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  1. #11
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    Predefinito Re: Ricordi sparsi: bianchi, grigi, neri, verdi

    Citazione Originariamente Scritto da Triangolo nero Visualizza Messaggio
    Grazie Mary Ann per condividere parte della tua vita qua dentro... mi associo a Socrate: anch'io credo che tu sia una brava persona... e meriti molto di più di quello che la vita ti ha riservato fin'ora.
    Grazie @Triangolo nero.

    Mi fa piacere che i miei racconti piacciono.

    Però sono un po’ o un po’ tanto tristi, anche quando parlo di cose belle.

    Rileggendole diventano tristi.

    Non piango, ma il mio cuore piange, mentre passeggio sulle vie della mia città, scavando nei ricordi, sfiorando con pensieri tutti quei luoghi così cari, così lontani e così vicini.
    Originariamente Scritto da …:
    “Se trovi che ho parlato di una Lamborghini te ne regalo una”.

    https://forum.termometropolitico.it/...l#post21308108

  2. #12
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    Predefinito Re: Ricordi sparsi: bianchi, grigi, neri, verdi

    Posto la mia poesia di cui ho parlato prima.


    Corridoi


    Mi sono sempre piaciuti i corridoi.

    Quelli larghi, lunghi, enormi

    come nei vecchi palazzi

    o nei ministeri, o nei conventi.

    Sembrano dei viali interni

    con grandi finestre in fondo.

    Il sole lascia impronte dei raggi

    sui pavimenti.

    Ci sono le porte al posto degli alberi;

    ogni porta è un mondo a parte.

    Dietro le porte ci sono le stanze,

    sempre diverse,

    si vedono i quadri sulle pareti,

    ci sono tavoli, sedie, tante finestre,

    piante nei angoli pieni di sole,

    la gente che va e viene…

    Tutti sono così diversi…

    Si mescolano i loro discorsi:

    chiacchiere, confidenze,

    consigli, litigi, offese, promesse -

    tutti dissolti nell'aria.

    Ognuno di loro ha sua vita, la sua storia,

    ognuno si sposta senza pensarci -

    di fretta o lentamente -

    da una stanza all'altra,

    passando per i corridoi affollati o in solitaria,

    lasciando il rumore dei tacchi sul pavimento,

    i profumi nell'aria,

    le ombre sui muri in movimento…

    Poi ognuno esce fuori.

    Ma questo non c’entra…

    E’ un'altra storia.

    Non so perché, ma mi sono sempre piaciuti i corridoi.


    Mary Ann
    Originariamente Scritto da …:
    “Se trovi che ho parlato di una Lamborghini te ne regalo una”.

    https://forum.termometropolitico.it/...l#post21308108

  3. #13
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    Predefinito Re: Ricordi sparsi: bianchi, grigi, neri, verdi

    Citazione Originariamente Scritto da mary ann Visualizza Messaggio
    Grazie @Triangolo nero.

    Mi fa piacere che i miei racconti piacciono.

    Però sono un po’ o un po’ tanto tristi, anche quando parlo di cose belle.

    Rileggendole diventano tristi.

    Non piango, ma il mio cuore piange, mentre passeggio sulle vie della mia città, scavando nei ricordi, sfiorando con pensieri tutti quei luoghi così cari, così lontani e così vicini.
    Certo che mi piacciono i tuoi racconti, mi regalano attimi di riflessione.
    Siamo due persone profondamente diverse, io dalla vita ho avuto tutto, forse anche di più... per questo non prendo nulla sul serio e ho sempre avuto un atteggiamento scanzonato e menefreghista, anche in Africa quando sparavo e mi facevo sparare addosso e anche in carcere quando mi sono permesso di ridere in faccia a magistrati e "parti civili"... insomma, per me la vita è sempre stata un gioco ed è ancora così... ieri mattina mi sono alzato molto prima dell'alba per andare in un allevamento a sterminare mosche, lo faccio perché mi diverto, non perché ne ho effettivamente bisogno... anche il lavoro lo considero un gioco.
    Di contro: la tua vita è stata molto differente, hai sofferto, hai lottato, hai patito la fame... la tua tristezza è consapevolezza, realismo, pragmatismo, concretezza... sei in grado di apprezzare il sapore di una fragola, la meraviglia di un tramonto o - che so - la bellezza di un fiore... io invece non sono più in grado di capire la vera bellezza, ho avuto tutto e non apprezzo nulla... o quasi.
    Credimi Mary Ann... fra noi due, quella ricca sei tu.
    Ti auguro di realizzare i tuoi sogni... te lo meriti davvero.
    Ricordi sparsi: bianchi, grigi, neri, verdiRicordi sparsi: bianchi, grigi, neri, verdiRicordi sparsi: bianchi, grigi, neri, verdi
    When history comes to you enforced by law, only one thing is certain: IT'S A LIE!
    "Amo i solitari, i diversi, quelli che non incontri mai. Quelli persi, andati, spiritati, fottuti. Quelli con l'anima in fiamme." (Charles Bukowsky)

  4. #14
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    Predefinito Re: Ricordi sparsi: bianchi, grigi, neri, verdi

    Doppio
    Originariamente Scritto da …:
    “Se trovi che ho parlato di una Lamborghini te ne regalo una”.

    https://forum.termometropolitico.it/...l#post21308108

  5. #15
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    Predefinito Re: Ricordi sparsi: bianchi, grigi, neri, verdi

    Citazione Originariamente Scritto da Triangolo nero Visualizza Messaggio
    Certo che mi piacciono i tuoi racconti, mi regalano attimi di riflessione.
    Siamo due persone profondamente diverse, io dalla vita ho avuto tutto, forse anche di più...
    Guarda, tutto sommato anch’io ho avuto parecchio.

    Dipende da punti di vista, non parlo di cose materiali o preziose.

    Mia mamma ha avuto poco, mio fratello anche.

    Citazione Originariamente Scritto da Triangolo nero Visualizza Messaggio
    per questo non prendo nulla sul serio e ho sempre avuto un atteggiamento scanzonato e menefreghista
    Io invece prendo tutto seriamente, ma proprio tutto.

    Rifletto su tutto, analizzo, cose così.

    C’è da dire che sono sostanzialmente sola, se mi dovesse servire un consiglio urgente non saprei a chi chiederlo, dovrei decidere da sola, sperando di non sbagliare.

    Citazione Originariamente Scritto da Triangolo nero Visualizza Messaggio
    anche in Africa quando sparavo e mi facevo sparare addosso e anche in carcere quando mi sono permesso di ridere in faccia a magistrati e "parti civili"...
    Ma tu sei coraggioso, io no.

    Citazione Originariamente Scritto da Triangolo nero Visualizza Messaggio
    insomma, per me la vita è sempre stata un gioco ed è ancora così... ieri mattina mi sono alzato molto prima dell'alba per andare in un allevamento a sterminare mosche, lo faccio perché mi diverto, non perché ne ho effettivamente bisogno... anche il lavoro lo considero un gioco.
    Come ti avevo già detto tempo fa, tu hai te bambino dentro dentro di te, non tutti lo l’hanno, lui è tuo più grande amico, consigliere e alleato.

    Chi l’ha eliminato ora è orfano.

    Tienilo da conto.

    Citazione Originariamente Scritto da Triangolo nero Visualizza Messaggio
    Di contro: la tua vita è stata molto differente, hai sofferto, hai lottato, hai patito la fame...
    Non ho patito la fame nel vero senso della parola, avevo poco da mangiare o sempre le solite poche cose.

    La cosa mi ha creato comunque un trauma, non so nemmeno io perché, penso sempre al cibo in un modo o in un altro.

    Mia mamma invece, è sopravvissuta a due carestie.

    Diceva che siamo ricchi, e lo eravamo davvero, perché lei non aveva nulla da mangiare, ma proprio nulla per giorni interi.

    Noi invece, pane e fagioli li avevamo sempre, anche tè e zucchero.

    Citazione Originariamente Scritto da Triangolo nero Visualizza Messaggio
    la tua tristezza è consapevolezza, realismo, pragmatismo, concretezza... sei in grado di apprezzare il sapore di una fragola, la meraviglia di un tramonto o - che so - la bellezza di un fiore... io invece non sono più in grado di capire la vera bellezza, ho avuto tutto e non apprezzo nulla... o quasi.
    Tutte queste cose nascono nel profondo, credo che tutti hanno dentro di sé un angolino segreto, dove nascono emozioni pure e semplici, a volte inesprimibili, l’amore o unione per ciò chi ti circonda.

    Io ho sempre creduto che ciò che noi vediamo, parlo di cose non visibili a tutti, sono state create solo per chi le vede.

    Hanno questo dono, ma credo che tutti possano vedere, sentire e provare emozioni grazie a queste cose non visibili, basterebbe allenare l’occhio, l’orecchio e aprire il cuore.

    Citazione Originariamente Scritto da Triangolo nero Visualizza Messaggio
    Credimi Mary Ann... fra noi due, quella ricca sei tu.
    Ti auguro di realizzare i tuoi sogni... te lo meriti davvero.
    Ricordi sparsi: bianchi, grigi, neri, verdiRicordi sparsi: bianchi, grigi, neri, verdiRicordi sparsi: bianchi, grigi, neri, verdi
    Grazie @Triangolo nero, i miei sogni sono anche sogni di tutti.

    Il più importante: vorrei che finisca la guerra prima possibile.

    La cosa mi preoccupa tantissimo.

    Per quanto riguarda i sogni personali…continuerò a sognare.
    Originariamente Scritto da …:
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    https://forum.termometropolitico.it/...l#post21308108

  6. #16
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    Predefinito Re: Ricordi sparsi: bianchi, grigi, neri, verdi

    Citazione Originariamente Scritto da mary ann Visualizza Messaggio
    Posto la mia poesia di cui ho parlato prima.


    Corridoi


    Mi sono sempre piaciuti i corridoi.

    Quelli larghi, lunghi, enormi

    come nei vecchi palazzi

    o nei ministeri, o nei conventi.

    Sembrano dei viali interni

    con grandi finestre in fondo.

    Il sole lascia impronte dei raggi

    sui pavimenti.

    Ci sono le porte al posto degli alberi;

    ogni porta è un mondo a parte.

    Dietro le porte ci sono le stanze,

    sempre diverse,

    si vedono i quadri sulle pareti,

    ci sono tavoli, sedie, tante finestre,

    piante nei angoli pieni di sole,

    la gente che va e viene…

    Tutti sono così diversi…

    Si mescolano i loro discorsi:

    chiacchiere, confidenze,

    consigli, litigi, offese, promesse -

    tutti dissolti nell'aria.

    Ognuno di loro ha sua vita, la sua storia,

    ognuno si sposta senza pensarci -

    di fretta o lentamente -

    da una stanza all'altra,

    passando per i corridoi affollati o in solitaria,

    lasciando il rumore dei tacchi sul pavimento,

    i profumi nell'aria,

    le ombre sui muri in movimento…

    Poi ognuno esce fuori.

    Ma questo non c’entra…

    E’ un'altra storia.

    Non so perché, ma mi sono sempre piaciuti i corridoi.


    Mary Ann
    Quando sento parlare di corridoi il mio primo pensiero va a quelli dei grandi alberghi di Las Vegas. Chi non ci e' stato non puo' rendersene conto di quanto possono essere lungi i corridoi di un albergo con 6,852 stanze! Mi piacciono o no, non saprei. Ma in questi ultimi tempi ci sono dei corridoi che odio: quelli degli ospedali.

  7. #17
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    Predefinito Re: Ricordi sparsi: bianchi, grigi, neri, verdi

    La casa

    La nostra casa era in pieno centro, in una tranquilla via piena di alberi a due passi dal Duomo.

    Si trovava in un vecchio palazzo di un piano solo di mattoni scuri, costruito intorno al 1870.

    Noi abitavamo al piano terra.

    Nel palazzo si entrava dalla via principale, passando per il corridoio, ma si poteva entrare anche dal cortile.

    I corridoi erano bui, non c’era la luce.

    La scala che portava al primo piano era larga e bella, era in ferro battuto e il passamano era in legno.

    Il primo piano aveva un balcone comune, anche esso in ferro battuto.

    Noi bambini, andavamo spesso lì, ma non era sicuro, era molto vecchio e forse nin è mai stato messo in sicurezza.

    Dopo pochi anni, le autorità hanno chiuso la porta del balcone.

    Per entrare nella nostra stanza si doveva passare per il corridoio comune, poi c’era un altro corridoio, poi il terzo, che era sempre comune, ma un po’ anche nostro.

    Avevamo una stanza di 16m2, le mura erano alti più di 4 metri.

    Le finestre fini e pieni di spifferi.

    Sotto la casa c’erano le cantine, un lungo corridoio pieno di cantine buie, umide e molto grandi.

    Per scendere giù si doveva avere la candela o la pila.

    Mia mamma teneva lì le patate mi pare, ma non sono sicura, ma mi ricordo che ogni tanto scendevamo lì per prendere qualcosa.

    La nostra stanza era molto buia perché la casa di fronte copriva il sole e quasi tutto il cielo, mai visto un raggio di sole in casa.

    Era molto fredda, le mura erano verdi e umidi, per scaldarsi avevamo una vecchia stufa che era un po’ rotta e non la si poteva aggiustala.

    Era troppo vecchia e non si poteva toglierla da lì, perché era l’unica fonte di calore.

    Come vicini avevamo due vecchi, la donna era un’impicciona allucinante, pettegola, tirchia, l’uomo invece non era cattivo, ma dava retta alla moglie secondo me.

    La cucina era in comune con loro e anche il corridoio.

    Il corridoio non si poteva chiudere dall’esterno, quindi lì poteva entrare chiunque, anche gli estranei e volendo potevano anche entrare in cucina e se la porta della nostra stanza fosse stata spalancata, potevano entrare anche in casa.

    C’è da dire che a quei tempi molta gente teneva le case e finestre aperte.

    La vita di tutti era davanti a tutti.

    La casa aveva pochi mobili, tutti vecchi.

    A sinistra della porta d’entrata c’era la stufa con il muro che divideva la stanza quesì per metà, dietro il muro c’era il mio letto, poi il divano dove dormiva mio fratello, poi l’armadio di due ante, dove c’erano tutti i nostri vestiti.

    Aveva diverse mensole, sulla mensola più alta c’era una rivista stesa, sotto la quale mia mamma nascondeva i soldi e le obbligazioni di Stalin che un giorno diventarono carta straccia.

    Mi ricordo che una volta noi abbiamo trovato lì cinque rubli e siccome tutti e due volevamo tenerli per guardare, abbiamo rotto la banconota.

    Ci siamo spaventati tantissimo.

    La mamma ci ha sgridati, è andata in banca di fronte e glieli cambiarono.

    Un’altra volta abbiamo portato nel cortile un pacco di obbligazioni, con i quali abbiamo giocato, coinvolgendo tutti gli amici, immaginando di essere in un negozio.

    Tutti hanno portato qualcosa da casa per “vendere”.

    Ci siamo divertiti un mondo, ma non credo che avessimo riportato tutte le obbligazioni a casa e la mamma si arrabbiò, dicendo che obbligazioni sono soldi, lei sperava di avere qualcosa, invece non ha avuto nulla, come molti altri.

    I soldi li teneva in casa, non aveva il conto in banca, perché diceva che non c’era nulla da tenere lì.

    Il conto l’avevo aperto io a 13 o a 14 anni, ma questa è un’altra storia.

    Dopo l’armadio c’era la mia scrivania, messa contro il muro, di modo che la poca luce che c’era cadesse da sinistra, poi c’era il comò, il letto di mia mamma e un mobile da cucina e un lavamani in legno e ghisa con una tazza di ferro smaltato.

    Avevamo poche cose, solo quelli indispensabili.

    In cucina avevamo un tavolo e due fornelli, un’enorme bombola di gas, che pagavamo a turno con i vicini, costava 3 rubli a mese.

    Non avevamo frigorifero né forno.

    C’era anche una stufa, ma nessuno l’ha mai accesa, la cucina era sempre freddissima.

    Lì ci tenevamo una vasca di zinco, nella quale mia mamma ci lavava ogni sabato e si lavava anche lei.

    C’era anche un grande pentolone, anche esso di zinco, era veramente enorme, che usavamo per bollire le lenzuola e per scaldare l’acqua per lavarsi.

    Fare bagno era un’impresa, perché serviva troppa acqua per lavaggio e per il risciacquo e tutta l’acqua dovevamo portarla dal di fuori, c’era una pompa comunale.

    Nel giorno del bagno la stanza era piena di secchi di acqua.

    Quando in inverno la pompa si congelava la mamma usava la neve fresca.

    Il profumo della neve era lieve, ma fantastico, era profumo di freddo, non so descriverlo.

    Anche le lenzuola stese ad asciugarsi nel freddo avevano un odore buonissimo.

    La mamma le riportava a casa e metteva su una sedia vicino alla stufa o sul filo.

    Il caldo e il freddo si incontravano e si univano creando un profumo meraviglioso, le lenzuola scricchiolavano, scongelandosi, anche le legna nella stufa scricchiolavano, ho molta nostalgia di questi momenti.

    La stufa mi piaceva un sacco, il fuoco amico dà calore e allegria.

    La porta di casa era molto robusta, aveva un lucchetto molto pesante, fatto a mano forse cento anni prima, anche la chiave era molto lunga e molto strana.

    Quando ci siamo trasferiti l:abbiamo lascata ai futuri inquilini, ma loro quasi subito cambiarono la serratura e buttarono via il lucchetto.

    Ci è dispiaciuto tantissimo.

    Quando la mamma usciva ci chiudeva in casa da fuori, ma noi uscivamo dalla finestra.

    Una volta si arrabbiò moltissimo perché non trovandoci in casa, andò a cercarci dappertutto.

    Noi eravamo a casa di un amico di mio fratello, che ci ha invitati a guardare i cartoni animati e non, ovviamente, non potevano dirgli di no: non avevamo la tv e se qualcuno ci invitava a guardarla eravamo contenti.

    Noi siamo cresciuti fuori, nel cortile di casa e intorno.

    La vita dei bimbi era molto interessante, giravamo intorno, ci arrampicavamo sugli alberi, cercavamo i tesori, una volta in un terreno antico ho trovato una moneta molto vecchia con un cavagliere.

    Molto pesante e molto scura.

    Andavamo a guardare i cani, due bellissimi San Bernardo, Ralf e Jerry.

    Andavamo curiosare nei cortili degli altri, rimasti intatti per decenni.

    Ci facevamo sempre nuovi amici e li invitavamo a venirci a trovare.

    Sopra di noi abitava una famiglia di quattro persone, marito, moglie e due figli, o forse i figli erano tre, ma mi sembra due.

    La donna era originaria della Bashkiria, era sottomessa al marito che era originario del posto.

    Lui beveva tanto e poi dormiva sul pavimento e faceva la pipì sotto che poi gocciolava sul soffitto e mia mamma doveva mettere un secchio.

    Avevamo sempre tanti secchi in casa: per l’acqua fredda, acqua calda, per riempire il lavamani, per i bisogni, per emergenza.

    Il cortile era abbastanza grande, circondato da tante altre case, alcune basse, costruire i epoche diverse e senza alcun criterio.

    Nel mezzo del cortile c’erano i locali di legno, tutti molto fatiscenti, pieni di buchi, dove la gente teneva le loro cose, la legna, il carbone, attrezzi per l’orto, vecchie valigie.

    Accanto c’erano i bagni, tre bagni alla turca, molto vecchi, pericolosi, sporchi, dal buco si vedeva tutto.

    Ogni tot di tempo arrivava un camioncino per tirare su tutto il contenuto, lascando le tracce del “lavoro” dappertutto e c’era una pizza incredibile per giorni.

    C’era anche una specie di discarica, orrenda, tutto l’umido era ben visibile a tutti.

    Non molto lontano c’era una panchina e una tavolo, dove noi giocavamo a carte o a scacchi o semplicemente parlavamo.

    Tutti le case erano malmesse, bruttine, gli inquilini cercavano di renderle più belle, più allegre, più calde.

    Ogni casa aveva un proprio profumo, in alcune c’era l’odore di cibo, in altre di chiuso, in altre ancora di naftalina, in altre ancora di legna o di fumo.

    Ogni inquilino sperava di ricevere una casa migliore, i bambini parlavano spesso cosa farebbero se avessero una casa nuova.

    Quando qualcuno andava via lo diceva con gioia, cominciava a portare via le valigie piene di roba, i mobili, noi eravamo fuori a guardare il trasloco e credo che ognuno di noi pensava la stessa cosa: “E noi, quando?”

    Provavo un sentimento strano, una specie di gioia, invidia e di tristezza, perché ero contenta che qualcuno finalmente ha realizzato il proprio sogno, ma quel qualcuno non eravamo noi, ed ero triste.

    Ero anche triste perché perdevo un amico/a, coi cui ho passato anni a giocare e forse, non l’avrei mai più rivisto.

    Abbiamo passato quasi 10 anni lì, una vita, se si parla di bambini.

    Nel 1977 abbiamo avuto la casa anche noi, ma molto lontano dal centro, era un appartamento di 42 metri al terzo piano di un condominio di 99 appartamenti.

    28 aprile 1977 ci siamo trasferiti, ma ci è voluto tanto tempo perché ci abituassimo alla nostra nuova sistemazione.

    Mi ricordo che la nostalgia era così tanta che spesso prendevamo il filobus e facevamo una lunga camminata per tornare a casa “nostra”, per vedere gli amici, cortile, i posti cari.
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  8. #18
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    Predefinito Re: Ricordi sparsi: bianchi, grigi, neri, verdi

    E' una bella descrizione che non faccio fatica a credere,

    negli anni 80 prima della caduta del muro visitai Budapest, Praga, diverse città della Germania est, ovunque questa povertà, questo vecchiume, i camini che emanavano un'odore forte di fumo, i negozi semivuoti, le lunghe code, la gente disillusa e arrabbiata, le spie nei bar e un po' dappertutto, i soldati russi

    Mi domando questa città ucraina che dici ha 300.000 abitanti (forse Kherson?) adesso magari è stata pure bombardata, chissà che fine ha fatto

    E pensare che i miei che stavano bene economicamente hanno sempre fatto delle enormi economie e ogni volta che si andava a far spesa era un imprecazione sui prezzi cari e i commercianti ladri...chi aveva le possibilità non le sfruttava, che non le aveva soffriva in questo modo, tirchi fino all'estremo...la paura di tornare a essere poveri come quando erano piccoli li ha bloccati

    I miei ricordi grigi sono quelli, avere i mezzi ma avere sempre paura di spendere fare sempre attenzione a tutto come se domani dovesse arrivare una terribile carestia...

    come reazione a loro io invece spendevo senza fare troppa attenzione fino a quando mi sono sposato e anche oggi mi piace comprare cibo e attrezzi della casa di buona qualità

    I sono calmati quando sono andati in pensione

  9. #19
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    Predefinito Re: Ricordi sparsi: bianchi, grigi, neri, verdi

    In italia ne ho conosciuti tanti, gente che ha ottime situazioni ma non scuce una lira neanche a morire, mai una vacanza, lavorano magari nei loro campi e spendono pochissimo e quando spendono si lamentano della vita cara, poi hanno 1 milione di euro sotto il materasso

  10. #20
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    Predefinito Re: Ricordi sparsi: bianchi, grigi, neri, verdi

    Citazione Originariamente Scritto da FrancoAntonio Visualizza Messaggio
    E' una bella descrizione che non faccio fatica a credere,

    negli anni 80 prima della caduta del muro visitai Budapest, Praga, diverse città della Germania est, ovunque questa povertà, questo vecchiume, i camini che emanavano un'odore forte di fumo, i negozi semivuoti, le lunghe code, la gente disillusa e arrabbiata, le spie nei bar e un po' dappertutto, i soldati russi

    Mi domando questa città ucraina che dici ha 300.000 abitanti (forse Kherson?) adesso magari è stata pure bombardata, chissà che fine ha fatto
    No, è un’altra città. Sì, ho letto che è stata bombardata.

    Citazione Originariamente Scritto da FrancoAntonio Visualizza Messaggio
    E pensare che i miei che stavano bene economicamente hanno sempre fatto delle enormi economie e ogni volta che si andava a far spesa era un imprecazione sui prezzi cari e i commercianti ladri...chi aveva le possibilità non le sfruttava, che non le aveva soffriva in questo modo, tirchi fino all'estremo...
    Non riesco a capire la gente ricca, loro, probabilmente, non riescono a capire me.

    Ogni volta che una persona benestante mi dice perché non vado in vacanza non so cosa risponderle in modo educato.

    Citazione Originariamente Scritto da FrancoAntonio Visualizza Messaggio
    la paura di tornare a essere poveri come quando erano piccoli li ha bloccati
    La paura è una brutta cosa, questo vale per tutti.

    Citazione Originariamente Scritto da FrancoAntonio Visualizza Messaggio
    I miei ricordi grigi sono quelli, avere i mezzi ma avere sempre paura di spendere fare sempre attenzione a tutto come se domani dovesse arrivare una terribile carestia...
    Comunque, anche tu hai preso qualcosa da loro, parli spesso di risparmi: cibo, spesa, vacanze, ristorante, albergo, vestiti.

    Citazione Originariamente Scritto da FrancoAntonio Visualizza Messaggio
    I sono calmati quando sono andati in pensione
    Ora non risparmiano più?
    Originariamente Scritto da …:
    “Se trovi che ho parlato di una Lamborghini te ne regalo una”.

    https://forum.termometropolitico.it/...l#post21308108

 

 
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