Messaggi
    12,977
     Likes dati
    360
     Like avuti
    462
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Rif: Addio alle armi (o quasi) l'Europa taglia le spese militari

    Il documento presentato dal Primo Ministro inglese Cameron contiene i piani per rimodellare le forze armate in vista degli scenari previsti dalla National Security Strategy. Lo strumento militare diverrà più snello ma complessivamente più efficiente, in termini di capacità per spesa pubblica.

    I piani prevedono una riduzione del personale nei prossimi cinque anni in tutti e tre i servizi; in particolare la Royal Navy ridurrà il proprio organico con un taglio di circa 5.000 persone, l’esercito di 7.000, l’aeronautica di 5.000; il personale civile verrà ridotto di 25.000 unità.

    Nel dettaglio:

    La Royal Navy avrà una forza di superficie basata su 19 unità tra fregate e cacciatorpedinieri (fra cui le Type 45 e 26) e la nuova portaerei HMS Queen Elizabeth (che trasporterà di norma 12 F-35C, con possibilità di aumento a 36, ed una componente ad ala rotante basata su 12 fra AW101 e Chinook, oltre ad 8 Apache a seconda della missione), riconfigurata con catapulte e cavi d’arresto. La HMS Price of Wales verrà messa in stato di “extended readiness”, ovvero sostanzialmente non operativa ma pronta ad entrare in azione a seconda delle necessità (la decisione se tenerla o venderla verrà presa nel 2015). La componente sottomarina sarà basata sui 4 SSBN Vanguard (che costituiscono il deterrente nucleare inglese e verranno sostituiti a partire dal 2028) e sui nuovi 7 sottomarini d’attacco classe Astute. La 3 Commando Brigade continuerà a costituire l’ossatura principale delle forze d’assalto anfibio inglesi, in grado di sbarcare rapidamente via elicottero 1.800 uomini, veicoli e strutture di comando e supporto.
    Entro il 2015 il personale si assesterà sui 30.000 uomini, con una ulteriore riduzione di 1.000 persone entro il 2020.
    La HMS Ark Royal verrà pensionata immediatamente, così come una fra la HMS Ocean o la HMS Illustrious (al termine di uno studio ad hoc verrà mantenuta quella che offrirà le migliori capacità nel ruolo di portaelicotteri), 4 fregate ed una nave della classe Bay (LSD). La componente elicotteristica marittima sarà basata su Wildcat e Merlin di AgustaWestland.

    Il British Army sarà strutturato intorno a cinque brigate multi-ruolo (una verrà tagliata), di cui 4 in supporto alla singola con alto livello di prontezza di intervento. Ciascuna sarà articolata su una forza da ricognizione, una di fanteria leggera e una meccanizzata. La 16 Air Assault Brigade, tra le prime ad entrare in azione in caso di conflitto, verrà mantenuta insieme alle sue unità di supporto e addestramento.
    L’esercito manterrà inoltre la capacità di comandare operazioni ad alto livello attraverso l’Allied Rapid Reaction Corps (ARRC) in ambito NATO, e ridislocare un quartier generale divisionale con uno in stato di supporto.
    La forza complessiva verrà ridotta a 95.000 persone entro il 2015, ma senza alcuna modifica alle unità combattenti in Afghanistan, con ipotesi di arrivare a 94.000 entro il 2020; i carri Challenger 2 verranno tagliati del 40% e l’artiglieria pesante (AS90) di circa il 35%.

    La Royal Air Force sarà basata su velivoli Eurofighter Typhoon ed F-35C Lightning II Joint Strike Fighter (il cui ordine definitivo subirà dei tagli); capacità ISTAR (Intelligence, Surveillance, Target Acquisition and Reconnaissance) verrà fornita dai 7 E-3D Sentry e dai 3 RC-135 Rivet Joint ordinati a marzo, oltre che dagli assetti unmanned. La componente da trasporto si articolerà su 7 C-17 e 22 A400M; i 14 nuovi tanker A330 (che sostituiranno dal 2013 i VC-10 e Tristar) all’occorrenza potranno trasportare uomini o materiale. Verranno acquisiti altri 12 elicotteri Chinook da affiancare ai Merlin.
    L’aeronautica si stabilizzerà inizialmente su 33.000 uomini entro il 2015, 31.500 entro il 2020; La flotta di C-130J Hercules sarà pensionata nel 2022 dieci anni prima di quanto previsto in favore dei più capaci A400M; ritiro previsto anche per l’aereo per raccolta informazioni tattiche R1 Sentinel ASTOR (Airborne Stand-Off Radar) poichè non più necessario per sostenere le operazioni in Afghanistan.
    La flotta di Tornado GR4 verrà ridotta mentre quella di Harrier verrà completamente pensionata nel 2011. Ciò determinerà la sospensione dell’aviazione navale basata su velivoli ad ala fissa fino al 2020, quando arriverà l’F-35C, che come l’Harrier, sarà gestito congiuntamente dalla RAF e dalla Royal Navy; il programma per gli aerei da pattugliamento marittimo Nimrod MRA4 verrà cancellato.

    http://www.difesanews.it/archives/uk...ecurity-review
    La Vita è troppo breve per non essere Italiani!

  6. #6
    Utente
    Data Registrazione
    31 Mar 2009
    Località
    Impero Romano
    Messaggi
    11,966
     Likes dati
    10
     Like avuti
    1,298
    Mentioned
    9 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Rif: Addio alle armi (o quasi) l'Europa taglia le spese militari

    Sarà la volta buona che anche i più euroscettici capiscono la necessità di una Difesa comune europea.
    .

  7. #7
    Forumista esperto
    Data Registrazione
    12 Feb 2008
    Messaggi
    20,157
     Likes dati
    73
     Like avuti
    4,685
    Mentioned
    5 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Rif: Addio alle armi (o quasi) l'Europa taglia le spese militari

    Citazione Originariamente Scritto da Lucas86 Visualizza Messaggio
    Sarà la volta buona che anche i più euroscettici capiscono la necessità di una Difesa comune europea.
    senza una politca estera comune lo vedo un po' difficile
    Dannato Barone Rosso.

  8. #8
    Forumista storico
    Data Registrazione
    08 Sep 2009
    Messaggi
    35,750
     Likes dati
    0
     Like avuti
    19,097
    Mentioned
    316 Post(s)
    Tagged
    8 Thread(s)

    Predefinito Rif: Addio alle armi (o quasi) l'Europa taglia le spese militari

    Mi ricorda lo scenario tra le due guerre mondiali. A furia di tagliare le spese militari, tutti convinti dell'avvio di una nuova epoca di pace e prosperità, molti Paesi non poterono fare di meglio che lanciare sassi contro i Panzer nazisti.
    Spero di sbagliarmi e che lo scenario non si ripeta. Intanto però la crisi del '29 l'abbiamo già replicata.

  9. #9
    Utente
    Data Registrazione
    31 Mar 2009
    Località
    Impero Romano
    Messaggi
    11,966
     Likes dati
    10
     Like avuti
    1,298
    Mentioned
    9 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Rif: Addio alle armi (o quasi) l'Europa taglia le spese militari

    Citazione Originariamente Scritto da Halberdier Visualizza Messaggio
    Mi ricorda lo scenario tra le due guerre mondiali. A furia di tagliare le spese militari, tutti convinti dell'avvio di una nuova epoca di pace e prosperità, molti Paesi non poterono fare di meglio che lanciare sassi contro i Panzer nazisti.
    Spero di sbagliarmi e che lo scenario non si ripeta. Intanto però la crisi del '29 l'abbiamo già replicata.
    In Europa l'unico paese che si sta armando è la Russia ma la sua economia dipende da noi, mentre la Cina è troppo lontana e i suoi missili guardano agli USA. Al momento noi europei possiamo stare tranquilli.
    Ultima modifica di Cesare; 27-10-10 alle 13:45
    .

  10. #10
    AUT CONSILIO AUT ENSE
    Data Registrazione
    30 Oct 2009
    Località
    Granducato di Toscana
    Messaggi
    140,966
     Likes dati
    22,499
     Like avuti
    46,115
    Mentioned
    2287 Post(s)
    Tagged
    67 Thread(s)

    Predefinito Rif: Addio alle armi (o quasi) l'Europa taglia le spese militari

    Mi sembra evidente che mentre si chiedono sforzi comuni per la sicurezza globale non si possono tagliare gli investimenti militari. Un nonsense. Invece lo si fa. A rotta di collo verso il disastro.....
    "Io nacqui a debellar tre mali estremi: / tirannide, sofismi, ipocrisia"


    IL DISPUTATOR CORTESE

    Possono tenersi il loro paradiso.
    Quando morirò, andrò nella Terra di Mezzo.

 

 
Pagina 1 di 3 12 ... UltimaUltima

Discussioni Simili

  1. Addio alle armi
    Di mirkevicius nel forum Sinistra Italiana
    Risposte: 19
    Ultimo Messaggio: 13-05-12, 13:35
  2. Risposte: 6
    Ultimo Messaggio: 04-11-09, 16:28
  3. Risposte: 7
    Ultimo Messaggio: 09-06-09, 20:58
  4. Addio alle armi (dimissioni da Camerata di Nando Ventra)
    Di Van Gogh nel forum Destra Radicale
    Risposte: 2
    Ultimo Messaggio: 10-07-08, 11:30
  5. Addio alle armi...tu che fai?
    Di Outis nel forum Comunismo e Comunità
    Risposte: 1
    Ultimo Messaggio: 16-06-06, 15:04

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito