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    ascpe' mo' vengo!
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    Predefinito Idrogeno verde dall'acqua del mare: un progetto italiano

    Idrogeno verde dall'acqua di mare: quali sviluppi?

    Idrogeno verde dall'acqua del mare: un progetto italiano


    Un esempio concreto di produzione di idrogeno sostenibile dall’acqua del mare è il progetto AGNES, acronimo di Adriatic Green Network of Energy Resources. Nata nel 2020 dalla società di scopo AGNES e da QINT’X, azienda italiana specializzata nel settore delle energie rinnovabili, l’iniziativa mira alla realizzazione del primo hub del Paese per la produzione di idrogeno verde attraverso l’energia rinnovabile al largo delle coste di Ravenna, nel Mar Adriatico. Tra i partner anche Saipem, che contribuirà grazie alla propria esperienza in ambito offshore.

    L’ambizioso progetto ha l’obiettivo di realizzare il primo distretto energetico verde dove eolico offshore e solare galleggiante produrranno congiuntamente energia elettrica in grado di generare idrogeno puro tramite l’elettrolisi.
    Nello specifico, saranno previste due piattaforme differenti, denominate Romagna 1 e Romagna 2, rispettivamente dislocate a 10 e 12 miglia dalla costa romagnola, con l’installazione di 56 turbine. Si stima che l’intero sistema possa produrre energia rinnovabile pari a 620 MW. In riferimento alla produzione di idrogeno si prevede la possibilità di installazione di elettrolizzatori per 5 MW di capacità sulla piattaforma Romagna 1 e di altri 100 MW direttamente nell’area portuale grazie all’alimentazione dell’energia rinnovabile prodotta offshore. Con questi presupposti AGNES punta a generare circa 4.000 tonnellate di H2 verde all’anno, uno dei quantitativi più elevati di idrogeno prodotto direttamente dal mare.


    30 marzo 2022
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  2. #2
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    Predefinito Re: Idrogeno verde dall'acqua del mare: un progetto italiano

    Pnrr, dal Piemonte alla Puglia: ecco dove l’Italia investirà nell’idrogeno

    Nel pacchetto dei primi protocolli di intesa sui «progetti bandiera» che il Governo ha sottoscritto con Piemonte, Friuli-Venezia-Giulia, Umbria, Basilicata e Puglia che punta a realizzare siti di produzione di idrogeno verde in aree industriali dismesse

    11 giugno 2022

    Un sorta di indotto dell’energia rinnovabile, con una focalizzazione sull’idrogeno, capace di rilanciare la crescita dell’economia, rallentata dal conflitto in Ucraina, e mettere nel mirino gli obiettivi green, sulla base di un percorso di transizione ecologica.

    Nel pacchetto dei primi protocolli di intesa sui «progetti bandiera» che il Governo ha sottoscritto a Palazzo Chigi con sei regioni apripista (Liguria, Piemonte, Friuli-Venezia-Giulia, Umbria, Basilicata e Puglia) nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza c’è quello che chiama in causa cinque amministrazioni su sei ( Piemonte, Friuli-Venezia-Giulia, Umbria, Basilicata e Puglia), e le orienta a realizzare siti di produzione di idrogeno verde in aree industriali dismesse. La Liguria punta invece sul Centro di medicina computazionale e tecnologica, l’unico progetto bandiera in sanità. Questi primi 6 progetti sono comunque solo l’inizio: l’obiettivo nell’arco di qualche mese - ha spiegato la ministra degli affari regionali Gelmini - è avviarli in tutte le regioni italiane.

    Cingolani, strategia guarda al futuro, in linea con migliori Paesi Ue

    Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani ha messo in evidenza che questi progetti ci mettono «in linea con i migliori Paesi d'Europa, in un settore che è strategico per il futuro». Secondo il presidente del Consiglio Mario Draghi il progetto delle regioni Piemonte, Friuli-Venezia-Giulia, Umbria, Basilicata e Puglia «punta a realizzare siti. di produzione di idrogeno verde in aree industriali dismesse. Contribuisce a stimolare la crescita, a creare occupazione. Ci avvicina ai nostri obiettivi energetici e climatici, che il Governo è determinato a mantenere e anzi a perseguire con sempre maggiore convinzione».«Saranno costruiti - ha spiegato Cingolani - distretti per idrogeno verde, che è prodotto con la tecnica dell’idrolisi che dovrebbe essere alimentata a sola energia elettrica verde». Ci sono «due target, un primo a scadenza nel ’23 poi seguita da uno a più lungo termine a giugno 26». Il primo passo sarà «identificare le zone industriali dismesse in cui costruire», i distretti per l’idrogeno che dovranno «produrre meno di 3 tonnellate di anidride carbonica per tonnellata di gas» e arrivare «nel ’26 tra 1 e 5 megawatt di potenza totale».
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  3. #3
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    Predefinito Re: Idrogeno verde dall'acqua del mare: un progetto italiano

    Sto portando l'idrogeno in Italia

    «Nel 2050 si prevede un consumo di idrogeno, nel mondo, di 690 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio, 8 volte gli attuali consumi. Il 25% sarà messo in rete attraverso gli idrogenodotti (cioè apposite tubature), il 36% sarà utilizzato dall'industria, il 12% dalle raffinerie, il 4% dai trasporti, il 3 % dagli edifici. Dall'Italia ci si aspetta uno sforzo per passare dalle 480 tonnellate consumate nel 2020 alle 7 milioni di tonnellate del 2050, quindi un consumo 14 volte superiore all'attuale. Oggi nel mondo si consumano 87 milioni di tonnellate di idrogeno, il 27% in Cina, seguono gli Stati Uniti. Viene utilizzato soprattutto nella raffinazione del petrolio (33%), nella produzione di ammoniaca (27%), di metanolo (11%), di acciaio (3%)»: Peter Werth è il profeta europeo dell'idrogeno, alle prese col suo sviluppo, le proiezioni dei consumi, le tecnologie innovative per diffonderlo. Ha 49 anni, viennese, cresciuto a Bolzano, laurea in ingegneria telematica a Graz, master al Politecnico di Milano, ha fondato ed è a capo di Wolftank Hydrogen, sede a Bolzano, specializzata in soluzioni tecnologiche per la fornitura e lo stoccaggio di idrogeno verde.

    Domanda. Il Pnrr aiuterà lo sviluppo dell'idrogeno in Italia?

    Risposta. Sì se le promesse saranno mantenute. Gli incentivi del Pnrr relativi all'idrogeno si trovano all'interno della Missione 2, intitolata Rivoluzione verde e transizione ecologica. Sono previsti progetti per 3,6 miliardi di euro di cui 3,19 miliardi sono stanziati per promuovere la produzione, la distribuzione e gli usi finali dell' idrogeno e 0,45 miliardi per promuovere lo sviluppo di supply chain (catene di approvvigionamento) competitive nei settori a maggiore crescita, per consentire di ridurre la dipendenza da importazioni di tecnologie e rafforzare la ricerca e lo sviluppo nelle aree più innovative (fotovoltaico, elettrolizzatori, batterie per il settore dei trasporti e per il settore elettrico, mezzi di trasporto). Inoltre sono stati emanati diversi decreti attuativi riguardo bus e treni verdi che prevedono pure la trazione a idrogeno.


    7 luglio 2022
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  4. #4
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    Predefinito Re: Idrogeno verde dall'acqua del mare: un progetto italiano

    Perché l’Italia non ha bisogno di nuovi gasdotti e rigassificatori

    I consumi di gas nel nostro Paese non hanno mai superato il picco del 2005 e da allora seguono un trend di riduzione. Eppure, sull’onda dell’emergenza, si afferma una risposta infrastrutturale che implica costi altissimi (pubblici) e tempi lunghi. E che è contraria agli obiettivi di decarbonizzazione. Il punto del think tank ECCO

    L’Italia non ha bisogno di nuovi gasdotti e rigassificatori per sostituire il gas russo. Lo ribadisce il think tank ECCO ricordando che “i consumi in Italia non hanno mai superato il picco del 2005. Da allora, salvo fluttuazioni annuali dovute ai cicli economici, seguono un trend di riduzione strutturale ancora insufficiente agli obiettivi di decarbonizzazione dell’economia”. Per rispondere ai dubbi di chi non riesce a orientarsi tra le tante informazioni che circolano in queste settimane, i ricercatori di ECCO hanno pubblicato il 24 giugno un dettagliato approfondimento sotto forma di domande e risposte che tocca diversi temi: dal (presunto) bisogno di nuove infrastrutture al prezzo delle bollette, dalla produzione domestica al ruolo dell’idrogeno.

    Secondo gli analisti la costruzione di nuovi gasdotti e rigassificatori implica costi di lungo termine e tempi di realizzazione considerevoli e “rischia di essere sbagliata rispetto a una crisi acuta che potrebbe risolversi in una bolla o comunque normalizzarsi in tempi più brevi rispetto a quelli di realizzazione”. Queste infrastrutture, insomma, rischiano di “arrivare tardi” ed entrare in funzione quando la crisi dei prezzi dell’energia sarà ormai alle spalle ma continueranno a pesare sui consumatori nei prossimi decenni, risultando inefficaci nel ridurre i costi in bolletta. “A metà giugno 2022 le uniche infrastrutture di importazione in Italia usate pressoché a massima capacità sono i rigassificatori (La Spezia, Livorno e Rovigo, dove attraccano le navi di gas liquefatto) e il gasdotto Tap”.

    ECCO ha già mostrato in una sua analisi pubblicata il 3 marzo 2022 come sarebbe possibile dimezzare la dipendenza dell’Italia dalle forniture di Mosca tramite una serie di interventi sullo sviluppo di energie rinnovabili e sull’efficienza energetica. Iniziative come la sostituzione di caldaie con pompe di calore, l’adeguamento delle temperature di abitazioni e uffici e l’istallazione di nuova potenza da rinnovabili permetterebbero di ridurre il consumo annuale di gas fossile di 15 miliardi di metri cubi, pari ad un risparmio di 14,5 miliardi di euro. Esistono anche iniziative virtuose che ogni cittadino può attuare per ridurre il costo delle bollette. “L’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea) nel febbraio 2022 ha pubblicato una lista di 20 comportamenti quotidiani in grado di far risparmiare fino al 10% sulla bolletta e il suo presidente ha preannunciato a metà giugno proposte al governo per una riduzione dei consumi invernali di gas, che si aggiungeranno alle misure già inserite nel ‘Decreto Bollette’”.
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    Predefinito Re: Idrogeno verde dall'acqua del mare: un progetto italiano

    Mi sembra che questi progetti siano una genialata! Soprattutto in questo periodo storico! Soprattutto la produzione di idrogeno, effettivamente in Australia è già uscita in commercio la macchina ad idrogeno, non so cosa stiano aspettando i governi a finanziare questi progetti che potevano essere attivati anche senza arrivare alle guerre disastrose che stiamo vedendo
    http://entrainfantasia.blogspot.it/

    "In tempi passati alberi e uomini erano buoni amici" Hayao Miyazaki

 

 

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