21 ottobre 2010

SOLIDARIETA' E ONORE AI PASTORI SARDI

Il 19 ottobre in Via Roma a Cagliari (capoluogo della Sardegna), di fronte al palazzo della Regione Sardegna, il movimento popolare dei pastori sardi si è ritrovato per l’ennesima dimostrazione volta a denunciare lo stato precario in cui versa la pastorizia sarda, a causa dei prezzi bassi con cui gli intermediari comprano i loro prodotti, le tasse, i contributi per calamità naturali non ricevuti, i costi burocratici, la concorrenza dei prodotti stranieri venduti a basso costo i quali vengono etichettati come prodotti sardi; tutti fattori insieme responsabili appunto della rovina della pastorizia in Sardegna in nome del neoliberismo e della globalizzazione economica: unici veri nemici dei popoli! Tutte complicazioni che rendono infernale e precario questo lavoro e che hanno spinto tanti ad abbandonare questa attività, perché a queste condizioni è impossibile andare avanti.

Dall’estate appena terminata i pastori sardi si sono organizzati in un movimento di protesta e conducono azioni volte a denunciare i loro gravi problemi. Ultimamente avevano presidiato alcuni porti con lo scopo di bloccare i camion che trasportavano bestiame e altri prodotti agricoli provenienti dall'estero, ma che una volta trattati in fabbriche dell’isola vengono venduti come sardi. Ad esempio quando arrivano i suini dall’Olanda nei mattatoi isolani per venire in seguito spacciati come sardi. I pastori avevano quindi fatto vedere come la Sardegna importi grandi quantità di merce straniera per seguire le direttive europee ma senza che poi ne venga indicata la provenienza al consumatore sardo.

Il 19 ottobre stanchi dell’indifferenza delle istituzioni, le quali stanno pensando a tutt’altre cose (rimpasto in Giunta Regionale, nascita di Futuro e Libertà etc.), il movimento dei pastori ha tentato di entrare dentro il palazzo della Regione per gridare alla classe dei politicanti la loro situazione, visto che non sono stati ricevuti dopo educate richieste. A quel punto è scattata la feroce repressione di polizia e carabinieri, con pestaggi e spari di lacrimogeni ad altezza d’uomo, con rischio di colpire donne e bambini venuti con i loro familiari alla manifestazione. Repressione che ha fatto scattare la reazione di molti pastori esasperati. Un manifestante sembra abbia perso un occhio a causa di un lacrimogeno. Di fronte alla richiesta dei pastori di essere ricevuti per denunciare i gravi problemi che affliggono la loro antica categoria, le forze dell’ordine del regime democratico, antipopolare e antinazionale, sono state mandate a massacrare e ad incarcerare, mettendo bene in evidenza l'unico linguaggio conosciuto dalle classi dirigenti politiche, asservite a potentati transnazionali e a interessi mercantili stranieri: ossia il linguaggio della violenza e dell'intolleranza dinnanzi alla preoccupazione e alla disperazione di chi pena nel fare il proprio lavoro. E non c’è solo la infame violenza della sbirraglia di regime (che bello aver visto scappare il reparto mobile davanti alla rabbia dei pastori!). Anche aver promosso l’invasione di alimenti stranieri nell’isola e aver lasciato che venissero spacciati per sardi, il non aver preso provvedimenti di riduzione della pressione fiscale sui pastori, lasciandoli andare in rovina assieme alla cultura sarda, è una violenza ancora più subdola e vigliacca.

La Comunità Politica di Avanguardia esprime la propria vicinanza e la propria solidarietà ai pastori sardi e chiede, per la salvezza della pastorizia sarda: che si pongano barriere protezionistiche per tutelare i prodotti agro-pastorali sardi e che sia indicata la provenienza reale degli stessi prodotti punendo severamente i trasgressori. Inoltre chiediamo che si condonino i debiti dei pastori con le banche, che si riducano le tasse regionali, che si alzino i prezzi con cui vengono comprati dalle fabbriche i prodotti dei pastori.


Comunità Politica di Avanguardia

coordinamento politico della Sardegna

Avanguardia