...indignati solo se conviene.

di V. Macioce pg.5 de ilgiornale.it 21 10 2010

Dio probabilmente non vede la tv, ma si sarà chiesto come mai da qualche tempo, tra un lodo Alfa*no e una legge elettorale, il suo no*me sia finito nel discorso politico.
Questa volta l’imprecazione, il no*me sfuggito lì invano, è toccata a Tonino da Montenero di Bisaccia.
Se ne è lasciata scappare una urbi et orbi in diretta tv.
Alle nove del mattino non tutti sono sereni. Sei ospite di Agorà su Rai3, fai la so*lit*a orazione in*cavolata dove butti giù un mannaggia qua e mannag*gia là, parli roz*zo perché al tuo popolo pia*ce, ti metti a par*lare della man*ca*ta calendariz*zazione di una proposta di leg*ge c*ontro la cor*ruzione e parte un «Cristo!».
Chiaro e roton*do.
Il condutto*re fa finta di nul*la e tira a cam*pare, con la spe*ranza che nes*suno se ne ac*corga.
Ma di questi tempi è diffici*le.

Il guaio è che Di Pietro frequen*ta una confraternita di bacchetto*ni.
Gente meno ruspante di lui. E così il «chi è senza peccato scagli la prima pietra» gli ritorna in faccia.
E ora che si fa, i moralisti si stracce*ranno le vesti anche per lui?
O ba*stano un Ave Maria e un Gloria Pa*ter e siamo tutti assolti?

Dai tempi di Adamo, Dio di be*stemmie ne ha sentite tante. In Ita*lia poi è un vizio. C’è chi bestem*mia caricando l’asso a tresette, chi per un gol in fuorigioco, chi per abi*tudine, chi per disgrazia, dispera*zione, rabbia, colore, reminiscen*ze dialettali o uno spigolo che, ma**ledetto, va a sbattere proprio sul gi*nocchio.
La maggior parte di que*ste bestemmie non hanno nulla a che fare con la fede. È questo che voleva forse dire monsignor Fisi*chella quando parlava di contesto. Non è educato bestemmiare, ma qualche volta ti scappa.

Quando è capitato a Berlusconi, che stava sceneggiando con un «orcozio» una barzelletta sulla Bindi, c’è chi ha cominciato a preparare le fasci*ne per il rogo. Un premier che of*fende Dio, la Santa Madre Chiesa, racconta barzellette e ride di Rosy. Vade retro Satana. Tutta colpa di una telecamera clandestina. I sa*cerdoti del tempio con le mani al cielo. Ma era una barzelletta? Ana*tema. Vabbè, il premier se la pote*va risparmiare. Si sa come si dice: scherza con i fanti... Magari uno non si aspettava le prediche serie dei professionisti del pulpito. Quelli che austeri e con la faccia tirata sembrano un re*make dei probiviri di Salem, Mas*sachusetts. Demonio.

Tra questi è spuntato anche Leoluca Orlando, portavoce dell’Idv: «Indegno». Non è che adesso si deve mettere a bacchettare anche il suo leader.
Qua siamo tutti peccatori, perfino Travaglio avrà qualche peccato ve*niale da farsi perdonare.
Solo che a forza di fare la morale a chi non ap*partiene al partito dei giusti si co*mincia a sentire un clima un po’ troppo puritano.
Appena giri l’an*golo c’è un intellettuale, un giorna**lista, un cretino, un pensionato, un archeologo, una puttana, un po**litologo, un saltimbanco che ti fa la morale.
Ormai i più tolleranti sono i preti.
Gli altri appena possono ti piazzano una bella lettera scarlat*ta.

Una settimana fa Caffeina , il mensile di Filippo Rossi, ha orga*nizzato un incontro sulla terrazza di palazzo Grazioli sul conflitto di interessi.
C’era anche Lucia An*nunziata, che ha predicato contro la cultura da macho maschilista del Giornale .
L’accusa: il linguag*gio scurrile, anche in prima pagi*na.
Sono come quelli che entrano in un salotto di gente colta e perbe*ne e mettono i piedi sul divano.
L’Annunziata concludeva il ragio*namento così: «Questo modo di esprimersi sta rendendo palese il conflitto di interessi». È il segno di una cultura cafona. Ergo: la prova del conflitto di interessi è che que*sto giornale scrive parolacce.

Tut*to uno si aspetta nella vita tranne che essere bacchettati per turpilo*quio dall’Annunziata.
Cerchiamo di capirci.
Lo stupore non è perché lei scrive o non scrive parolacce, mica lo sappiamo, ma per il predi*cozzo benpensante.
Non stavano qui una volta i borghesi?
L’aspetto più interessante di questa metamorfosi bacchettona è che a gridare più forte è proprio la sinistra colta e aristocratica.
So*no loro, un tempo paladini dello stile «barbudos» e nemici delle ipo*crisie perbeniste, i primi a scanda**lizzarsi per sesso, droga e rock and roll.
Che cavolo sta succedendo?
Nostalgici, reazionari e ora perfi*no puritani?
Allora ha ragione chi dice che è tutta colpa di Berlinguer e della sua questione morale.
Se ne è accorto anche Breat Easton El**lis, che è venuto in Italia a presenta*re Imperial Bedrooms.
Breat è uno che a vent’anni ha scritto Meno di Zero, dove racconta la noia e le snif*fate della bella gioventù della Los Angeles anni ’80.
Cosa gli chiedo*no? Di Berlusconi.
«Non ho anco*ra capito perché tutte queste do*mande su di lui. A me non interes*sa più di tanto, se non per un detta*glio: dov’è l’isola delle puttane? Ci voglio andare subito».

saluti