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  1. #41
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    Predefinito Re: Ricordi sparsi: bianchi, grigi, neri, verdi

    Mense

    Adoravo le mense, le amavo con tutto il mio cuore.

    Prima di tutto amavo i profumi di cibo buono, erano così invitanti, mi davano una gioia immensa.

    Il profumo intenso di cibo mi “diceva” che tutto va bene, che ogni cosa può essere cambiata, che nulla è perso, che il mondo va avanti.

    A casa nostra c’era poco cibo e spesso sempre lo stesso, invece nelle mense c’era di tutto.

    Pranzare in mensa costava meno che fare il pranzo, però si doveva stare attenti a non spendere troppo.

    Non stavamo attenti e andavamo a mangiare in mensa.

    Nella nostra via c’erano due mense e un ristorante.

    I profumi più gustosi erano vicono al ristorante, una cosa spaziale.

    Andavamo lì anche solo per sentire i profumi celestiali e a volte anche per sbirciare la gente.

    Erano vestiti di festa, gli uomini erano in giacca e cravatta, tutti galanti e premurosi, le donne belle e allegre, alcune avevano vestiti lunghi.

    Alcuni fumavano e tutti bevevano lo champagne.

    Molti erano disinteressati al cibo, lasciavano portar via i piatti con bistecche e torte.

    Non capivo come si possa fare una casa del genere.

    In quel ristorante sono stata una volta sola, ma questa è un’altra storia.

    Il profumo del cibo mi donava buon umore, mi rendeva allegra, mi metteva in attesa di qualcosa di bello, di memorabile.

    Credo che mi collegava a un qualcosa che “sapeva” di felicità.

    La prima mensa era praticamente di fronte alla casa.

    Spesso c’era la fila, ma noi eravamo pazienti.

    Durante l’attesa pensavamo ai piatti che avremmo mangiato.

    Io di solito prendevo una minestra, patate, riso o maccheroni con tanto sugo, chiedevo la doppia porzione di sugo.

    Lo chiedevo molto gentilmente e spesso ottenevo anche la tripla porzione di sugo.

    Ero contenta, il sugo di carne era così buono.

    Aveva color marroncino chiaro, era denso e aveva tanti cerchi di grasso sulla superficie, super appetitosi.

    Poi quel sugo lo mescolavo con la pasta e così nasceva la favola.

    Il sugo era gratis.

    Prendevo anche un bicchiere di kompot di mele secche.

    Era buono, ma era troppo dolce, ma ovviamente “il troppo dolce” non mi ha mai fermato.

    La carne la prendevamo di rado, costava troppo.

    Ogni tanto prendevamo pesce, costava meno di carne.

    Prendevo un’insalata di cappuccio, mi piaceva tanto, era tagliata finissima ed era così ben condita con sale, aceto e olio.

    Prendevo sempre due fette di pane per raccogliere il sugo e per saziarmi di più.

    Per anni ho avuto questa abitudine di mangiare tutto con il pane, anche la pasta o il riso.

    La seconda mensa era un po’ lontana, era un po’ più costosa ed era anche più frequentata della prima.

    Aveva il pregio di aver cibi dietetici, per questo la gente ci andava lì.

    Bastava dire il numero della dieta ( Tavolo №…) e ti davano solo pietanze adatte.

    Facevano delle zuppe eccezionali, dense e profumate, anche il gulasch era stra buono.

    Mi ricordo che dopo averlo assaggiato lo volevo sempre, ma potevo prenderlo perché costava come un pranzo intero.

    Accanto alla seconda mensa c’era una bella pasticceria, dove vendevano dolci squisiti.

    Che bontà. Mi ricordo che a volte dopo la mensa la mamma ci comprava un dolcetto.

    Aspettavamo questo momento con gioia.

    Certi bambini si accontentano di poco, noi eravamo quei bambini.

    Quando ho assaggiato per la prima volta Zefir al cioccolato e la torta Karpaty, mi sono catapultata nel Paradiso dei Sensi.

    Ho camminato nella Allea dei Sapori.

    Mentre scrivo, ogni tanto chiudo gli occhi per rivivere da vicino quei dolci ricordi.

    A vote mangiavamo in una caffetteria in pieno centro, dove mia mamma ha lavorato per qualche anno, faceva la lavapiatti, un lavoro difficile e molto faticoso, lavava centinaia di piatti, bicchieri, tazzine, posate, coppette al giorno, tutto a mano, tutto con l’acqua quasi bollette e tutta l’acqua sporca doveva portarla via lei cin i secchi.

    Tornava a casa con le mani rosse e gonfie.

    Non so come abbia fatto.

    Sono stata nella cucina più volte, era un posto lugubre, buio, brutto, totalmente inospitale, con due lavabi pieni di piatti e posate.

    Aveva una lampadina pallida, una piccola finestra sporca di polvere secolare.

    La porta esterna era sempre aperta, perché non era possibile aprirla ogni volta con due secchi pieni di acqua in mano.

    Le condizioni di lavoro erano tremende.

    In quella caffetteria noi mangiavamo i würstel.

    Buonissimi, stra gustosi.

    Li servivano bollenti, accompagnati da un morbido panino, ketchup e senape.

    Noi prendevamo anche il succo di pomodoro, un connubio fantastico tra il caldo e il freddo, tra il giusto morbido di würstel caldo, ciccio e succoso e il succo di pomodoro leggermente aspro e fresco.

    Al primo morso il würstel faceva un simpatico kroc.

    Per anni ho amato i würstel con senape e succo di pompelmo, quel kroc allegro, quei cibo stupendo.

    Ogni tanto la sera andavano dalla mamma.

    La signora che vendeva gelato si chiamava Frida, era un nome insolito.

    Aveva fatto qualche anno di galera per aver fregato i clienti pensando male i gelati.

    Ma con noi era gentile.

    Ogni tanto ci offriva un gelato.

    Mi ricordo ancora quella bella coppetta di acciaio opaco che anni fa era lucido con due palline di gelato alla panna con una generosa spolverata di cacao.

    Aspettavo che il gelato iniziasse a sciogliersi e solo dopo cominciavo a mangiarlo, mi piaceva il gelato leggermente morbido, che non lotta con il cucchiaino.

    Che bei momenti.

    La mensa più chic, diciamo così, era molto lontana dalla casa, ci andavamo solo ogni tanto e solo di domenica.

    Facevano polpette stupende e anche le bistecche impanate erano buone.

    Povera mia mammina, lei voleva mangiare la carne, ma non voleva spendere e ogni volta che decideva di prenderla si giustificava a voce: - “Penso di prendere una polpetta ( bistecca, gulasch ecc), perché lavoro sodo, devo avere le forze”.

    Noi le dicevamo di prendere la carne, ma noi non capivamo nulla delle spese, delle sue preoccupazioni quotidiane e dei suoi problemi esistenziali.

    Quella mensa si trovava in una bellissima zona, molto tranquilla, lì c’erano alcuni dei condomini degli anni ‘40 e ‘50, li guardavamo curiosi, erano così maestosi e particolari, avevano cupolette e terrazze sui tetti.

    Ogni volta che li guardavo, pienavo di come sarebbe bello entrarci lì per vedere come voce quella gente felice.

    Non avevo dubbi che loro fossero assolutamente felici.

    Il pranzo in mensa non costava tanto se prendevi solo il promo, contorno, pane e kompot, forse 30, 40 kopejki.

    Se prendevi anche la carne e un dolcetto costava circa un rublo per persona, mia mamma prendeva circa 2.50 -3 rubli al giorno.

    Questo mio ricordo delle mense è ancora così forte, provo un’immensa dolcezza.

    Erano momenti belli e spensierati.

    Ricordo ancora molti profumi, tutti così meravigliosi, i profumi così non esistono più.
    Originariamente Scritto da …:
    “Se trovi che ho parlato di una Lamborghini te ne regalo una”.

    https://forum.termometropolitico.it/...l#post21308108

  2. #42
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    Predefinito Re: Ricordi sparsi: bianchi, grigi, neri, verdi

    Ho trovato due errori, il primo per mia svista, il secondo l’ha fatto il mio computer e io non mi sono accorta.

    “ma potevo prenderlo perché costava come un pranzo intero.”

    Edit: non potevo.

    “Per anni ho amato i würstel con senape e succo di pompelmo, quel kroc allegro, quei cibo stupendo.”

    Edit: succo di pomodoro.
    Originariamente Scritto da …:
    “Se trovi che ho parlato di una Lamborghini te ne regalo una”.

    https://forum.termometropolitico.it/...l#post21308108

  3. #43
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    Predefinito Re: Ricordi sparsi: bianchi, grigi, neri, verdi

    Bellissimi questi racconti di vita autentica.
    Grazie per condividerli con noi.
    @mary ann

  4. #44
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    Predefinito Re: Ricordi sparsi: bianchi, grigi, neri, verdi

    Citazione Originariamente Scritto da Antony The Tripe Visualizza Messaggio
    Bellissimi questi racconti di vita autentica.
    Grazie per condividerli con noi.
    @mary ann
    Grazie anche a te, @Antony The Tripe, per averli letti e per per averli (ri)vissuti insieme a me.
    Originariamente Scritto da …:
    “Se trovi che ho parlato di una Lamborghini te ne regalo una”.

    https://forum.termometropolitico.it/...l#post21308108

  5. #45
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    Predefinito Re: Ricordi sparsi: bianchi, grigi, neri, verdi

    Ristorante

    All’inizio della via dove abitavamo c’era un bell’albergo, al piano terra c’era un ristorante.

    Dico “un bell’albergo” perché quella volta mi sembrava bellissimo, perché facevo sempre il confronto con il palazzo dove abitavamo.

    Ma era/è davvero bello, è stato costruito negli anni ‘50 credo, tutti i palazzi costruiti in quegli anni erano/sono belli.

    Io amavo moltissimo la mia via: silenziosa, piena di tigli, così tranquilla e serena, nonostante si trovasse in pieno centro.

    Avevo forse cinque anni o cinque e mezzo, non mi ricordo di preciso.

    Era arrivato mio padre a trovarci, lo vidi per la prima volta a quell’età.

    Sicuramente l’avevo visto anche prima, ma non me lo ricordavo.

    Era venuto per fare pace.

    I miei genitori erano già divorziati da anni.

    Lui è arrivato con queste parole “Non ho trovato nessuna come te”, così mi raccontò la mamma.

    Ci ha invitati a cena al ristorante.

    Per me fu un evento mega galattico, nessuno di noi non è mai stato in un ristorante.

    Non mi ricordo molto bene le preparazioni, so che la mamma aveva messo un bellissimo vestito di seta, abbastanza datato, da quando era ancora giovane.

    Ha comprato la stoffa con i primi guadagni e poi la sarta le fece quel vestito bellissimo.

    Mi ricordo che era molto bello, in crepe di seta molto fine color rosa antico con dei fiorellini.

    Mi piaceva toccare quella stoffa ruvida e leggerissima.

    Può sembrare strano, ma ho pochi ricordi di quella cena.

    La sala era piena di luci, c’era tanta gente.

    C’era un profumo buonissimo di cibo.

    Mi ricordo alcune donne con i vestiti lunghi e pettinature da festa.

    Mi ricordo che c’era tanto cibo nei piatti: bistecche, patate e piselli.

    Mi ricordo il rumore di bicchieri e di posate, un rumore leggero, ma persistente.

    Ho provato a chiudere gli occhi e rivivere quel momento.

    Sì, ho sentito i profumi, rumori, ho rivisto le stesse cose, ho visto me seduta a tavola, mia mamma, mio padre di fronte a lei.

    La gente lasciava il cibo nei piatti e le cameriere li portavano via.

    Rimasi così stupita di quella cosa.

    Mio padre faceva il simpatico, mia mamma taceva.

    Non mi ricordo cosa faceva mio fratello.

    Abbiamo mangiato bistecche impanate e purè di patate.

    Credo che ci hanno portato pure la torta, ma non sono sicura.

    Però ricordo una fetta di torta sul piatto bianco.

    Mio padre si è ubriacato, rideva sempre di più, parlava sempre di più.

    Siamo tornati a casa e lui ha cominciato a fare lo stupido.

    Però mio fratello si divertiva, credo che a lui sarebbe andato bene qualunque padre, anche uno che beve.

    Lui soffriva tantissimo per la mancanza di un padre, io no.

    Ho capito solo da grande quanto la figura paterna mi mancasse.

    Avere un padre è molto importante in qualunque età.

    Anche adesso.

    Se una persona per bene ( un uomo) mi volesse adottare, sarei d’accordo.

    Mio padre gattonava e portava mio fratello sulla schiena e lui rideva.

    Ho questo ricordo: mio padre che gattona, mio fratello sta sulla sua schiena e ride divertito, io sto in piedi e li guardo, mentre mia mamma sta seduta sul letto e osserva la scena.

    Credo che anche la stufa a legna fosse accesa.

    Mio padre mi regalò un po’ di soldi, non mi ricordo esattamente la cifra, sono andata a metterli nel mio salvadanaio - una scatolina rotonda di cartone che tenevo sotto il materasso.

    La scatola cadde, iniziai a raccogliere gli spiccioli, lui lo vide e riversò dentro tutti gli spiccioli che aveva nei portafogli.

    Mia mamma non ha voluto tornare con mio padre.

    Ha detto che certa gente non cambierà mai, non si può vivere con uno che ama la vodka più di altre cose.

    Ha fatto bene, ovviamente, ma credo che mio fratello rimase molto deluso.

    Quel bel vestito di seta in cui la mamma andò al ristorante lei lo vendette al mercato un anno o due dopo.

    Ha perso lavoro, si è ammalata di depressione.

    Non avevamo né soldi né cibo.

    Eravamo soli al mondo.

    Ha dovuto vendere tutto ciò che aveva.

    Non è che avesse molto, ma quel che aveva l’ha venduto, a parte cose affettive.

    Ma questa è un’altra storia.
    Originariamente Scritto da …:
    “Se trovi che ho parlato di una Lamborghini te ne regalo una”.

    https://forum.termometropolitico.it/...l#post21308108

  6. #46
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    Predefinito Re: Ricordi sparsi: bianchi, grigi, neri, verdi

    Ragazzi, vi chiedo una cosa.

    C’è qualche possibilità che possa pubblicare i miei racconti da qualche parte?

    Magari in un giornale, tipo un racconto alla settimana.

    Non sono esperta di queste cose, non so come funzionano.

    Ma so che la gente pubblica ciò che scrive.
    Originariamente Scritto da …:
    “Se trovi che ho parlato di una Lamborghini te ne regalo una”.

    https://forum.termometropolitico.it/...l#post21308108

  7. #47
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    Predefinito Re: Ricordi sparsi: bianchi, grigi, neri, verdi

    Citazione Originariamente Scritto da mary ann Visualizza Messaggio
    Ragazzi, vi chiedo una cosa.

    C’è qualche possibilità che possa pubblicare i miei racconti da qualche parte?

    Magari in un giornale, tipo un racconto alla settimana.

    Non sono esperta di queste cose, non so come funzionano.

    Ma so che la gente pubblica ciò che scrive.
    https://blog.moneyfarm.com/it/finanz...%20piattaforma.

  8. #48
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    Predefinito Re: Ricordi sparsi: bianchi, grigi, neri, verdi

    Citazione Originariamente Scritto da Antony The Tripe Visualizza Messaggio
    Forse mi sono espressa male.

    Io non voglio pubblicare un libro a mie spese, io vorrei pubblicare i miei racconti e guadagnare soldi.
    Originariamente Scritto da …:
    “Se trovi che ho parlato di una Lamborghini te ne regalo una”.

    https://forum.termometropolitico.it/...l#post21308108

  9. #49
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    Predefinito Re: Ricordi sparsi: bianchi, grigi, neri, verdi



    Ieri mi capitata tra le mani la medaglia di mia mamma.

    Mi ricordo il giorno quando lei l’aveva portata a casa.

    Si è seduta sulla sedia, l’ha messa sul tavolo e mi ha detto che per lavoro pesantissimo che faceva, ma sopratutto per come lo faceva, avrebbe meritato il titolo dell‘Eroina del Lavoro, non una medaglia di veterano.

    Era così triste. Ha lavorato per quasi 60 anni tra casa, orto, zuccherificio, fabbriche, ghiaccio da rompere, ristrutturazione edifici ad altezze impossibili, giardiniera.

    Povera mia mamma.

    Ogni volta è la stessa cosa: mi sento così in colpa per non essermi riuscita a cambiare la sua vita in meglio.

    Non hai mai avuto gioie nella vita, mai stata serena.
    Originariamente Scritto da …:
    “Se trovi che ho parlato di una Lamborghini te ne regalo una”.

    https://forum.termometropolitico.it/...l#post21308108

 

 
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