Uno spazio pubblicitario regolarmente acquistato, in una delle vie più frequentate della cittadina toscana. Un'iniziativa promossa dall'Associazione Pro Vita & Famiglia per veicolare un messaggio chiaro: "Basta confondere l’identità sessuale dei bambini. Stop gender". Poche parole che sono però bastate a far passare in secondo piano la regolarità dell'operazione (perlomeno sul piano burocratico e dei permessi richiesti) con l'amministrazione comunale di centrosinistra già insorta per rimuovere il manifesto.
Si tratta di un manifesto affisso a norma di legge, pagando i tributi comunali previsti come avviene in questi casi. Ma che ha creato comunque una vera e proprio bufera di carattere ideologico, ben presto capace di travalicare i confini pisani: l'assessore regionale alle politiche di genere del Pd Alessandra Nardini ha definito il cartellone "Vergognoso".
Una visione che Donatella Isca, referente locale e regionale per la Toscana di Pro Vita & Famiglia Onlus, ha tuttavia smentito. Contrattaccando a sua volta ed accusando apertamente di censura il Comune di Pontedera. «A Pontedera la libertà di pensiero ed espressione è ormai un lontano ricordo. La nostra campagna di affissioni stradali per tutelare i bambini dall’indottrinamento gender vuole, infatti, essere censurata dal sindaco Matteo Franconi e dall’assessore Carla Cocilova, che chiamano in causa una legge non solo inapplicabile ma che soprattutto non ha nulla a che fare con i nostri manifesti - la sua replica, affidata ad un lungo comunicato- nelle affissioni, infatti, non c’è nessun tipo di messaggio né violento, né discriminatorio, né stereotipato o offensivo, né sessista.
La nostra campagna vuole solo difendere i bambini da argomenti inadatti ai più piccoli e tutelare il diritto dei genitori ad avere piena libertà educativa per i propri figli, respingendo così ogni ideologia gender dalle scuole. Inoltre, la norma chiamata in causa da chi ci vuole tappare la bocca è inserita nel Codice della strada nel 2020, ma è attualmente inapplicabile poiché mancano i decreti attuativi ministeriali previsti dalla stessa e mai emanati. L’unica cosa di illegale e vergognosa è la censura nei nostri confronti. Non ci faremo fermare ma proseguiremo, come sta avvenendo in tutta Italia con webinar informativi per genitori e una petizione popolare che ha raccolto oltre 28mila firme per chiedere che il Ministro dell’Istruzione del nuovo governo difenda proprio la libertà educativa».
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Ottimo, avanti così