Bellissimo post, @Kaouthia, frutto di attente osservazioni e di esperienze personali.
Lavorare troppo non ha senso, specialmente per chi è già arrivato dove voleva arrivare.
Mia mamma ha lavorato tantissimo, ha cominciato a 4 anni, ha sempre fatto lavori usuranti e pesantissimi, a 50 anni ne anni dimostrava 70.
Aveva pelle bellissima, ma tanti solchi sul viso, stanchezza e tristezza eterna.
Non aveva altra scelta: era sola con due figli piccoli e lo stato praticamente assente.
Chi corre per tutta vita solo per poter sfamare i figli e per coprirsi le nudità perde tutto.
7 anni fa mio marito ha avito un infarto: troppo lavoro, anche 12 ore al giorno, spesso anche di sabato, a volte anche di domenica, troppi piaceri ai titolari ingrati innamorati del profitto, troppa strada da fare, ambiente poco sano.
Il risultato?
Adesso a 61 anni nessun titolare lo vuole perché è cardiopatico e non può più correre, fare 10-12 ore, turni di notte e così via.
I titolari l’hanno fregato per bene, loro sono benestanti, anche grazie al suo lavoro - sottopagato -, abitano qui o all’estero, mentre lui è qui con 5 pastiglie al giorno e con la naspi di 800 euro che cala ogni mese del 3%.
Si è sacrificato per cosa?
Per il lavoro e per far arricchire gli altri.
Ci sono alcuni utenti che mi criticano perché non sono diventata ricca o benestante.
Io veramente non so nemmeno cosa risponderli.
Come faceva una ragazza di 23 anni nata in URSS a capire come funziona il mondo capitalistico e a sfruttarlo a suo favore senza conoscenze, studi appropriati, soldi, aiuto esterno?