La concezione geopolitica di Hitler sull'Africa occupò sempre una posizione secondaria rispetto alle questioni europee, in base al pensiero secondo cui "una politica coloniale ha senso solo se prima controlli il continente". I suoi stessi annunci pubblici prima della scoppio della guerra, in cui reclamava la restituzione delle ex colonie tedesche guglielmine, avevano lo scopo principale di fungere da merce di scambio per promuovere obiettivi territoriali nella stessa Europa. Questa zona era comunque destinata a scendere anch'essa sotto il controllo tedesco in un modo o nell'altro, dopo aver prima ottenuto la supremazia nel proprio continente.

Le intenzioni generali di Hitler per la futura organizzazione dell'Africa prevedevano la divisione del continente in parti fondamentali. La parte settentrionale e orientale doveva essere assegnata all'alleato italiano, mentre la parte centrale sarebbe caduta sotto il controllo tedesco. Il rimanente settore meridionale sarebbe stato controllato da uno Stato Afrikaner filonazista costruito su base razziale. D'altronde, dal 1932 fino alla proibizione nel 1934, esistette un comitato nazionalela della NSDAP nell'Unione sudafricana, che godette di grande popolarità e gestì numerosi uffici nell'ex Africa Tedesca del Sud-Ovest, (oggi Namibia).

All'inizio del 1940 il Ministro degli Esteri Joachim von Ribbentrop si mise in contatto con i leader sudafricani ritenuti simpatizzanti della causa nazionalsocialista, informandoli che la Germania era intenzionata a reclamare la sua precedente colonia dell'Africa del Sud-Ovest, divenuta poi un mandato dell'Unione Sudafricana. Il Sudafrica sarebbe stato compensato con le acquisizioni territoriali dei protettorati britannici dello Swaziland, dello Basutoland e del Bechuanaland e della colonia Rhodesia Meridionale. Sulla divisione delle colonie francesi tra Spagna ed Italia, Hitler preferì non pronunciarsi durante la guerra per non perdere l'appoggio della Francia di Vichy.

Nel 1940 lo stato maggiore della Kriegsmarine elaborò un piano molto più dettagliato, corredato da una mappa che mostra una proposta di impero coloniale tedesco delineato in blu (il colore tradizionale utilizzata nella cartografia tedesca per indicare la Sfera d'influenza tedesca, in contrasto con il rosso o rosa che rappresentava l'Impero britannico) in Africa sub-sahariana, che si estendeva dall'Oceano Atlantico all'Oceano Indiano. Tale progetto sarebbe stato il raggiungimento dell'agognato obiettivo tedesco della Mittelafrika, e forse sarebbe stato persino più ambizioso. Inoltre, sarebbe anche servito per fornire una base dalla quale la Germania avrebbe raggiunto una posizione preminente nel continente africano, così come la conquista dell'Europa orientale avrebbe fatto ottenere uno status analogo su tutto il continente europeo.

A differenza dei territori che sarebbero stati acquistati in Europa (in particolare nella Russia europea), per queste aree non si era però previsto un ampio insediamento della popolazione tedesca. La creazione di un vasto impero coloniale doveva servire principalmente a fini economici, in quanto avrebbe fornito alla Germania la maggior parte delle risorse naturali che non sarebbe stata in grado di trovare nei suoi possedimenti continentali, così come un supplemento di manodopera quasi illimitata. La politica razziale della Germania nazista sarebbe comunque stata applicata rigorosamente, con la segregazione di bianchi e neri e la punizione dei rapporti interrazziali, per mantenere la purezza della razza ariana. In definitiva, nessun genocidio radicale di massa degli africani e non sarebbe cambiato molto dalla precedente dominazione anglofrancese, belga o portoghese per le popolazioni nere.

L'Impero Coloniale nazista in Africa sarebbe stato costituito da tutte le colonie tedesche perse dopo la Prima guerra mondiale, oltre ad alcuni dei possedimenti africani di Francia, Belgio e Regno Unito: il Congo francese e il Congo belga, la Rhodesia Settentrionale e la Rhodesia Meridionale (la Rhodesia Meridionale forse sarebbe stata ceduta al Sudafrica), Nyasaland, il Kenya meridionale con Nairobi (il Kenya settentrionale all'Italia), Uganda, Gabon, Ubangui-Chari, Nigeria, Dahomey, la Costa d'Oro britannica, Zanzibar, quasi tutto il Niger e il Ciad, e anche le basi navali di Dakar e Bathurst.

Una seconda parte del piano comportava la costruzione di un'enorme serie di basi navali e aeree fortificate per le future operazioni contro l'emisfero occidentale attraversa gran parte della costa atlantica dell'Europa e dell'Africa da Trondheim in Norvegia fino al Congo belga, come così come molte isole come Capo Verde e le Azzorre. Un'iniziativa meno estesa, ma simile, era destinata alla costa orientale dell'Africa.