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Il contatto avviene in rete. Le tariffe variano e si paga in bitcoin. Oggi il grosso del traffico d'organi viaggia su internet, per un giro d'affari complessivo che vale qualcosa come un miliardo e 500 milioni di dollari. Un business globale dai margini enormi che gode di una domanda costante. E che ha in Europa un tassello chiave. Il traffico d'organi è vietato ovunque, tranne che in Iran e Yemen.
Ma almeno il 10% dei 180mila trapianti praticati ogni anno in tutto il mondo - ricostruisce il Global Financial Integrity di Washington, uno dei maggiori centri di analisi delle transazioni illecite - è illegale. Significa che quasi 20mila interventi annui vengono fatti con organi procacciati sul mercato nero. «La denominazione traffico d'organi - ci spiega Patrizia Borsellino, docente di filosofia del diritto all'Università Bicocca e autrice insieme a Franca Porciani di Vite a perdere. I nuovi scenari del traffico d'organi - comprende principalmente due casistiche. C'è il traffico legato alla tratta di esseri umani, caratterizzato dall'appropriazione violenta degli organi, che il più delle volte porta alla morte delle vittime.
Poi, c'è un ulteriore livello di aberrazione, (continua)