"Vai coraggiosamente a compiere il tuo dovere militare. E ricorda che se muori per il tuo Paese, sarai con Dio nel suo regno, gloria e vita eterna":Ma cos'altro dovremmo aspettarci da questi due appartenenti all'ex kgb? La benedizione di dio sulle guerre viene invocata con l'aiuto dei servi del potere politico, ovvero i religiosi? Ad entrambi i poteri conviene, per opposti ma complementari motivi. Del resto i crimini commessi da molti regni o governi cattolici o di altre chiese cristiane nel corso dei secoli, non hanno sempre trovato una opportuna collaborazione fra potere secolare e potere religioso? L'importante è mantenere il dominio sull'uomo, E quale modo migliore quello di punire con l'inferno o compensare con il paradiso (e magari, come gli islamici, con tot numero di vergini), la fedeltà (o l'infedeltà) alla propria religione? O, meglio, al suo aspetto più degenerato?
il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill esorta così gli uomini della Federazione alla mobilitazione lanciata dal presidente Vladimir Putin, invitando i fedeli a "non avere paura della morte".
Lo riporta in un tweet il media indipendente bielorusso Nexta.
Il Cremlino intanto ha ammesso per bocca del suo portavoce, Dmitry Peskov, che tra la popolazione russa c'è stata "una reazione isterica" alla dichiarazione della mobilitazione parziale del presidente Vladimir Putin, che ha dato origine a una ridda di voci su quanti e quali cittadini potranno essere richiamati alle armi. Secondo Peskov, "si poteva in qualche modo capire la reazione isterica ed estremamente emotiva delle prime ore dopo l'annuncio, o anche nella prima giornata, perché vi era una certa mancanza di informazione, ma già dalla giornata di ieri sono state attivate tutte le linee di informazione" necessarie. Lo riferisce la Tass.
L'organizzazione non governativa Guide to the Free World che aiuta i russi che si oppongono alla guerra a lasciare il Paese, stima che sarebbero circa 70mila gli uomini fuggiti dalla Russia o che stanno escogitando un piano di fuga.
Il principale oppositore di Putin, Alexey Navalny, detenuto in Russia per motivi politici, è stato mandato in cella di punizione per 12 giorni dopo aver condannato la mobilitazione ordinata dal Cremlino per il conflitto in Ucraina durante un'udienza in tribunale. Lo ha dichiarato la portavoce del dissidente, Kira Yarmish, ripresa da Novaya Gazeta Europa, precisando che i funzionari del centro detentivo hanno detto a Navalny che viene mandato di nuovo in cella di punizione per "aver parlato di mobilitazione nell'ultimo processo". Yarmish ha rimarcato che Navalny aveva appena terminato un periodo di 15 giorni in cella di punizione.
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